Cronaca di un`ordinaria domenica senza spazzini

Cassonetti quasi sempre vuoti ma strade sporche e non curate. Il quadro complessivo della città è più o meno questo. Tuttavia di tanto in tanto ci sono cassonetti pieni in centro e in diversi quartieri di Napoli, che, soprattutto di domenica, fanno davvero male quando finiscono sotto gli occhi dei turisti per le vie storiche della città. Ieri, per esempio, in piazza Carità e piazza Matteotti le cose stavano esattamente cosi. Eppurel'Asìa, Ã azienda per la raccolta dei rifiuti, ha avuto per la prima volta il contratto di servizio. Ora la sua missione dovrebbe essere chiara. Invece così non è. Le strade restano mediamente sporche, soprattutto per l'assenza atavica di quelli che una volta si chiamavano spazzini. Ora, sulla loro definizione giuridica ci sono diverse scuole di pensiero, più o meno politicamente corrette. Quello che non è cambiato è il rendimento di chi ha nella ramazza ha il suo strumento di lavo ro: rendimento prossimo allo zero. La domenica scovarli è come cercare un ago nel pagliaio. Ci sono quartieri, quelli popolari come la Sanità e i Quartieri spagnoli, per non parlare delle zone periferiche, che vengono ramazzati, se tutto va bene, un paio di volte a settimana. Eppure quando ci sono gli speciali, le notti bianche e iniziative simili, spuntano come funghi e fanno il loro dovere. Evidentemente m quelle occasioni si acchiappa qualche soldino di straordinario. Ora però c'èil contratto di servizio e c'è il contratto di lavoro da rispettare. Ma in strada non si vedono. Il vicesindaco e assessore all'Ambiente Tommaso Sodano, giustamente, sostiene che è anche colpa dell'inciviltà di pezzi di cittadinanza. Sarebbe però il caso di far cominciare alavorare anche chi è pagato dai napoletani. La Tarsu o Tares che dir si voglia, resta la più salata d'Italia.