Un movimento spontaneo di cittadini in prevalenza dell'area a nord di Napoli sfila fino al Plebiscito: "Vogliamo vivere"

Il popolo della Terra dei fuochi infiamma la città: "Basta veleni"

In 50 mila alla marcia ma la piazza alla fine si divide
27 ottobre 2013 - Antonio Di Costanzo
Fonte: Repubblica Napoli

LA MANIFESTAZIONE contro roghi tossici e discariche è un successo. Arrivano da tutta la Campania, anche da altre regioni: "Taranto presente", si legge su uno striscione. Allafine sono oltre 50 milai manifestanti scesi in piazza, il doppio per gli organizzatori, per gridare contro chi awelenala terra. Un corteo apolitico, senza simboli di partito. Non mancano, invece, i cori scanditi durante la marcia da piazza Dante al Plebiscito.
"ASSASSINI-assassini" è ritmato più volte con rabbia dalla folla. Tanti striscioni: "Hanno avvelenato la mia terra" scrivono i ragazzi di Qualiano mentre le mamme di Marigliano chiedono chelalorocittà "possa vivere". Un cartellone è dedicato aBassolino: "In prescrizione e allora va incenerito". I ragazzi di Palma Campania scrivono "No Coma collettivo organizzato", molti altri striscioni contengono insulti contro la camorra. La protesta è spontanea. Ci sono quasi tutti i comuni a nord di Napoli e del Casertano. Il «popolo», cómelo arringaAngelo Ferrillo il blogger che promuove la manifestazione, è unito nel gridare il proprio dolore, ma diviso in più anime, come dimostral'assenza di don Maurizio Patriciello e di altri animatori dellalotta contro discaricheeroghitossici.Asfilare uno dietro l'altro si ritrovano anche il movimento dei neo borbonici «attivi», seguito a pochi metri dall'ala dura dei "No Tav" e dei comitati contro gli inceneritori. In piazza Dante ci sono anche i militanti di CasaPound. Sono costretti a lasciare la manife stazione: «Colpa dei centri sociali, andiamo via con senso di responsabilità per evitare problemi. Eravamo senza simboli politici, come ci avevano chiesto gli organizzatori, ma purtroppo la manifestazione è in ostaggio dei soliti gruppi disinistra», dice Giuseppe Savuto. Dall'altra parte esultano: «Abbiamo costituito uno sbarramento m coda al corteo, tra gli applausi di tutti gli ultimi spezzoni della manifestazione, impedendo ai neofascisti di entrare». Superato questo momento di tensione, il corteo sfila per via Toledo senza incidenti. «Vivere-Vivere», ruggisce la folla che si scaglia contro la politica e accusa i giornalisti di «non dire la verità». Assente dagli slogan, in un primo momento, la camorra che per Ferrillo è un «neologismo». Poi l'aria cambia. Merito soprattutto dei più giovani che iniziano a intonare «chi non salta è camorrista», «camorrista pezzo di merda» e ancora «un solo grido, un solo allarme, camorra in fiamme, camorra in fiamme». La manifestazione è sentìta. In strada mamme e bambini anche piccolissimi. Angela porta due gemellini: «Lotto per il loro futuro». Luca dice: «Non voglio andare via dalla mia terra». Mischiati tra la gente ci sono il deputato del Movimento 5 stelle Roberto Fico, gli assessori comunali Alessandra Clemente e Francesco Moxedano e alcuni consiglieri comunali come il Verde Cannine Attanasio. Non si vede, invece, delvicesindacoTommaso Sodano, annunciato in rappresentanza di Luigi de Magistris che si trova a San Francisco. Presente, con tantodistriscionetrale mani, l'exassessoreallo Sport, Pina Tommasielli.
Il corteo scorre liscio fino al Plebiscito. Ferrillo gongola vedendo la piazza, per la quale sostiene di aver dovuto pagare una tassa di occupazione suolo di 180 euro, riempirsi. All'improvviso, però, il clima cambia. I comitati contro gli inceneritori chiedono di parlare. Prima pacificamente poi fischiando, contestando e infine salendo di forza sul palco. A scatenarli alcune parole di Ferrillo che si scaglia contro associazioni e comitati che a suo dire e sarebbero sovvenzionati dalla politica anche economicamente» e posizioni differenti su come smaltire le ecoballe. Al blogger i comitati chiedono di essere più netto contro l'utilizzo dell'inceneritore di Acerra. Tra à altro Ferrillo chiede controlli nei campi Rom per bloccare i roghi. Poi si corregge: «Parlo di interventi culturali». Un'uscita che peri contestatori sa di razzismo. Tra l'altro, poco prima, apiazzaDante,compare un cartellone senza firma: "Ma che inceneritori, forni crematori". Uno dei contestatori urla: «Andiamo via, questi sono fasci». Alla fine i comitati riescono a prendere la parola tra il disappunto di Ferrillo che scende dal palco fa un giro veloce per piazza del Plebiscito per poi impossessarsi di nuovo del megafono e incitare i manifestanti a boicottare un po' tutto: industrie, banche e persino giornali, gli stessi chiamati dal blogger per una conferenza stampa a inizio corteo. la e sociali-CasaPoundI I manifestanti in via Toledo

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