'Quella sentenza non cancella i disastri che Bassolino ha lasciato'
RIFAREBBE tutto, Tommaso Sodano. «Rifarei la battaglia politica che ha occupato gran parte della mia vita pubblica, e firmerei di nuovo quella denuncia». Che puntava contro la politica ambientale di Antonio Bassolino, nel lontano 12 febbraio 2002.
Undici anni dopo, il vicesindaco di Napoli, colui che scrisse "la Peste" e diede vita a quel processo oggi finito con una piena assoluzione, non si sente sconfitto. E ribatte punto per punto. Senza sottrarsi a domande sgradite. «Una sentenza non cancella il disastro che Bassolino ci ha lasciato sui rifiuti, sulle bonifiche e sull' ambiente». Proprio da «quella nostra mobilitazione - rivendica - è nata la sensibilità e la sete di giustizia che muove La terra dei fuochi », e anzi parteciperà con «tanti altri sindaci» alla manifestazione del 16 novembre a Napoli. Né Sodano, ormai al centro di varie inchieste giudiziarie, sembra turbato dal rischio della nemesi: subire gli stessi attacchi e l' isolamento che Bassolino dice di aver patito. «Posizioni incomparabili. Parliamo d' altro».
Scusi Sodano, ma il flop dell' accusa nel processo sui rifiuti non è, in parte, anche la sua sconfitta? «No. Un conto è il verdetto dei giudici, che io rispetto. Un altro conto è mettere in dubbio una battaglia sacrosanta. Io ho combattuto per oltre dieci anni contro il sistema dei rifiuti legati alla logica emergenziale, che ha prodotto danni irreparabili al sistema istituzionale e gravissime conseguenze all' ambiente e al territorio della Campania. Un sistema che è costato oltre 1 miliardo di euro solo nel quinquienno 2001-2006, quindi nel periodo in cui Bassolino era anche commissario ai rifiuti, e che ci lascia 7 milioni di balle, delle quali bisognerà vedere chi porterà il peso e con quale enorme esborso di denaro pubblico. Io mi sono battuto contro quelle gestione che non ha realizzato, ad esempio, un solo impianto per trattare la frazione umida dei rifiuti, e che aveva lasciato la Regione in balìa della precarietà, pur avendo speso miliardi e avendo assunto migliaia di persone».
Lei e Bassolino foste "nemici" anche sul termovalorizzatore di Acerra. Lei partecipò ai cortei poi finiti con le cariche. «Certo. E il seme di quella protesta ha generato poi la sete di conoscenza e di giustizia sull' inquinamento e sulle bonifiche che oggi vive nel movimento di Terra dei fuochi».
Però, guardiamo ai fatti: oggi, da vicesindaco e da assessore ai rifiuti, se lei non potesse contare sull' inceneritore di Acerra, avrebbe l' immondizia sotto Palazzo San Giacomo. «Non è così. Perché se all' epoca, Bassolino avesse avuto il coraggio di voltare pagina rispetto a un bando con la Fibe già voluto e costruito dai predecessori Rastrelli e Losco, se avessimo dato il via a un Piano alternativo, pensando ad impianti di compostaggio, di trattamento e di selezione meccanica, avremmo intrapreso altre strade. E comunque, sia chiaro: la mia lotta è stata politica e leale contro Bassolino, mai personale. E come tanti penso che da sindaco aveva alimentato un clima positivo e di riscatto. Poi, l' evoluzione da governatore è stata pessima, favorita dalle sua cortee dall' accordo mortale con de Mita e Mastella».
Sodano, il sindaco de Magistris ha appena detto: "Giustizia non è stata fatta per quanto riguarda l' inquinamento ambientale. Noi cittadini stiamo pagando le conseguenze di questo scempio». Non pensa che anche le vostre scelte stiano pesando nel prezzo che i cittadini continuano a pagare? «No. Noi abbiamo fatto una scelta saggia: no all' inceneritore. E stanno provando a farcela pagare le solite lobby, i soliti cartelli di interessi...».
Per una volta, basta rifugiarvi nelle "lobby": fate i nomi. «Non mi è difficile. Faccio un esempio, il capo dell'opposizione, Lettieri, ci accusa ripetutamente di aver spezzato il ciclo, e perché lo dice? Lui è portatore di interessi chiaramente di parte, di industriali, di imprenditori. E invece un' informazione disattenta dimentica che stiamo facendo cose importanti di cui non c' era traccia prima: un piccolo impianto di compostaggio nel carcere di Secondigliano, e il bando per quello più importante, già pubblicato, che scade il7 gennaio. Questi sono fatti. E sono nuovi».
Però, sempre sui rifiuti, Bassolino dice che le lacune e le mancanze del ciclo di smaltimento contestate a lui esistono ancora oggi. «Non è così. Noi abbiamo buttato fuori le ditte sospette dai trasporti, abbiamo eliminato le intermediazioni sui viaggi all' estero».
I destini incrociati si possono incrociare. Ora che l' ex nemico politico è riabilitato e lei colto da inchieste e accuse che fanno discutere, non teme un contrappasso all' orizzonte? Non ha timore dello stesso corto-circuito politico-giudiziario, di analoghe sofferenze? «Guardi, ogni amministratore sa che per le scelte e le azioni che compie, è sottoposto quotidianamente all' attenzione e al controllo dei cittadini e anche della magistratura. Io questo lo so, l' ho sempre saputo e serenamente affronterò quello che è giusto affrontare. Avendo la coscienza a posto».
Secondo lei, cosa farà Bassolino? «Non mi appassiona ciò che farà da grande. Ma è uomo intelligente, sa che quello da sindaco è stato un periodo irripetibile. Perciò non credo si candiderà».