Le ecoballe una bomba ad orologeria = Ecoballe bomba a orologeria
Il governo di cui faccio parte ha giurato lo scorso 28 aprile; quattro giorni dopo, ho deciso di andare nella Terra dei Fuochi. «Sono venuto qui - dissi allora, mi si perdonil'autocitazione - per segnalare l'attenzione e la vicinanza del governo a un territorio ferito sotto il profilo ambientale e della legalità e il cui riscatto riguarda tutto il Paese». Ho fatto questa premessa perfar comprendere la mia soddisfazione quando l'altro giorno mi sono seduto intorno a un tavolo del Viminale insieme ad altri tré ministri, il presidente della Regione Campania, il capo della polizia, quello dei vigili del moco e una lunga serie di prefetti per discutere su come affrontare le drammatiche emergenze di quel territorio.
Sono sempre stato convinto che per affrontare e risolvere questa drammatica emergenza serva un'azione multidisciplinare organica, coordinata e costante nel tempo (un tempo che temo purtroppo sarà necessariamente lungo) e dunque la costituzione di una task-force intergovernatìva permanente sulla Terra dei fuochi, annunciata al termine della riunione dal ministro Aliano, credo sia una notizia molto positiva per quel territorio, per tutta la Campania e credo di poter dire per l'intero Paese.
La complessità di questa vicenda credo però richieda una visione più generale della questione. Provo a spiegare. Durante il mio intervento nella riunione al Viminale, insieme alle tante cose da fare urgentemente con la collaborazione istituzionale di tutti, ho elencato una serie di provvedimenti già presi dal mio ministero. Ho illustrato la proficua cooperazione con il commissario per i roghi Donato Cafagna, la cui maggiore capacità di intervento sta producendo buoni risultati, ho ricordato il protocollo firmato con le prefetture di Napoli e Casería per la raccolta di pneumatici abbandonati realizzata con l'aiuto di Ecopneus, le analisi effettuate dalTIspra, la collaborazione con l'Arpa Campania sui carotaggi, gli interventi dei carabinieri del Noe e altro ancora come il bando da 7 milioni di euro sui rifiuti per comuni sciolti per infiltrazioni criminali. Tra questi provvedimenti ne ho citato anche uno apparentemente estraneo alla vicenda specifica: il divieto di importazione in Campania di rifiuti che abbiamo incluso nel decreto del Fare. Il senso di questa citazione era per me molto chiaro: si riuscirà ad abolire per sempre la denominazione Terra dei Fuochi dal vocabolario geografico nazionale solo quando si affronterà con la stessa determinazione collettiva la questione generale dell'emergenza rifiuti in Campania su cui, peraltro, da tempo grava l'inflessibile bacchetta europea di Bruxelles con le varie procedure di infrazione.
Faccio un altro esempio per capirà fino in fondo. E' possibile pensare di risolvere il problema ambientale dei tenitori tra Ñapo li e Casería senza includervi l'altrettanto drammatica emergenza delle tonnellate e tonnellate di ecoballe da smaltire, la maggior parte delle quali si trovano stivate proprio nel cuore della Terra dei Fuochi? Un mese fa, a proposito di roghi, in provincia di Benevento è andato a fuoco un sito di ecoballe. Per spegnerlo sono occorsi tré giorni e una colata di cemento. Non credo sia possibile nemmeno immaginare quali sarebbero gli effetti catastrofici se malauguratamente succedesse qualcosa del genere a Giugliano, tanto per fare l'esempio più annoso. Le ecoballe sono una bomba ecologica ad orologeria che va disinnescata al più presto e per questo ho voluto insediare al ministero un comitato scientifico composto da esperti di Enea, Cnr, ed Ispra con il compito di elaborare la migliore soluzione possibile per trovare alternative al termovalorizzatore previsto dal piano dei rifiuti della Regione. Qualunque sarà la scelta finale, per liberarsi delle ecoballe serviranno però ingenti risorse economiche. E qui arriviamo ad un altro degli snodi decisivi: le risorse con cui affrontare tutte queste urgenze.
Un altro degli aspetti positivi emerso dalla riunione del Viminale è stata la compattezza con cui tutti i ministri presenti si sono impegnati al reperimento di nuovi stanziamenti. Per le regioni italiane c'è per esempio la possibilità di sbloccare, come mi è spesso capitato di sottolineare, un miliardo di euro di risorse già stanziate che potrebbero essere immediatamente spese attraverso la rimodulazione del patto di stabilità. Una parte di questi soldi potrebbe dunque essere utilizzata dalla Campania proprio per le emergenze ambientali. Ma c'è un'altra partita che definirei decisiva: quella dei Fondi europei di coesione e sviluppo 2014-2020. Da settimane sto lavorando affinchè nella definizione degli obiet tivi a cui questi soldi saranno a noi destinati dall'Europa vengano inserite anche le questioni "di matrice ambientale". Una semplice locuzione grammaticale che significherebbe però un passo da gigante per tanti problemi di cui in materia soffre l'Italia: avere a disposizione questi fondi potrebbe davvero rappresentare per la Terra dei Fuochi una vera svolta. Tutti i miei colleghi di governo, sottolineo in particolare quello del ministro Aliano, mi hanno confermato su questo punto pieno appoggio politico.
Con l'Europa che ci guarda, la questione ambientale campana, e in particolare quella della Terra dei fuochi, si dipana solo attraverso una chiara suddivisione di competenze e certezze. Su tutti i piani. Anche per distinguere il vero dal falso e restituire un minimo di serenità a quelle popolazioni. Serve responsabilità, impegno e soprattutto coesione da parte di tutti. È l'ultima possibili tà che le istituzioni hanno sul territorio per salvare la faccia della politica. È un lavoro difficile che non ammette più bandiere di partito o posizioni partigiane. Mi pare che tutti i presenti siano usciti dal vertice al Viminale con questa piena consapevolezza.