Si esaminano natura del suolo ed estensione dell’area previsto in tre anni il funzionamento dell’impianto

Inceneritore, via ai rilievi: Agnano protesta

Attesa per la valutazione di Bertolaso. Tra i proprietari dei suoli gli amministratori della Fiart: per noi sarà crisi
25 giugno 2008 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Arriverà tra oggi e domani la valutazione di fattibilità di Bertolaso sull’inceneritore di Agnano. Ma già nel quartiere scoppia la protesta e nascono comitati civici decisi a contestare le scelte della giunta comunale. La decisione viene messa in discussione anche da consiglieri ed esponenti politici e gli schieramenti sono trasversali alle forze politiche. Subito dopo l’annuncio della Iervolino, lo staff di Bertolaso ha spiegato: «Daremo immediatamente corso a tutte le attività tecniche e di studio necessarie alla valutazione sull’idoneità dell’area nel rispetto della totale garanzia e tutela della sicurezza ambientale e della cittadinanza». Due gli elementi che i tecnici stanno valutando: l’estensione dell’area e la natura del terreno. Bisognerà capire, infatti, se i cinque ettari messi a disposizione dal Comune sono sufficienti per la realizzazione di un termovalorizzatore adatto alla citta: l’impianto dovrà bruciare, infatti, la spazzatura prodotta a Napoli e, quindi, 1700 tonnellate. Ma il decreto prevede che entro tre anni si arrivi al 50 per cento di differenzata. L’impianto, perciò, sarà tarato per bruciare intorno alle 1300 tonnellate. I tecnici di Bertolaso valuteranno anche se la natura del terreno è tale da poter sopportare l’insediamento di un impianto industriale. Il verdetto dovrebbe arrivare tra oggi e domani. Se sarà positivo si passerà alla progettazione di massima e poi alla valutazione di impatto ambientale e alla valutazione ambientale strategica. Infine, entro almeno tre mesi, cominceranno la progettazione e gli espropri. L’area, infatti, è composta di tre lotti: due sono di una società e uno di un privato. E già i proprietari sono sul piede di guerra. Spiega Giancarlo Di Luggo amministratore della Fiart, una delle imprese coinvolte: «Siamo molto preoccupati. Abbiamo saputo della decisione dell’amministrazione da Internet. Parte della nostra proprietà ricade nell’area dell’inceneritore, l’altra è adiacente. Era stata progettata anche una riqualificazione che ora andrà in fumo. Già le imprese che hanno in fitto nostri locali ci stanno telefonando per disdire il contatto». Difficoltà potrebbero nascere anche dai vincoli che esistono sulla zona che è a protezione integrale. Ma tutte le procedure dovrebbero svolgersi in tempi abbreviati, come previsto dal decreto del 23 maggio. Solo a questo punto si passerà all’affidamento diretto, come previsto dal decreto Berlusconi o a una gara di evidenza pubblico. In tre anni il termovalorizzatore dovrebbe entrare in funzione. Mentre si attende il sì di Bertolaso il quartiere si è già mobilitato. I comitati in difesa dell’ambiente che sono nati in questi ultimi mesi nella zona est, a Pianura, a Chiaiano e che si stanno rafforzando ora anche ad Agnano, hanno protestato davanti alla municipalità. Il presidente Giuseppe Balzamo, che già lunedì aveva duramente criticato la scelta della Iervolino, si è schierato dalla parte della protesta.

 

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