Per la Procura di Napoli non avrebbero arginato i roghi. L'inchiesta dopo esposto del Coordinamento comitati

Terra dei fuochi, indagati 20 sindaci

Nuovi particolari dai verbali del pentito dei Casalesi, Carmine Schiavone: «Ricevevamo 500mila lire per ogni fusto tossico. Scarti interrati lungo la Domiziana a 30 metri di profondità» L'ex boss: «Riempivamo le vasche di rifiuti che arrivavano dal Nord». Legambiente: «Chi sono i politici che hanno taciuto per anni?». De Magistris: «I colpevoli paghino»
2 novembre 2013 - Mario Pepe
Fonte: Roma

NAPOLI. Venti sindaci tra la provincia di Napoli e quella di Caserta risultano indagati dalla Procura di Napoli per omissione d'ufficio. Secondo i magistrati partenopei, che lavorano a stretto contatto con quelli di Santa Maria Capua Vetere, non sarebbero intervenuti per arginare roghi e scarichi abusivi nella Terra dei fuochi. La notizia è stata diffusa dal sito www.paralleloquarantuno.it. nella serata di ieri. L'inchiesta prende le mosse da un esposto presentato un anno fa dal Coordinamento Comitati Fuochi che raccolse ben 35mila firme, L'avvocato del Coordinamento, Ambrogio Vallo, parla di «segnale significativo, anche perché la normativa assegna ai primi cittadini una serie di attribuzioni per la tutela della salute pubblica». Intanto, emergono nuovi particolari dal verbale dell'audizione desecretata del 1997 alla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, del pentito Carmine Schiavone. I fusti tossici di rifiuti arrivavano in Campania ad un prezzo di BOOmila lire per ogni pezzo. Per distruggere i fusti, spiega Schiavone, «dovevano avere un'attrezzatura speciale, per cui ci volevano due milioni e mezzo (o i 2 milioni) e il clan incassava 500miìa lire a fusto. Questo era il fattore principale». Per quanto riguarda il responsabile del clan dei Casalesi per il traffico dei rifiuti, Schiavone racconta che il responsabile era Gaetano Cerei. Noi siamo nati mafiosi, con il gruppo Bontade e con Riccobono. Nuvoletta era il rappresentante regionale perla Campania. Noi ne siamo usciti nel 1984, dopo una guerra contro i Nuvoletta e con tro il gruppo Rima. Noi eravamo dei perdenti, mentre a Napoli diventammo vincenti. Ammazzammo il direttore dell'Asi, una società collegata al gruppo Riina (con i Nuvoletta) e mandammo via gli operai». Schiavone racconta anche che i rifiuti venivamo smaltiti anche a 30 metri di profondità durante la notte, poi venivano ricoperti con il terreno. Per farlo, lungo la Statale domiziana le vasche venivano riempite di spazzatura. «Nel 1992 dovevano addirittura ancora essere riempite tutte ¡e nostre cave, tutte le cave della provincia di Casería - si legge nel verbale -. Li non si trattava solo di 240 ettari di terreno scavati per le sopraelevate; c'erano 1 Ornila ettari di terreni che costeggiavano tutta la Domiziana, tutti per l'Eurocav e tutto scavato a 30, 40 e 50 metri. Le draghe estraevano la sabbia e le buche venivano sistematicamente riempite. Vi erano quindi una potenzialità di scarico enorme. Nel 1992 abbiamo assorbito nella zona di Latina e nel Molise ovest perché c'erano influenze bardelliniane e di nuvoletta, che noi abbiamo cacciato da certe zone». Il business dei rifiuti, per i Casalesi, secondo Schiavone valeva «per quanto ne so, dal 1990 2-3 miliardi». I rifiuti arrivavano tramite procacciatori e Schiavone racconta che «¡'avvocato Chianese aveva introdotto Cerei in circoli culturali ad Arazzo, a Milano , dove aveva fatto le sue amicizie.... So che Cerei stava molto bene con un signore che si chiama Licio Gelli. Le parole di Schiavone non mancano di suscitare reazioni. Il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, afferma che «bisogna accelerare sulla perimetra- zione delle aree inquinate nella Terra dei fuochi. La Regione sta facendo tanto grazie all'attività del presidente Caldero. Chi ha inquinato la Campania dovrà pagare». E su Twitter il governatore Stefano Caldoro scrive alla De Girolamo: «Continuiamo insieme lavoro avviato. Il tavolo Governo-Regione allargato ad altri è strada». Duro il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris su Facebook: «Le dichiarazioni desecretate di Carmine Schiavone dimostrano come tanti sapessero di come la Campania fosse stata violentata in questi anni dai rifiuti, con la complicità di tanti. Complicità ai massimi livelli per favorire interessi opachi e criminali che hanno lucrato sulla di cittadine e cittadini innocenti. Dobbiamo pretendere di sapere la verità ed è necessario che tutti i responsabili paghino». Ma per Rossella Muroni e Michele Buonomo, rispettivamente direttrice nazionale e presidente regionale di Legambiente, « il vero obiettivo è quello di sapere chi nella politica ha taciuto per tanti anni». E la Coldiretti, in una nota, chiede, dopo la desecretazione degli atti riguardanti Schiavone, che si avvii «al più presto un piano straordinario di analisi a tappetto delle matrici ambientali con la delimitazione delle aree interessate o meno da inquinamento, per garantire la sicurezza dei territori a tutela dei cittadini e delle imprese che operano».

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