«Solo pomodori del Nord» Bufera sulla pubblicità choc
«Niente prodotti della Terra dei fuochi». Non c'è scritto, ma il messaggio tra le righe è proprio questo. Ci hanno pensato in tana ieri sfogliando le pagine di alcuni quotidiani e imbattendosi in una pubblicità che sta già facendo discutere: «Solo da qui. Solo Pomi» è lo slogan della nota azienda che produce conserve e passate di pomodoro. Eloquente l'immagine: una cartina dell'Italia m cui sono indicate, ben m evidenza, le regioni di provenienza della materia prima utilizzata dalla società. Tutte del Nord: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nulla che arrivi dalla Campania, dunque, ne dal resto del Sud. «Pomi - si legge ancora nella pagina a pagamento - utilizza solo pomodori freschi dei soci del Consorzio Casalasco, coltivati nel cuore della Pianura Padana». La pubblicità è stata notata dal popolo della rete ed è rimbalzata da un social network all'altro scatenando tensioni e polemiche. C'è chi paria di speculazione, chi si indigna, chi protesta. E il caso finisce subito in Parlamento. Sarà Arturo Scotto, deputato e coordinatore regionale di Sei, a sollecitare chiarimenti in una mozione che verrà discussa domani in aula (insieme con altre mozioni, sempre sull'emergenza ambientale): «Un pezzo di leghismo è stato introdotto in questa vicenda drammatica della Terra dei fuochi, chedeiresto simboleggia una questione meridionale irri solta», tuona Scotto. Anche gli Ecorottamatori vanno all'attacco: «a si dimentica che a detenere il primato di zona maggiormente contaminata, in tutta Italia ed Europa, è proprio la pianura padano-veneta», dicono Francesco Borrelli e Gianni Simioli. Ma quello di Pomi non è l'unico caso esploso in queste ore. Da oggi, infatti, in Campania andrà in onda uno spot promosso dal mercato ortofrutticolo di Nocera-Pagani per difendere i prodotti di quel territorio. Quello che temevano le istituzioni locali e nazionali, insomma, si sta effettivamente realizzando. Per questo il ministero delle Politiche agricole, guidato da Nunzia De Girolamo, ha deciso di correre ai ripari. In settimana il ministro incontrerà i vertici delle grandi catene di distribuzione. L'obiettivo è tentare di fermare la valanga attraverso un'operazione verità: le aree contaminate, è il ragionamento della De Girolamo, rappresentano solo una piccolissima parte del territorio. Per dimostrarlo l'esponente del governo Letta ha scritto una lettera al presidente della Regione Stefano Caldoro e al ministro dell'Ambiente Andrea Orlando chiedendo che si proceda in tempi rapidi alla perimetrazione della superficie inquinata. In questo modo, sostiene il ministro, si potrà finalmente fare chiarezza senza più sparare nel mucchio. Un'esigenza, questa, condivisa anche dallo scrittore Roberto Saviano che, suFacebook, sottolinea: «Pertanto tempo sono stato accusato di aver inventato, di aver esagerato. Eppure da oltre vent'anni c'è chi denuncia, e le rotte del traffico di rifiuti che da Nord raggiungono le campagne del Sud sono ormai note. Paese stolto quello che lascia generazioni a marcire e m estremo ritardo - per di più in maniera sciatta - mostra informazioni che si conoscevano da sempre. E oggi chi denuncia, chi protesta, chi scende in piazza, ha responsabilità ancora maggiori: non permettere che la cattiva informazione dia il colpo di grazia all'agricoltura campana, una delle poche eccellenze del nostro Paese. Responsabilità enorme perché chi denuncia è solo e c'è un chiaro interesse a che il fronte della protesta si divida. Questo interesse è proprio di quella informazione che fino a poco fa ha duramente criticato i campani per la loro incapacità di reagire allo sfascio della gestione rifiuti e che ora critica chi reagisce. Quella stessa informazione, spesso animata da penne meridionali convinte del sottosviluppo irredimibile del territorio, pronta ad accanirsi contro ogni tentativo di affermare logiche differenti dall' esi stente».