Differenziata troppo bassa la Corte dei conti condanna Bassolino, Iervolino, Marone

NON hanno raggiunto i livelli di raccolta differenziata fissati dalla legge. E in qualità di sindaci e assessori hanno procurato un danno alle casse del Comune di 4,2 milioni. Sette amministratori condannati in primo grado dalla Corte dei conti: ci sono anche gli ex sindaci Antonio Bassolino, Rosa Russo lervolino e Riccardo Marone. Devono a Regione. È stato quantificato anche il "danno alla reputazione" dei due enti locali: 800 mila euro. Perché, è scritto nella sentenza depositata il 14 ottobre scorso, "l'immagine della Regione e del Comune è stata gravemente infangata dai difetti delsistemapubblicodiraccoltarifiuti".L'inchiesta della magistratura contabile parte da un ispezione del ministero dell'Economia del novembre 2007. Finisce nel mirino dei tecnici delle finanze la quantità di differenziata ottenuta trail 2003 e il 2007 soprattutto per il riciclo di carta e cartone. Tra "mancati introiti derivanti dalla vendita dirifiutìriciclabili" e "l'aggravio dei costi di conferimento dell'immondizia ai Cdr", gli ispettori calcolano negli anni un danno di oltre 13 milioni. "L'inefficienza del meccanismo di raccolta differenziata — secondo la Procura — dipenderebbe dalle carenze strategiche, pianificatorie, programmatiche e progettuali emergenti dal modello organizzativo implementato dal Comune m persona dei vertici politico-amministrativi" . Non solo i sindaci di allora, ma anche gli exassessori Ferdinando Di Mezza, Gennaro Mola, Riccardo Marone, Ferdinando Balzamo, Massimo Paolucci. Colpe ed omissioni: "La giunta non si è fatta mai carico di stipulare un contratto di servizio con il gestore Asia". Respinta dai giudici anche una delle tesi a difesa degli imputati: "La mancata collaborazione della cittadinanza alla quale dovrebbe imputarsi il mancato decollo della raccolta differenziata".