«Terra dei fuochi, niente veleni negli ortaggi»
Non è avvelenata la frutta cresciuta a bordo discarica: lo dimostrano le analisi condotte dall'istituto superiore della sanità nel giuglianese. Lo stesso monitoraggio prova che solo due dei duemila ettari esaminati sono inquinati. Si tratta un'area non coltivata e di una zona sottoposta a sequestro. Per quest'ultima il commissario per le Bonifiche Mario De Biase ha chiesto al Comune di Giugliano un'ordinanza per inibire le coltivazioni in maniera da poter poi avviare le bonifiche. Risultati inoppugnabili quelli comunicati, ma comunque destinati a far discutere. Ieri con De Biase si sono confrontati i rappresentanti della presidenza e degli assessorati all'ambiente, alla sanità e all'agricoltura della Regione, l'Istituto superiore di sanità, il comune di Giugliano, l'Asl Napoli 2 nord, l'Arpac, la Provincia di Napoli, il Consorzio unico di bacino in liquidazione, la Sapna e il Consorzio irriguo del Basso Voltumo. Al termine dell'incontro il commissario ha spiegato: «Abbiamo ricevuto i primi dati dell'indagine sull'eventuale presenza di metalli pesanti su 11 prodotti. Il risultato conferma quello di giugno scorso per i composti organici volativi, allorché fu accertato che non c'era trasmissione di contaminazione dalle acque ai prodotti: l'ortofrutta è abbondantemente al di sotto dei limiti di legge». Buoni, dunque, pomodori, broccoletti, pesche, pesche noci, zucchine, prugne e scarole ricche. Male il cavolo rapa per il quale si riscontrano valori elevati di tallio e rame. Ma, secondo l'Iss, la colpa non sarebbe dei rifiuti, ma degli antiparassitari. Lo stesso Istituto ha fatto l'analisi dei suoli, accertando che sono contaminate l'area di San Giuseppiello, appartenente alla famiglia Vassallo, e già sotto sequestro, e quella non coltivata a valle della discarica di Masseria del Pozzo. «Per la prima ho chiesto, e il tavolo che si è tenuto ieri ha condiviso, al Comune di Giugliano un'ordinanza per inibire le coltivazioni, per poi procedere ad avviare le bonifiche per entrambe». L'area di proprietà di Vassallo è stata affidata a Nicola Vassallo, il fratello di Gaetano, il manager dei rifiuti pentito che ha raccontato come i clan avvelenarono la Campania: non dovrebbe essere coltivata, ma in ogni caso il commissario ha deciso di chiedere l'ordinanza per poter poi procede con il risanamento in danno. Il Buscetta dei rifiuti ha raccontato che proprio quei campi sono stati concimati con i veleni. Nel corso del vertice è emerso anche un altro elemento importante: il Consorzio del Basso Volturno ha dato la sua disponibilità ad estendere la rete irrigua alle aree per le quali è stato interdetto l'uso dei pozzi risultati inquinati. La rete è già esistente, ma finora è rimasta inutilizzata. Contemporaneamente vanno avanti le gare per la messa in sicurezza delle discariche del giuglianese: quella per la Resit è in fase di assegnazione; quella per Masseria del Pozzo è scaduta ieri e sono arrivate 7 offerte; quella per Novambiente, infine, si concluderà il 12 novembre. È stata, invece, aggiudicata, ed è m fase di contrattualizzazione, la gara per il secondo monitoraggio di 164pozzi su 2 mila ettari intorno alle aree delle discariche. Resta il problema di ricostruire un clima di fiducia con i consumatori. E su questo punto il commissario lancia una proposta: «Sarebbe utile produrre da parte dell'assessorato all'agricoltura misure che convincano i produttori dell'area più vicina alle discariche, alla riconversione al no food. Ieri ci siamo confrontati anche su questo e i rappresentanti delle associazioni di settore si sono dimostrati disponibili».