No degli albergatori, in agenda una settimana di cortei e sit-in

Messaggi via mail: «Facciamo resistenza»

Oggi a Pozzuoli la prima marcia convocato il Consiglio
25 giugno 2008 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Volantino contro l'Inceneritore di Agnano Ad Agnano gli insetti ti aggrediscono in pieno giorno. Mosconi grassi che hanno bivaccato sui cumuli di monnezza che, in questa «no man’s land», crescono di ora in ora. Parte è Pozzuoli, parte Napoli: la somma è uno scenario da day after. La bomba ecologica qui non scoppia, fermenta. Uno scenario che il mondo ha imparato a memoria. Descriverlo è sciogliere il solito rosario. Cambia il contorno. A Chiaiano ci sono le ciliegie, qui l’usato sicuro. A Chiaiano le cave di tufo, qui il cratere vulcanico. A Chiaiano ci sono gli ospedali, qui due scuole (il «Pareto» e la succursale del «Labriola»). A Chiaiano la Selva, qui le terme e l’ippodromo. Qui spunterà, come un fungo, l’inceneritore che dovrebbe trasformare l’incubo della sacchetta napoletana in un sogno viennese, da paese dei campanelli. Ma quasi nessuno ci crede. Ed è già scattata la protesta. Dei residenti e degli imprenditori. Degli amministratori locali. Dei Comitati, più o meno No global, che ormai trovi dovunque, come una compagnia di giro che carambola da un lato all’altro del bigliardo cittadino, da Pianura a Gianturco, da Chiaiano a Bagnoli. Già ieri alla Municipalità di Bagnoli c’è stata un consiglio straordinario. Il presidente, Giuseppe Balzamo ha annunciato: «Il sindaco ci ha traditi. Sono pronto a dimettermi per una decisione che passa sulla mia testa e su quella dei cittadini». Ha ricordato che Agnano è una zona turistica, oltre che vulcanica e bradisismica. Alla fine è stato approvato un documento contro l’inceneritore e i consiglieri si sono riconvocati lunedì per mettere a punto «forme di lotte democratiche» e chiedere un incontro con Guido Bertolaso. In programma anche una fiaccolata per la prossima settimana. I Comitati (con l’Assise cittadina per Bagnoli in prima fila) hanno contestato la scelta moderata. Durante il consiglio hanno esposto uno striscione («Nessun inceneritore ad Agnano e altrove, raccolta differenziata subito») e, finiti i lavori ufficiali, hanno proseguito con una loro assemblea. Annunciano una settimana di incontri, per poi passare alla lotta vera e propria, che non esclude, la prossima settimana, blocchi e barricate. Ma già per oggi, alle 10, è prevista una manifestazione (del Coordinamento civico flegreo) davanti al Comune di Pozzuoli, al Rione Toiano. E venerdì (alle 18) si vedranno nella scuola elementare Pendio per un’assemblea pubblica. Ma non sono solo loro ad autoconvocarsi. Domani, alle 18,30, Antonio Pugliese, direttore dell’American Hotel, un quattro stelle proprio di fronte all’area dell’ex spaccio della base Nato, ha spedito centinaia di mail agli imprenditori della zona per organizzare la loro «resistenza». «Dire che sono sconcertato è poco» spiega con la voce rotta. «Siamo le vittime di una scelta politica scellerata. Nel mio albergo vengono molti stranieri, soprattutto giapponesi. Ho 150 camere, ma da quando è cominciata la crisi dei rifiuti ho avuto disdette per 450mila euro. Ora è la fine. Mi manderanno in mezzo a una strada». La vede nera anche Pina Bausano, amministratrice della residenza assistita Villa flegrea, accanto all’albergo. Ospita 87 anziani, dagli ottanta ai cento anni. Vecchietti, che in questi giorni non possono neanche uscire dell’edificio per gli sciami di mosche che infestano l’aria. «Non ci fidiamo delle rassicurazioni» spiega la Bausano. «Possono dire quello che vogliono, ma qui non siamo a Vienna, ma a Napoli. Non abbiamo livelli di sicurezza come quelli austriaci. Scenderemo in piazza, se necessario. E con noi verranno pure i parenti degli anziani». Anche Giuseppe Pezzella, che vive più su, dopo l’ex ospedale americano, punta sulle garanzie ambientali. «Nella nostra città nessuno si occupa della manutenzione» commenta. «Lo possono costruire anche al meglio, ma poi non sarà tenuto bene. Se è così sicuro, perché non lo fanno a Bagnoli dove c’è tanto spazio?». È piena sindrome Nimby. Ognuno vorrebbe spostare discariche e inceneritore nei giardini degli altri. Però il fronte popolare fa intravedere qualche incrinatura. Se entrate per un caffè al bar Marlù, proprio accanto ai cancelli dell’ex spaccio, i barman Giuseppe e Enzo Cimmino (padre e figlio) e Daniela Grillo, fanno il controcanto: «Non nuoce? Ben venga. Ma costruitelo subito, non fate come sempre che finisce a tarallucci e vino». E vi spiegano che da quando sono andati via gli americani, che pulivano le strade, via Scarfoglio s’è trasformata in una discarica a cielo aperto: «La monnezza è meglio incenerirla o tenersela di fronte? Perché, così per strada, non ci avvelena lo stesso? Come lo vuole l’espresso, caldo o freddo?». Lo fa il «viennese»?

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