L'ex procuratore Lepore: meravigliato dalla sentenza ma anche la prescrizione sarebbe stata una sconfitta

Lepore ammette la sconfitta "Ma niente scuse"

"Ma non devo scusarmi con gli imputati il termovalorizzatore c`è grazie all`indagine"
5 novembre 2013 - d.d.p.
Fonte: Repubblica Napoli

LA NOTIZIA gli è stata comunicata al telefono da un amico. «Sono rimasto meravigliato quando ho sentito che erano stati assolti tutti. Credevo che il Tribunale dichiarasse la prescrizione del reato. Ma nonostante la complessità del procedimento, anche quella sarebbe stata una sconfitta», ammette Giandomenico Lepore, l'ex procuratore che guidava l'ufficio inquirente quando fu istruito il processo sul ciclo dei rifiuti.
IN CALCE alla richiesta di rinvio di giudizio, c'era anche la sua firma accanto a quella dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.
Durante la gestione dei diversi filoni d'inchiesta, non sono mancati contrasti fra l'allora procuratore e i due sostituti. Lepore però difende l'impianto dell'indagine e, diversamente da quanto accaduto per il Global Service, sottolinea: «Non credo di dovermi scusare con gli imputati».
Quasi cinque anni di indagini e altrettanti di dibattimento. È stato tutto inutile, procuratore Lepore? «Assolutamente no. Anzi, proprio in questo momentoè importante sottolineare che, grazie a questa inchiesta, è stato possibile individuare tante vicende sulle quali era doveroso svolgere approfondimenti. E penso che anche il termovalorizzatore di Acerra, senza il lavoro della Procura, non sarebbe mai stato realizzato». Ma la Procura aveva di fatto bloccato i fondi per la sua costruzione. «Solo perché avevamo evidenziato delle criticità. Se non ci fossimo mossi noi con le nostre indagini, non esisterebbe l'impianto che ora fornisce un servizio importante per un problema, quell'emergenza rifiuti, che dopo più di vent'anni non è stato ancora risolto».
Lei oggi difende l'indagine.
Però si ritrovò in un paio di occasioni a non condividere le scelte dei pm.
«Ricordo bene quel periodo. Non ero d'accordo nell'adottare alcuni provvedimenti nei confronti dei prefetti Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Quelle tensioni restano per me una ferita profonda». Perché? «La vicenda e i colleghi furono strumentalizzati da chi voleva riaffermare il principio dell'autonomia del sostituto verso il capo dell'ufficio. Per fortuna si concluse tutto con l'intervento del Quirinale». Dopo le assoluzioni per il Global Service lei ha chiesto scusa gli imputati. Sente di doversi scusare anche Bassolino e gli altri 27 protagonisti di questo processo? «In questo caso onestamente no. L'indagine andava fatta, il Tribunale poi ha tratto le sue conclusioni e io le rispetto».
Dunque nessuna autocritica?
«Forse su un punto. I processi troppo complessi durano sempre a lungo e si rischiano esiti come questo. Bisognerebbe riuscire ad andare sempre al cuore del problema: pochi fatti, maledetti, e subito».

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