Discariche in «terra dei fuochi» Indagati per omissione 20 sindaci
I primi cittadini in provincia di Napoli non ripulirono le aree inquinate
La maxiquerela presentata dal «Coordinamento Comitati fuochi»
NAPOLI — Venti sindaci di altrettanti comuni in provincia di Napoli sono indagati dalla Procura per omissione d'atti d'ufficio per non aver impedito il disastro ambientale causato dall'esistenza sulle strade comunali e nelle campagne. È la svolta dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Napoli (pm Ribera e Giugliano) sulla base di una maxiquerela ai danni di sindaci, presidente della Provincia di Napoli e di Caser ta e presidente della Regione, firmata da 32mila abitanti della cosiddetta terra dei fuochi e presentata nel 2012 dal Coordinamento comitato fuochi (attraverso il legale rappresentante, l'avvocato Ambrogio Vallo). Si stringono così i tempi per l'individuazione di responsabilità omissive da «< parte di molti primi dttadini i quali —nonostante i corposi dossier presentati dal coordinamento con video e foto degli scempi — non avrebbero disposto interventi di bonifica delle aree di loro competenza. Una situazione di disastro ambientale per la presenza di rifiuti pericolosi (pneumatici bruciati, plastica e lastre di amianto in particolare) che giacciono senza essere rimossi agli angoli delle strade di molti comuni deirhinterland di Napoli. Analoga maxiquerela venne presentata sempre dai comitati che raccolsero foto e video di cittadini alla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Quindi non si può escludere che anche sindaci del Casertano siano già indagati con la stessa ipotesi di reato. Proprio l'altro giorno il procuratore Lembo ha reso noto di aver inviato decine di diffide ai primi cittadini per ripulire le strade dagli sversamenti abusivi. «Abbiamo voluto landare un forte segnale di attenzione — spiega l'avvocato Vallo — raccogliendo le testimonianze di 32mila cittadini. Il dramma ambientale che stiamo vivendo richiede una presa di responsabilità da parte di tutti e anche i sindaci devono fare la loro parte». Intanto ieri è intervenuta anche la ministra dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo chiedendo che «si acceleri con la perimetrazione delle aree agricole inquinate in Campania per fare in modo che le zone avvelenate vengano censite e recintate». La ministra ha anche fatto sapere di essere pronta a procedere con il rafforzamento di mezzi e uomini del Corpo Forestale dello Stato. Inoltre De Girolamo assicura il proprio «totale e incondizionato sostegno all'inasprimento delle pene per i reati di cosiddetta ecomafia, portato avanti dal ministro Orlando», e solleciterà anche una velocizzazione delle procedure riguardanti le confische dei beni mafiosi, le cui vendite dovranno essere utilizzate per le bonifiche. «Chi ha inquinato la Campania dovrà pagare» ha concluso.