Acerra, due discariche svelano i segreti degli avvelenatori
ACERRA. Nella Terra dei Fuochi non si ferma il conto delle bombe ecologiche disseminate tra campi coltivati, o peggio, interrate a «pelo» di terreno a diretto contatto con gli ortaggi. E senza contare i danni silenziosi del percolato tossico captato dalle falde acquifere. Ieri la scoperta e il sequestro di altri due discariche nelle campagne di Acerra, che segue di qualche giorno la scoperta di ben sei sversatoi nel triangolo Acerra-Marigliano-Caivano.
Questi due siti, il primo all'aperto e il secondo tombato con la tecnica del «biscotto» (l'interramento dei rifiuti pericolosi a strati alterni con calcinacci e terreno), sono indicativi di come i criminali dell'ambiente agiscono per smaltire illegalmente ogni genere di veleni. La discarica più grande, circa 10mila metri quadrati è stata scoperta dagli agenti del corpo forestale di Napoli, diretto dal generale Sergio Costa, con la collaborazione dei vigili urbani, a ridosso della zona Asl di Acerra, a qualche metro di distanza da alcune serre in piena coltivazione. Gli agenti della forestale, coordinati dal commissario Linda Malzoni e dal comandante della caserma di Marigliano Geremia Cavezza, hanno delimitato circa 12milametri quadrati dove per chissà quanti anni sono stati sversati pneumatici, piccoli bidoni con residui di vernici o ancora pieni di solventi scaduti e guaine di copertura dei solai E ancoral'immancabile amianto, sia intero che sbriciolato. Eperla prima volta hanno fatto la loro comparsa anche le famigerate traversine ferroviarie, legno impregnato di catrame utilizzato da questi criminali come combustibile base, per accendere i roghi tossici.
In più punti degli oltre 12mila metri quadrati di questa bomba ecologica gli agenti hanno scoperto decine di tracce dei roghi, accesi per cancellare le tracce di chissà quanti veleni. La zona è stata posta sotto sequestro, in attesa dell'intervento dei tecnici dell'Arpac, a cui spetterà il compito di classificare la tipologia dei rifiuti ed effettuare le analisi del suolo e della falda freatica sottostante. Inquietante quello che invece è stato scoperto nella seconda discarica, in località Sannereto di Acerra, proprio trai campi coltivati. In questo caso chi ha smaltito i veleni ha tombato irifiuti, scavando per diversi metri in una zona di vasta depressione del terreno. Poi i veleni sono stati depositati, alternando strati di terriccio e calcinacci, in modo da creare quello che viene definito il «biscotto», che così formato resiste per anni, consentendo al percolato di defluire verso la falda freatica. Gli inquirenti ipotizzano che questa discarica underground potrebbe essere una delle più grandi mai scoperte. L'area delimitata dalla forestale, anche se relativamente poco estesa, potrebbe essere la classica punta di un iceberg di veleni, rivelatrice di una montagna sotterranea di scorie industriali. La scoperta di queste due ultime discariche è avvenuta nei giorni scorsi, ma è stata resa nota solo ieri mattina, perché gli agenti della forestale hanno sorvegliato giorno e notte i due siti, con la speranza di bloccare qualcuno dei criminali dell'ambiente. «Anche oggi abbiamo dimostrato che le istituzioni ci sono e che l'urlo di dolore di chi vive in questa drammatica realtà non rimane inascoltato. La lotta contro l'illegalità deve essere portata avanti con determinazione e fatti concreti, come prova l'attività del Corpo Forestale dello Stato». Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo sull'operazione condotta dal personale del Comando Provinciale di Napoli e dal Comando Stazione di Marigliano del Corpo forestale dello Stato. «Sono stati ritrovati nei siti - informa il ministero - anche avanzi delle lavorazioni artigianali di prodotti aziendali presumibilmente lavorati e smaltiti in ne Ãá, insieme a diversi rifiuti combusti da precedenti incendi».
Le Cifre L'ipotesi: trenta milioni di tonnellate di scorie industriali e veleni nascosti sotto le campagne di Acerra, Caivano, Noia e Marigliano, Giugliano e Villaricca nella provincia di Napoli. E Parete, Orta di Atella, Gricignano e fino a Castelvoltumo e Casal di Principe in quella di Caserta. Al momento, la stima di quel le individuate tra Caivano e Acerra non raggiunge quota centomila. Ma i lavori di scavo sono appena all'inizio.
Il fenomeno Potenza del vecchio mestiere del rigattiere. Nelle discariche illegali scoperte negli ultimi tré mesi, il grande assente della famiglia dei rifiuti speciali, è il metallo. A parte quello che deriva dai fusti tossici. Il sospetto è che si sia creato una sorta di patto segreto tra chi inquina sversando rifiuti pericolosi, e chi invece si guadagna da vivere «recuperando» tutto quello che c'è di metallo nelle discariche clandestine.
L'intervento Gli agenti del Corpo forestale ispezionano le aree sequestrate ad Acerra. Scoperte due nuove discariche, nelle quali i rifiuti erano interrati con la tecnica «a biscotto» nei pressi dei campi coltivati a ortaggi