Il blitz, i verbali Le rivelazioni del pentito Pirozzi

«Rifiuti, appalti e assunzioni così il clan entrò in politica»

L'inchiesta sulle infiltrazioni nell'Asl di Caserta: da ieri in cella il consigliere regionale Polverino
Agli atti ¡ nomi degli uomini che hanno formato liste civiche per i Maliardo
Indagine anche su «Giugliano Ambiente» per veicolare il business spazzatura
10 novembre 2013 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Ci sono le sue accuse di Giuliano Pirozzi, il pentito borghese, dietro l'inchiesta che vede coinvolto il consigliere regionale Pdl Angelo Polverino (da ieri in cella dopo il ricovero in ospedale), ma anche Giuseppe Gasparin (direttore sanitario dell'Asl di Caserta ed ex sindaco della città), Francesco Bottino (Tienne manager della sanità). Un racconto ritenuto attendibile, aproposito di appalti per la pulizia a ditte ritenu te sospette, che va inquadrato in una carriera criminale spesa nei ranghi del clan Maliardo. Si esprime bene e sembra avere una buona dose di autostima: «In considerazione delle mie capacità intellettuali iniziai a interfacciarmi con questi due mondi, quello della politica e della malavita locale. Posso dire che dal 1994 sono a conoscenza di ogni meccanismo illecito che ha caratterizzato la vita amministrativa di Giugliano».
Dice che a scuola andava molto bene ed era appassionato di Storia e delle vicende politiche cittadine. Tanto che anche da ragazzo, da gio vane studente, cominciò a frequentare persone più grandi di lui, ad interessarsi delle cose che contano e delle persone influenti, Â nella vita quotidiana della sua Giugliano. Ha inizio così il racconto di Giuliano Pirozzi, il camorrista borghese, figlio di un dipendente pubblico e di una insegnante, uno che si pente da libero, tanto per tagliare i ponti con affari che cominciano a diventare rischiosi. Eccolo Giuliano Pirozzi, l'uomo che ha provocato - con le sue dichiarazioni - una sorta di terremoto in un pezzo di politica e sanità in Campania. Ci sono le sue accuse, dietro l'inchiesta firmata dai pm Giovanni Gonzo, Luigi Landolfi e Annamaria Lucchetta, che vedono coinvolto il consigliere regionale Pdl Angelo Polverino, ma anche Giuseppe Gasparin (direttore sani tario dell'Asl di Caserta ed ex sindaco della città), Francesco Bottino (Tienne manager della sanità). Un racconto ritenuto attendibile, che va inquadrato in una carriera criminale spesa nei ranghi del clan Maliardo. Si esprime bene e sembra avere una buona dose di au- tostima: «In considerazione delle nue capacità intellettuali (a scuola andavo molto bene ed amavo approfondire ogni questione tecnica) iniziai a interfaccianni con questi due mondi, quello della politica e della malavita locale. Posso dire che dal 1994 sono a conoscenza di ogni meccanismo illecito che ha caratterizzato la vita amministrativa di Giugliano in Campania». E a leggere gli atti depositati in un'inchiesta che ha riguardato un boss del clan Maliardo (Patrizio Picardi, arrestato lo scorso luglio), sembra che l'intera vita pubblica del comune di Giugliano sia stata condizionata dal clan Maliardo: i milioni del Puc (del piano regolatore), la formazione delle liste civiche, finanche un'associazione no profit, la Giugliano Ambiente, erano sotto il controllo del clan Maliardo. Un patto politico-mafioso, secondo quanto emerge dalle indagini condotte sul comune alle porte di Napoli dal pm anticamorra Maria Cristina Ribera e del pm della Procura nazionale antimafia Filippo Beatrice. Spiega Pirozzi: «Ð mio ruolo era proprio quello di intercettare fondi pubblici che avrebbero, quindi, potuto essere destinati al comune di Giugliano e, di conseguenza, al clan Maliardo, in quanto noi eravamo perfettamente in grado di pilotare tutte le gare comunali». Un intero spaccato politico amministrativo nelle mani della camorra, un comune sciolto per mafia dal Viminale, verbali zeppi di omissis. Ci sono i nomi di politici locali e nazionali, facile immaginare accertamenti a stretto giro. Storia di un patto, affari su più livelli: l'urbanistica e i rifiuti, ma anche il riciclaggio o la gestione di locali in cui si consumano episodi di prostituzione, come il Femina uno e il Femina due di Capodrise. Tutto sotto il controllo dei Maliardo, con i loro uomini nelle segreterie di partito. Ed è il punto in cui camorra e interessi elettorali sembrano incrociarsi proprio nella figura di Pirozzi: esponente locale del Nuovo Psi, per un certo periodo in sella alla Commissione pari opportunità, in quanto presidente dell'Associazione Giugliano Ambiente. Ma cos'è la «Giugliano Ambiente»? Unamacchinamangia soldi pubblici - fa capire il pentito - qualcosa che ha a che vedere anche con il consenso elettorale: «Fu creata appositamente dal clan Maliardo - dice Pirozzi - su idea mia, di Feliciano Maliardo e di Giulio Pezzella, per tenere sotto controllo il settore dell'ambiente. Vede, il capitolato d'appalto degli Rsu (rifiuti solidi ur bani), prevedevacheilvindtore dell'appalto avrebbe dovuto effettuare marketing con una associazione locale». Seguono nomi di componenti delle commissioni consiliari cittadine, ma anche politici chiamati a raccolta dal clan, per formare liste civiche da presentare alle amministrative. Un reclutamento, un inquinamento totale della vita pubblica del comune alle porte di Napoli, insiste il pentito che affida alla Dda i nomi dei soggetti pubblici di volta in volta convocati dai Maliardo per presentare un volto pulito alle urne. Stesso sistema per le «politiche» sull'asse Napoli-Roma - dopo le dimissioni dell'ex sindaco Giovanni Pianese (che ha puntato, senza riuscirci a un posto in Parlamento) - in uno scenario ricostruito da un ex studente modello che ha già «terremotato» un pezzo di sanità regionale.

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