Una crisi lunga venti anni: è già costata tredici miliardi di euro
Una crisi lunga venti anni che ha ingoiato più di tredici miliardi di euro e rischia di restare senza colpevoli. Tutto comincia nel 1994 quando, dichiarato lo stato di emergenza, il governo nomina il primo commissario, il prefetto di Napoli, che ha ü compito di tamponare l'emergenza. Ma è solo nel 1996 che i poteri si ampliano e passano al presidente della Regione che in quel momento èAntonio Rastrelli. Èlui che organizza il bando di gara per appaltare la gestione di un ciclo integrato dei rifiuti. Le procedure vengono concluse da Antonio Bassolino (Ds) che affida il tutto a un consorzio di ditte formato da cinque imprese associate alla Im- pregilo (Impregilo International, Fibe, Fibe Campania, Fisia Impianti, Gestione Napoli). L'Ati avrebbe dovuto realizzare sette impianti di produzione di Cdr (combustibile da rifiuti) e due termovalorizzatori scegliendone anche la localizzazione. Tra il 2001 e il 2003 vengono inaugurati sette impianti Cdr. Fibe decide di costruire il primo dei due termovalorizzatori commissionati ad Acerra e scoppia la protesta: in corteo si vedono sindaci e vescovi. Del secondo bruciatore si perdono subito le tracce. Ad Acerra i lavori cominciano solo nell'estate del 2004. Intanto i Cdr producono balle che, grazie a una deroga al contratto concessa dal commissariato di governo, cominciano a essere accumulate sulle cosiddette piazzole prese in fitto a caro prezzo dalla Fibe. Dodici anni dopo si contano sei milioni di tonnellate: una bomba ecologica. Per smaltire la spazzatura vengono anche riaperte molte delle vecchie discariche gestite da imprese malavitose a cominciare dalla Resit di Cipriano Chianese. Intanto nel 2002, dopo una denuncia dell'allora senatore di Rifondazione Comunista, Tommaso Sodano, i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo avevano cominciato a indagare sulla vicenda. Cinque anni dopo arriva il primo provvedimento del gip Rosanna Saraceno: le analisi dimostrano che il materiale prodotto dagli impianti cdr non ha le caratteristiche previste. Nel 2004 a Bassolino nei compiti di commissario subetra il prefetto Corrado Catenacci. Nel 2005 il contratto con Fibe viene interrotto ma alle aziende resta affidata l'operatività dei servizi. Nel 2006 arriva il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso che però dopo qualche mese si dimette: era deciso ad aprire una mega discarica a Valle della Masseria nei pressi di Serre, nel salernitano. Ma anche questa volta scoppiano le proteste, il governo tentenna e Bertolaso se ne va. Il nuovo commissario è il prefetto Alessandro Pansa. Le discariche continuano a riempirsi, i treni dei rifiuti diretti in Germania non sono certo sufficienti a liberare le strade e nel 2007 scoppia una nuova e più feroce emergenza. Commissario per qualche settimana è Umberto Cimmino che programma la riapertura dello sversatorio di Pianura ma la protesta, nella quale si infiltra la camona, lo impedisce. Scende in campo l'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro poi sostituito dal governo Berlusconi con Guido Bertolaso: si apre la discarica di Chiaiano (sulla quale pende un'indagine: il movimento terra era stato affidato a una ditta ritenuta vicina ai Maliardo) e il termovalorizzatore di Acerra viene affidato alla bresciana A2A che inaugura la prima linea nel 2009. La fase acuta dell'emergenza è superata, ma i problemi, soprattutto economici, restano.