Agnano in rivolta e Bertolaso vola alla Ue
Da Chiaiano ad Agnano il fronte della mobilitazione contro il piano rifiuti si allarga. Ieri il consiglio comunale di Marano ha approvato un ordine del giono di assoluta contrarietà all'uso della cava per sversare il tal quale, mentre il deputato dell'Italia dei valori Franco Barbato sarà il primo firmatario dell'esposto a cui stanno lavorando il presidente della commissione Ambiente del comune di Napoli, Carlo Migliaccio, i comitati civici, i tecnici di parte e il sindaco di Marano, contro l'apertura decisa dal governo. Ma ieri tensione alta soprattutto nella zona orientale di Napoli: in piazza i cittadini di Agnano, quartiere cuscinetto tra Fuorigrotta e Bagnoli, contrari all'insediamento del termovalorizzatore, disposti alle barricate per difendere il territorio «tanto ai progetti di riqualificazione non crede più nessuno». Contrario il presidente Pd della municipalità, Giuseppe Balzamo, che ha mostrato ai comitati la lettera della sindaca Rosa Russo Iervolino che definiva la notizia «priva di fondamento», salvo poi cambiare idea allineandosi al nuovo clima politico seguito all'insediamento dell'esecutivo Berlusconi.
La notizia è stata ufficializzata lunedì, con il primo cittadino felice di aver rispettato la scadenza del 23 giugno, imposta dal governo, per indicare il sito del quarto impianto. Anzi, l'apertura della discarica a Chiaiano e il termovalizzatore ad Agnano rappresentano per la Iervolino «una svolta definitiva».
Tutto questo giubilo, però, urta contro le accuse del presidente Balzamo, che definisce la decisione «non razionale e improvvisata», tale da sconfessare «venti anni di indirizzo strategico del quartiere. Concorderemo forme di lotta con i cittadini, se necessario sono pronto a dimettermi». L'area è vicina alle Terme e a viale Giochi del Mediterraneo, dove sorgeranno le strutture del Forum delle Culture del 2013, nonché sottoposta al vincolo urbanistico, considerata zona paesaggistica dalla Soprintendenza ai Beni culturali, inclusa nel Parco dei Campi Flegrei, a poca distanza dall'oasi naturale degli Astroni. Agnano aveva dato la propria disponibilità a ospitare un impianto di compostaggio ma, si disse, non era possibile, c'erano i vincoli paesaggistici.
I mesi di crisi, a cui non si è voluto mettere un freno, sono serviti proprio a questo, giustificare le iniziative degli esecutivi, che passano sulla tutela ambientale come un rullo compressore. Per le grandi imprese cominciano tempi d'oro nella Campania delle leggi speciali.
Intanto la questione rifiuti finisce al parlamento europeo, dove il sottosegretario Guido Bertolaso ha incontrato il commissario Ue Stavros Dimas. E tra i due, a quanto pare, ci sarebbe intesa, un'intesa che nasce dai rifiuti, ma che non porterebbe ancora alla pace tra Italia e Bruxelles dopo le polemiche dei mesi scorsi. «È stata nominata una persona - ha detto ieri Dimas guardando Bertolaso - che ha dimostrato di saper risolvere le crisi e poi so - ha insistito il commissario - che l'Italia sta facendo passi avanti sia per rimuovere l'immondizia dalle strade che per costruire le infrastrutture necessarie per lo smaltimento».
«Il decreto - ha affermato ancora Dimas - sarà compatibile con la normativa europea, abbiamo avuto molte riunioni, alcune misure che abbiamo esaminato ci hanno preoccupato, ma ci hanno detto che saranno emendate per rispettare le norme ambientali». «Intendiamo rispettare le norme comunitarie», lo ha rassicurato Bertolaso.
Le parole disegnano unità di vedute, ma intanto Bruxelles non rimuove la procedura di infrazione avviata contro l'Italia per i rifiuti campani, il che significa che le cose non vanno proprio benissimo. La disponibilità della Commissione, raccontano fonti comunitarie, si declinerà in una certa flessibilità nelle valutazioni di impatto ambientale, ma non negli obiettivi finali che devono rimanere quelli di un sistema di riciclaggio e smaltimento coerente con le norme comunitarie.
E difatti, al di là delle affermazioni di Dimas, ieri i funzionari del suo gabinetto, rispondendo a delle interrogazioni orali di Guido Sacconi del Pd, Roberto Musacchio di Rifondazione e Monica Frassoni dei Verdi, hanno confermato l'esistenza di problemi di «non conformità» del decreto rifiuti con la normativa comunitaria. Nel mirino c'è ancora l'articolo 18, quello che riguarda l'estensione delle deroghe in materia di valutazione di impatto ambientale e di discariche. I tre eurodeputati hanno inoltre chiesto alla Commissione «l'invio per iscritto delle modifiche richieste a Roma, invio che dovrebbe avvenire nei prossimi dieci giorni».