Operazione ecoballe «Riciclabili per metà»
Dopo mesi di confronti, dibattiti e polemiche sulle ecoballe - la bomba ad orologeria di cui ha scritto ieri sul Mattino il ministro Orlando - si è raggiunto un primo punto d'accordo: bisognerà «riaprirle» per cercare di recuperare tutto il materiale che si può isolare, a cominciare dai metalli e, per quel che sarà possibile dalle plastiche. In questo modo, tra l'altro, si abbasseranno i costi da affrontare per lo smaltimento della frazione residua. Sembra tramontare così l'ipotesi di un termovalorizzatore ad hoc. Ieri l'incontro tra il commissario Alberto Carotenuto e i rappresentanti dei 5 Stelle, seguito a quello che i parlamentari ebbero la scorsa settimana con l'assessore regionale Giovanni Romano, ha confermato che qualche punto comune si può trovare. A cominciare, appunto, dall'idea di aprire le balle e di farle lavorare. Già qualche settimana fa l'amministratore unico di Asia, Daniele Fortini, propose di aggiornare le linee degli stir e di destinarle alle balle. E anche i 5 Stelle, anche se con molte differenze, puntano al recupero dei materia li: a Carotenuto ieri hanno illustrato il progetto del «Distretto per il riciclo». L'idea è quella di realizzare all'intemo del distretto giuglianese strutture temporanee, totalmente smontabili e riutilizzabili (prefabbricate) capaci di ospitare centri di ricerca dedicati al recupero della materia; tutti i macchinari sarebbero su ruota, così da poter raggiungere ed affiancare direttamente la piramide di turno e poi i terreni da bonificare. Carotenuto, dal canto suo, non sarebbe ostile all'idea di lavorare nuovamente il materiale tritava gliato. Ma mentre tutti sembrano d'accordo sull'idea direcuperare il recuperabile, diverse sono le ipotesi sul destino della frazione residua. I Cinque Stelle pensano di poter recuperare la materia sanificando la parte residua non riclabile: il loro progetto esclude ilricorso all'incenerimento. Asia propone di compattare la frazione secca nelle «bricchette» da bruciare nei cementifici o nelle centrali Enel. Il commissario Cartotenuto sta valutando, dal canto suo, ipotesi innovative, alternative al tradizionale bruciatore, capaci di eliminare anche parte dei veleni interrati. In ogni caso, comunque, sarebbe necessario un investimento dello Stato: sembra difficile che tutto possa essere fatto a costo zero ricompensando gli investimenti privati con la vendita dell'energia maggiorata dal Cip6. Di tutto questo si parlerà martedì nell'incontro tra il commissario e la task force voluta dal ministro Orlando proprio per studiare tutte le ipotesi per smaltire le balle. Intanto un passo in avanti sulla strada del completamento del ciclo dei rifiuti è stato fatto ieri in consiglio regionale dove è stato approvato «Piano di gestione dei rifiuti speciali in Campania». Maggioranza e opposizione (astenuto il Pse) hanno concordemente detto si al «Piano Regionale di Bonifica della Campania». Contestualmente sono stati accettati due emendamenti relativi al sito deIT exstabilimento Isochimica affinchè, in qualità di sito contaminato dismesso di preminente interesse pubblico, rientri nei siti di interesse nazionale. Su questo tema, è intervenuto il presidente della Commissione speciale controllo bonifiche Antonio Amato (Pd) che ha rilanciato la proposta di destinare alle bonifiche le risorse derivanti dai beni confiscati alla camorra e alla criminalità, già oggetto di un Ordine del giorno approvato dal Consiglio.