Il pentito: «Così seppellimmo i fanghi nucleari tedeschi»
Il racconto di Carmine Schiavone alla Commissione rifiuti
Ecco gli atti desecretati dalla Camera dopo sedici anni
NAPOLI — «Sono al corrente del fatto che  arrivavano dalla Germania i camion che trasportavano i fanghi nucleari.  Scaricati nelle discariche sulle quali poi sono stati effettuati rilevi  dall'elicottero». 
 A parlare è Carmine Schiavone. Sedici anni e  venticinque giorni fa. Questo il tempo trascorso dall'interrogazione  parlamentare del pentito di camorra avvenuta il 7 ottobre 1997. L'alierà  Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta  da Massimo Scalia, propose la secretazione degli atti. Azione  inevitabile quando si interrogano collaboratori di giustizia e vige il  segreto istnittorio.
 Ieri, giovedì 31 ottobre 2013, questi atti sono  stati ufficialmente resi pubblici dall'ufficio di presidenza della  Camera dei deputati. E le dichiarazioni di Schiavone hanno del  clamoroso. Ï pentito nel '97 davanti ai commissari si dilunga a parlare  dei rifiuti radioattivi: «Evidentemente il ritrovamento del    l'immondizia che faceva da barriera nella strada davanti al cimitero è  frutto di una fuga di notizie. Sbarrare la strada con la monnezza era un  modo per sfidare lo Stato».   
Altri particolari sulle scorie  radioattive tedesche. Dove sono sepolte? Schiavone lo sa, cerca di  spiegarlo ai commissari, si capisce che è nel Casertano, ma alla fine il  luogo non è chiarissimo: «So che arrivavano in cassette di piombo da  50, un po' lunghe. Qualcuno me lo ha spiegato, anche perché non andavo  certo a vedere l'immondizia di notte. Avevamo creato un sistema di tipo  militare, con ragazzi incensurati, muniti di regolare porto d'armi, che  giravano in macchina. Muniti di divise e palette dei carabinieri,  finanza e polizia per effettuare controlli».   
Sono sessanta pagine  fitte a dar vita al racconto dal collaboratore. Finalmente si possono  eleggere nero su bianco tutte le parole rese quel famoso giorno da  Carmine   Schiavone, il pentito di spicco del clan dei Casalesi. Ognuna  delle 63 pagine del verbale contiene nomi, luoghi e fatti  circostanziati. Anche sul sistema affaristico-criminale che gravitava  intomo allo smaltimento illegale dei rifiuti.   Schiavone da anche altre  notizia solo apparentemente meno drammatiche: come gli allevamenti  ittici della camorra nelle cui vasche, invece dei pesci, finivano  tonnellate di veleni. E sempre in tema di inquinamento delle acque,  ricorda come la camorra avesse gettato scorie industriali di ogni tipo  nel lago di Lucrino.   
Altri capitoli importanti sono de-   dicati anche  agli appalti dei Regi Lagni e ai lavori sulla superstrada Caserta-Villa  Litemo. Domande e risposte riguardano anche la discarica Di.fra.bi. di  Pianura di fatto considerata dai casalesi «cosa loro».   Insomma, si  attendeva da tempo il momento della desecretazione e finalmente ora è  arrivato. Una decisione, come ammette Valeria Valente, deputata del  Partito Democratico e segretario di presidenza della Camera dei Deputati  che:   «Non era affatto scontata; eppure come Ufficio di presidenza  abbiamo deciso di rendere gli atti pubblici, avviando e concludendo  in tempi rapidi il procedimento». Merito anche di chi, come Massimiliano  Manfredi, deputato campano del Pd, si è battuto a lungo per la  desecretazione.
 La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha  commentato: «Esprimo grande soddisfazione. Per la prima volta - senza  che questo sia richiesto dalla magistratura - si decide di rendere  pubblico un documento così importante. Lo dovevamo m primo luogo ai  cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe  ambientale cosdente e premeditata una delle motivazioni».   Mentre le  istituzioni desecretano atti, sono state arrestate due persone in piena  Terra dei fuochi. I carabinieri di Aversa, su ordine del gip del  Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito l'ordinanza di  custodia cautelare per Stefano Renda, 37 anni e Michele Abategiovanni di  19. L'accusa è quella di aver appiccato il fuoco a dei rifiuti tossici.  Ad incastrare i due piromani un video girato appositamente dai  carabinieri. Quattro telecamere installate per monitorare un'area tra  Trentola Ducenta e San Marcellino, a pochi decine di metri in linea  d'aria dalla superstrada Giugliano-Marcianise, in cui si è accertata la presenza di un ampio  sversatoio abusivo

