Tutti i segreti della differenziata I liceali di Napoli «interrogano» presidente e manager di Asìa
I due «tecnici» hanno spiegato agli studenti la crisi dei rifiuti e i metodi possibili per superare l'emergenza
NAPOLI — Asia, l'azienda pubblica di igiene ambientale di Napoli, ha intenzione di potenziare la programmazione per il prossimo futuro, «giacché — ha tenuto a precisare il suo presidente, Raffaele Del Giudice — fino a poco tempo fa all'ambiente si è tenuto ad assegnare un prezzo piuttosto che considerarlo un valore. E noi puntiamo sulla tecnologia per localizzare i nostri mezzi, sapere se un contenitore è pieno o vuoto e sulla differenziata che esiste a Napoli, anche se non è assicurato ovunque il porta a porta». Ð presidente di Asia e l'amministratore delegato, Daniele Fortini, hanno incontrato circa 500 studenti di alcuni licei di Napoli (Vico, Fonseca, Nitti, Pansini, Della Porta, Mercalli, Cuoco) presso la basilica di San Giovanni Maggiore, attigua all'istituto universitario Orientale. «Una iniziativa — ha commentato la promotrice della manifestazione, Gabriella Corona — che rientra nel ciclo di lezioni dedicato a "Napoli come ecosistema" organizzato dall'Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del dir di Napoli in collaborazione con il Fai Campania e con l'Ordine degli ingegneri». Sia Fortini che Del Giudice hanno poi posto l'attenzione sugli effetti che ar riveranno dalla sentenza che ha assolto l'ex governatore Antonio Bassolino e altri 27 imputati. «Ora il vero problema è rappresentato dalle ecoballe stoccate — ha detto Fortini —: 8 milioni di metri cubi per 6 milioni di tonnellate che impegnano 25 piazzole in Campania. Occorrerà aprirle, capire quanto materiale riciclabile è recuperabile e inviare quello residuo alle centrali energetiche o nei cementifici come combustibile. Ma se l'esito penale c'è stato, resta ancora in corso il contenzioso in sede civile e non dimentichiamo che il tutto si gioca sulla proprietà sia degli attuali Stir e delle stesse ecoballe». Per Del Giudice, Asia ha fatto la sua proposta: «Gli impianti per smaltire le balle ci sono, sono gli Stir. In dieci anni riusciremmo a smaltire tutto. Lo spazio c'è. Un altro inceneritore? No, impossibile. Non c'è ora un impianto per smaltire le balle, si figuri se ci sarà mai per il futuro». Gli allievi presenti hanno dato voce alle loro preoccupazioni: dagli abusi che si registrano nel depositare i rifiuti in modo corretto nei raccoglitori della differenziata al rischio che nella cosiddetta Terra dei fuochi continuino gli sversamenti illeciti dei rifiuti tossici. «Certamente — ha risposto Del Giudice, proiettando su uno schermo le foto di alcuni angoli della città trasformati in discariche a cielo aperto il senso di civiltà e quello di appartenenza dovrebbero lavorare a sostegno dei nostri sforzi, ma purtroppo questo non accade molto spesso». «Eppure, potremmo dire che la differenziata sia nata a Napoli — ha aggiunto Fortini —. Pensate che già nel 1674 il prefetto di sicurezza del regno di Napoli emanava una ordinanza con la quale si imponeva la raccolta differenziata del vetro in città. Non per ragioni di recupero, ma perché il vetro frantumato rappresentava un pericolo se impiegato come arma contro l'uomo». Il presidente di Asia, Del Giudice, si è detto poi orgoglioso di aver «reso interamente pubblica l'azienda, liberandosi dei privati e dei vincoli che avevano via via imposto sulle varie fasi del servizio. Ma — ha avvertito — non bisogna affrontare i problemi ambientali con la pancia, con l'allarmismo. Occorre invece — ha concluso, evocando Norman Mailer — liberarsi dai fattoidi, delle false verità, sulle quali è stata finora costruita una ipersensibilità negativa».