D`Alema: adesso a Bassolino si chieda scusa

9 novembre 2013 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Come è nel suo stile non usa giri diparole Massimo D'Alema: «Contro Antonio è stata fatta una campagna di criminalizzazione vergognosa, per la quale molti mezzi di informazione e uomini politici, anche del mio partito, dovrebbero chiedergli scusa. Ma nessuno lo farà perché non siamo in un Paese civile». Prima però l'ex premier fa una premessa: «Sono molto lieto dell'assoluzione di Bassolino al quale non ho mai fatto mancare la mia solidarietà». Vero, verissimo. Perché sì, una volta ci fu una polemica tra i due (D'Alema, era il dicembre del '97, definì cacicchi certi sindaci del Sud) ma l'ex premier, nei mesi più neri dell'emergenza rifiuti, non si accodò a tanti del suo partito che attaccarono l'ex governatore. Anzi. Tanto che lui, Antonio Bassolino, risponde dalla Calabria e conferma a stretto giro con un post su Facebook la solidarietà che c'è sempre stata: «Benvenuto a Napoli, Massimo. Grazie per le parole dette oggi e nei momenti diffi cili». D'Alema è a Napoli per presentare la prossima edizione della summer school della fondazione ItalianiEuropei ma non si esime dal parlare di Napoli e dell'ex sindaco, appena assolto, perché il fatto non sussiste, dalle accuse di truffa nell'ambito dell'inchiesta rifiuti. «Questa sentenza - spiega D'Alema - dimostra che trasformare i giudizi politici m fumosi atti accusatori non è cosa buona da parte della magistratura. Ma fortunatamente siamo in un paese m cui si può avere fiducia nei giudici che hanno fatto piazza pulita delle teorie dei pm. Antonio e altri - continua hanno sofferto per lunghi anni per una vicenda in cui non aveva responsabili- ta penali, poi sulle responsabilità politiche si può discutere, ma anche su quelle si è esagerato. Ho sempre pensato che serviva un giudizio più equilibrato sull'operato di Bassolino, guardando i suoi difetti ma anche le cose buone che ha fatto per Napoli». E aggiunge: «Se si ricandida a sindaco? Mi pare che lui stesso l'ha escluso». Ma lo scambio di cortesie tra i due si ferma qui. Perché D'Alema non condivide affatto la scelta di Bassolino di appoggiare Matteo Renzi alle primarie. «Rispetto la sua scelta ma non la capisco». E spiega subito il perché: «Anche Antonio dice che ci farà vincere. Ma cosa? Votiamo per la leadership del partito. E basta». Una scelta, secondo D'Alema, «frutto di un gigantesco equivoco. Mi dispiace ci sia caduto anche lui». Cosa? «È come se noi stessimo facendo le primarie per il candidato alle elezioni politiche ma non è così, è candidato a fare il segretario del Pd e non so se sarà m grado di farlo», attacca D'Alema riferendosi al sindaco di Firenze («con cui non c'è astio personale, anzi mi è diventato simpatico», dirà in serata). «Non stiamo scegliendo il candidato per le elezioni semplicemente perché non ci sono le elezioni e Renzi - analizza - non da la sensazione di candidarsi al segretario del Pd. Oltretutto, il fatto che annunci di volersi ricandidare a sindaco di Firenze dimostra che non ha idea di cosa significhi fare ü segretario di un grande partito. Ha creato conclude - l'idea illusoria che con lui si vince, ma non so cosa pensa del Pd perché non ha nulla su questo argomento. Come segretario è una totale incognita». L'ultimo affondo poi è su un altro sindaco: quello di Napoli e la sua rivoluzione arancione. «Io ho creduto nella rivoluzione per molti anni della mia vita, ma quella vera, promossa da grandi rivoluzionari, parlare di rivoluzione per de Magistris mi pare un po' troppo». E poi: «Credo che governare Napoli sia un'impresa difficile. Forse più difficile di quello che de Magistris poteva immaginare».

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