Verdure al cloroformio, chiusi 13 pozzi Acqua al cloroformio su broccoli e zucchine
Dalle analisi di 13 pozzi metalli pesanti e arsenico
Per i pozzi agricoli previsto un lungo blocco. Prinma di essere riattivati dovranno essere sottoposti a ripetute analisi. La Napoli-Roma è a pochi passi dai campi sequestrati ieri a Caivano. Il sospetto: scarichi abusivi da camion in transito nella notte. I tecnici della Guardia Forestale hanno fotografato gli ortaggi coltivati, che saranno sottoposti anche ad analisi chimiche.
Pozzi contaminati dal cloroformio, normalmente utilizzati per irrigare ortaggi. Alla lettura deidati delle analisi dell'acqua, il procuratore aggiunto Fragliasso, ha disposto il sequestro dei campi - una cinquantina, estesi su 43 ettari, tra Caivano e Marcianise - e di 13 pozzi. Il provvedimento è stato eseguito dal corpo forestale di Napoli. Gli agenfi hanno anche dovuto fronteggiare la protesta dei proprietari dei fondi destinatari dei provvedimenti di sequestro. Sul fronte della raccolta differenziata a Napoli, scatta l'operazione Fuorigrotta dove i contenitori per l'umido sono stati utilizzati per truto, tranne che per i rifiuti organici. Prima una fitta campagna di informazione e poi le sanzioni: avverte il vicesindaco Tommaso Sodano.
CAIVANO. Cavoli, verze, finocchi e zucchine al cloroformio. Ma anche ai metalli pesanti, ai solventi e all'arsenico. Questa volta nella falda acquifera che corre sotto mezzo milione circa di metri quadrati delle campagne di Caivano, «capitale» della Terra dei Fuochi, oltre ai soliti pericolosi veleni è stato trovato m due pozzi un' alta concentrazione di cloroformio : il settecento per cento in più del valore consentito, se pure è previsto un valore minimo. Una sostanza bandita da anni dall'Organizzazione mondiale della Sanità, perché oltre ad essere cancerogena, provoca aborti e aritmie mortali. Eppure era presente nell'acqua di questi due pozzi per à irrigazione degli ortaggi. Zucchine, conrelativi fiori e broccoletti. Pronti per essere raccolti, per poi arrivare sulle tavole con tutto il loro carico di veleno . Alla lettura dei dati delle analisi dell'acqua, il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso ha disposto d'urgenza il sequestro, il primo m Italia per estensione: 430mila metri quadrati, 43 ettari di campi coltivati, serviti per l'irrigazione da tredici pozzi, tutti inquinati. Una stangata, l'ennesima, per l'agro alimentare di quella che una volta era il cuore della Campania Felix. I sigilli sono scattati tra le località Sanganiello, Bavarese, Ponte delle Tavole e Sant'Arcangelo, un quadrilatero che tra le discariche tombate e i pozzi e i campi avvelenati, fa davvero impallidire, come una Seveso del Sud. Nella città lombar- da l' inquinamento da diossina del ciclo acqua-aria-suolo, interessò una superficie di circa centomila metri quadrati. E fu promulgata la prima legge anti inquinamento. A Caivano, invece con i quarantatre ettari sequestrati ieri mattina,che aggiunti a quelli dei sequestri precedenti, porta a quota seicentomila metri quadrati avvelenati. Un'area che potrebbe ospitare una città di qualche migliaio di abitanti. E per questo autentico disastro ambientale, con ü quarantasette per cento di morti di cancro in più rispetto alla media nazionale, con un comparto economico da cento e più milioni di euro all'anno, che ora non fattura nemmeno un milione, si discute ancora del «nesso di casualità» e si aspettano i provvedimenti promessi dai ministri Orlando e De Girólamo. Mentre ancora tace il responsabile della Sanità, dopo l'affermazione che l'aumento dei casi di cancro era dovuto agli "stili di vita sbagliati" di chi abita nella Terra dei Fuochi. Il blitz dei tredici pozzi inquinati e dei 43 ettari di campi avvelenati, è stato portato a termine dagli agenti del Corpo Forestale di Napo li, diretto dal generale Sergio Costa. Sotto lo sguardo angosciato di don Maurizio Patriciello, sgomento e molto vicino ai «fratelli contadini», che si vedono cancellare ogni certezza. I forestali, coordinati sul posto dal commissario capo Rosa Codetti, hanno anche avuto il loro bei da fare, per fronteggiare una furiosa protesta a voce alta dei proprietari dei fondi destinatari dei provvedimenti di sequestro. Contadini, fittavoli e mezzadri, hanno contestato il provvedimento affermando che avevano fatto analizzare l'acqua dei pozzi con risultati nella norma. Un agronomo di loro fiducia, Silvestro Gallipoli, ha esposto le ragioni tecniche dei coltivatori: «Bisogna valutare con attenzione. Ci sono valori che sono nella norma per la natura dei suoli anche se sembrano alti. In ogni caso gli agricoltori hanno rispettato le regole». Nei pozzi - che i contadini dicono essere tanto indenni da poter bere l'acqua - sono stati trovati floruri (dal 50 al 100% in quantità superiore a quanto previsto dalla legge), manganese (dal 50 al 2000% in più del minimo), arsenico (dal 30 al 100% ), solfati (dal 5 al 10% ) e dato più allarmante è che, per la prima volta, è stato trovato il cloroformio, (circa il 700 per cento in più) nome scientifico triclorometano, sostanza altamente cancerogena, che provoca aborti e aritmie mortali. Un giallo in più da risolvere per i magistrati della sezione reati ambientali. Il sequestro di ieri, sottolineano gli inquirenti, è al momento solo un' azione preventiva, a salvaguardia della salute dei consumatori. Al momento si è accertato solo il gravissimo stato di inquinamento della falda freatica, e non sono ancora certi che i veleni siano passati e in che percentuale nei prodotti agricoli irrigati con acqua al cloroformio. Nel frattempo si sequestra, in attesa che esperti e laboratori indicati dalla Procura, mettano una parola definitiva sull'intera vicenda.