Terra dei fuochi test sui danni per 1500 volontari
Montano, Asl di Salerno: risultati in due anni Nel mirino ambiente e patologie
Dagli spermatozoi di millecinquecento uomini avremo una risposta attendibile a due angosciami domande. vale a dire: esiste un nesso tra inquinamento ambientale e incremento delle patologie tumorali nella «Terra dei fuochi»? E, soprattutto, è possibile dimostrarlo scientificamente? Luigi Montano, dirigente medico Responsabile dell'ambulatorio pubblico di Andrologia della Asl di Salemo presso l'ospedale di Olivete Citra, ha infam messo a punto un progetto di ricerca «EcoFood Fertility» - che mira proprio a questo: individuare, su base scientifica, la correlazione tra à alto tasso di inquinamento ambientale e lo spaventoso aumento di varie patologie (in particolare tumorali) che si registra nell'area nord di Napoli e nel basso Casertano. Come detto, attraverso l'analisi degli spermatozoi - che per l'alta sensibilità agli inquinanti ambientali sono considerati bioindicatori del danno ambientale - il dottor Montano conta di dare, nel giro di due anni, le risposte alle inquietanti domande. Si sospetta, infatti, che la presenza di sostanze chimiche (quali metalli pesanti e diossine) nell'ambiente e negli alimenti riduca qualità e quantità degli spermatozoi e ne modifichi il dna. «Presto si avvierà il reclutamento dei 1500 volontari. Tutti uomini, ovviamente. Di età compresa tra i venti e i quaranta anni. Dovranno essere accomunati da una serie di caratteristiche. Prima tra tutte: devono risiedere, da almeno dieci anni, in tré diverse aree della Campania. Vale a dire ad alto indice di pressione ambientale, per esempio l'area di Acerra. A medio rischio, per esempio Sant'Agata dei Goti in provincia di Benevento. E basso rischio, Oliveto Citra in provincia di Salemo» annuncia Montano. E precisa: «I millecinquecento uomini dovranno inoltre essere perfettamente sani, non fumatori, non bevitori». I soggetti «sotto esame» saranno sottoposti alla valutazione di abitudini di vita e alimentari e all'analisi del sangue, tossicologiche, e del dna spermatozoario. Con il progetto «EcoFood Fertility» si intende, dunque, verificare se l'ambiente in cui si vive e le abitudini alimentari agiscano negativamente sul seme maschile. «Pri ma ancora della bonifica del territorio, è alloranecessaria e soprattutto possibile una bonifica dell'uomo» ha dichiarato Montano. «Il progetto di ricerca riprende il dottor Montano - si avvarrà della collaborazione dell'Istituto scienze dell'alimentazione del Cnr che ha sede ad Avellino, dell'Università di Torino, del Disba-Cnr. La seconda parte del progetto, invece, darà ai soggetti a rischio la possibilità di utilizzare la nutraceutica, che prevede l'utilizzo di alimenti benefici, nutrienti, per la salute umana come prevenzione e cura di alcune patologie» spiega, dal canto suo, la dottoressa Diomiria Luongo del Cnr di Avellino, che pure partecipa al progetto insieme alle asi che verranno coinvolte nel lavoro di ricerca. Presto nascerà un'associazione di scopo a cui parteciperanno comitati e associazioni territoriali. Per il reclutamento dei 1500 volontari saranno coinvolti anche i medici di famiglia.