Spreco Consorzi, tra i «ripescati» anche chi aveva rifiutato il posto

9 novembre 2013 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«Assorbiremo tutti i dipendenti dei Consorzi di Bacino». L'assessore regionale all'ambiente, Giovanni Romano, illustra sinteticamente il piano di Palazzo Santa Lucia e sottolinea: «Ci muoveremo chiaramente in coerenza con l'esito dei vari contenziosi in corso che interessano i lavoratori, compresi quelli che all'epoca non accettarono di transitare alle società provinciali. Il nostro Piano dimostra che il settore rifiuti ha bisogno di mano d'opera». I lavoratori a cui si riferisce Romano sono al centro di una violenta polemica: si tratta dei 21 dipendenti che il Comune di Napoli, secondo l'ex presidente Asia, Raphael Rossi, avrebbe voluto recuperare incontrando la sua opposizione. Di qui il contrasto con De Magistris che, nella ricostruzione di Rossi, avrebbero portato al suo allontanamento. Ora Romano torna sulla questione e propone di ridare a tutti un posto di lavoro. «Il nostro intento è quello di offrire un'opportunità di ricollocazione al lavoro nel ciclo industriale a tutti. Sottolineo lavoro e non assistenza: per questo motivi abbiamo elaborato un progetto per il quale chiediamo il sostegno finanziario al Governo e non ci siamo limitati alla semplice richiesta di cassa integrazione. E non basta: nel nostro piano non abbiamo conteggiato la possibile collocazione dei lavoratori negli impianti di termovalorizzazione stante l'oggettiva difficoltà e i tempi tecnici per realizzarli. Altro lavoro, quindi, per persone da collocare oltre i dipendenti dei Con sorzi». Nei termovalorizzatori, dunque andranno a lavorare 424 unità in più, non comprese nell'elenco dei consorzi: «Sappiamo bene che i termovalorizzatori non partiranno subito perciò abbiamo previsto addetti che non verranno dai consorzi che dovranno essere sistemati nell'arco dei tré anni». Le prime settecento unità, però, dovrebbero essere riassorbiti dai Comuni per raggiungere l'obiettivo del 65 per cento di differenziata. Mal'amministratore delegato di Asia, Daniele Fortini, non è d'accordo: «Comprendo le ragioni di quelle persone e pure la preoccupazione delle istituzioni, ma i ritardi nello sviluppo della raccolta differenziata non dipendono dalla scarsità di manodopera, bensì di risorse economiche e di impianti - dice - Più bracciavuoi solo dire maggiori costi per i cittadini. Piuttosto servirebbe accompagnare al riposo i lavoratori molto anziani o quelli oramai inabili, centinaia m Campania, ed assumere giovani apprendisti, motivati e freschi». A pagare i dipendenti dei consorzi saranno, infatti, i cittadini campani. Per i primi tré anni per gli stipendi saranno utilizzati i fondi del piano coesione: spesa prevista, 48 milioni. Dopo i costi ricadranno sulla tassa dei rifiuti. Più cresce il personale, più aumentano le tasse. Secondo i dati elaborati nel 2010 dall'allora commissario liquidatore Gianfranco Tortorano sulla base di un'indagine commissionata nel 2008 al consorzio Priula, ogni anno sono necessari 57 milioni e mezzo per pagare le unità destinate alla raccolta e allo spazzamento. La spesa media italiana per gli addetti a questo tipo di servizi è 39 euro quella campana è di 50,32 euro. Undici euro in più dovuti sostanziamente al più alto rapporto tra cittadini e dipendenti delle società di raccolta. E infatti la legge del gennaio 2010 prevedeva l'applicazione di una pianta organica con 424 esuberi. Ora il numero degli addetti rischia di crescere ancora anche se il cartello dei sindacati che fa capo al Sindacato Azzurro e ai Cobas, sottolinea: «Noi non siamo stati pagati per non lavorare. Noi siamo stati costretti a non lavorare da amministratori incapaci».

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