Secondo Schiavone, nel 1992 erano già sospetti lOmila ettari, le cose sono ampiamente peggiorate Si incroceranno i dati sanitari, ambientali e agricoli per scegliere dove intervenire

La task force per la mappa dei rifiuti tossici

Uno degli amministratori chiamati m causa dal pentito: «Volevo indagare, mi dissero che quella zona non si poteva toccare...»
Da mercoledì si comincia a scavare a Pozzuoli, anche nel lago Lucrino -tit_org- La task force per la mappa dei rifiuti tossici
3 novembre 2013 - Raffaele Nespoli
Fonte: L'Unità

Quando si parla di monnezza e camorra, quando vengono fuori nomi come quello di Carmine Schiavone o del cugino "Sandokan" il clamore è assicurato. Gli elementi del resto ci sono tutti: verbali segreti declassificati, un business da 350 mila euro al mese (anche se al tempo erano lire, quasi 700 milioni), politici conniventi. E mentre un gruppo di cittadini da anni cerca e chiede verità, dall'altra parte c'è chi ha liquidato la faccenda parlando di «fantasie da romanzo» o di «stili di errati vita». Ora almeno sarà più difficile banalizzare le richiesta di controlli da parte di comitati civici e associazioni; ora forse si patirà con le bonifiche. Già, ma si può veramente pensare bonificare un'area tanto vasta? Esiste già un piano d'azione? Nei verbali del 1997 Schiavone parla di milioni di tonnellate di rifiuti tossici. «Pure a Villaricca - dice il pentito - abbiamo fatto scaricare 520 fusti tossici: durante lo scarico un autista rimase cieco». E poi, «Nel 1992 c'erano 10 mila ettari di terreni che costeggiavano tutta la Domitiana, tutti perl'Eurocav e tutto scavato a 30,40 e 50 metri. Le draghe estraevano sabbia e le buche venivano sistematicamente riempite. Si tratta di milioni e milioni di tonnellate. Io penso che per bonificare la zona ci vorrebbero tutti i soldi dello Stato in un anno». Insomma, un business colossale che ha creato un danno altrettanto colossale. Ma ora i cittadini chiedono delle risposte. Di bonifiche si è parlato in un recente vertice romano con il vicepremier Alfano, i ministri Lorenzin (Sanità), De Girolamo (Agricoltura) e Orlando (Ambiente), oltre al presidente della Regione Caldoro e al capo della Polizia Pansa. Da quell'incontro è nata una task force tra governo, regione e prefettura per monitorare il «triangolo della morte». Un tavolo permanente che dovrà coordinare un piano di interventi di prevenzione e di controllo, anche in materia sanitaria, ambientale e agricola, strettamente interconnessi tra loro. Quel giorno si è poi deciso d'impegnare il governo a chiedere di inserire l'emergenza bonifiche in Campania nella tranche dei finanziamenti strutturali europei 2014-2020. Ma esiste già una mappa dei siti inquinati? Secondo il generale Sergio Costa, che lavora in prima linea, capo della forestale di Napoli e provincia, «non si può semplificare così il problema. Esistono diverse indicazioni che portano poi a scovare i siti inquinati, non si può parlare di un'unica mappa. L'attività investigativa prende avvio dalle dichiarazioni di molti pentiti, non di uno solo. Dichiarazioni che devono essere confermate o smentite e che spesso possono coincidere con altre, come è avvenuto in alcuni casi per Schiavone». E nella mappatura dei siti inquinati sta giocando un ruolo fondamentale il cosiddetto "metodo Napoli", messo a punto proprio dal generale. Un modello investigativo che risale ai possibili sversamenti di rifiuti tossici interfaccia ambiente, agricoltura e sanità, partendo da tré fattori e cercandone i collegamenti: «falde freatiche», «falde acquifere» e «soprassuolo» (coltivazioni, ndr). Al di là di un metodo, resta, almeno per ora, l'assordante silenzio di molti uomini delle istituzioni locali. Nei verbali diffusi l'altro giorno il pentito, tra le altre cose, diceva che i sindaci, spesso, li nominava la camorra. Affermazioni pesanti alle quali non è seguita alcuna reazione compatta, ma solo poche e timide reazioni. Tra quelli che si sono fatti sentire c'è l'ex sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, che chiama in causa altri: «Mi chiedo - dice - come sia possibile che dal 1997 lo Stato non si sia mai fatto carico di bonificare il territorio». Giovanni Zara, ex sindaco di Casapesenna sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, ricorda che quando era sindaco voleva «ripulire la variante San Cipriano-San Marcellino che passa per Casapesenna e dove vengono sversati rifiuti speciali di aziende del posto, ma mi fu detto che quella zona non si poteva toccare». Intanto, mercoledì, nel comune di Pozzuoli prederà il via il lavoro della task force per verificare le dichiarazioni di Schiavone sugli sversamenti di rifiuti tossici nell'area flegrea. Il sindaco, Vincenzo Figliolia, aveva chiesto verifiche nell'area di Licela, ma ora farà estendere i controlli anche al lago Lucrino.

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