Ambiente Vertice al Viminale. I siti inquinati diventano di interesse nazionale

Una task force per blindare la Terra dei fuochi

Nugnes: non abbiamo soldi per tracciare il cibo Varata in un incontro al Viminale. Le aree elette a siti di interesse nazionale
24 ottobre 2013 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — II governo prova a blindare la Terra dei fuochi, eleggendo le aree seviziate da roghi contìnui a siti di interesse nazionale. Inoltre, sarà istituita una task force, formata da rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente, delle Politiche agricole, dell'Interno, e della Salute e dai Vigili del fuoco che si riuniranno periódicamente, probabilmente ogni settimana, per fare il punto sugli eventuali progressi delle operazioni di vigilanza. È quanto è stato stabilito al termine di un incontro svoltosi al Viminale per affrontare la questione dei roghi tossici e dello scarico incontrollato dei rifiuti nelle aree tra Napoli nord e la provincia di Casería. Alla riunione erano presenti i ministri dell'Interno Angelino Aitano, delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, della Salute Beatrice Lorenzin e dell'Ambiente Andrea Orlando, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, i prefetti di Napoli e Caserta, Francesco Antonio Musolino e Carmela Pagano, il capo della Polizia Alessandro Pansa, il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco Alberto Di Pace e il responsabile per il fenomeno dei roghi in Campania, Donato Cafagna. «E stato un'occasione di confronto molto positiva — ha com- mentato Caldoro —, del resto una emergenza nazionale merita una risposta nazionale. In questi ultimi tempi è stata avviata un'attività concreta che adesso va rilanciata con maggiore forza e mezzi. Dopo molti anni di assenza e distrazioni oggi le istituzioni si assumono la responsabiltà che il tema merita. Bisognerà chiedere le risorse per le bonifiche nella programmazione europea 14/20, l'Europa deve consentirci questo intervento. Abbiamo individuato insieme un percorso che non dobbiamo abbandonare. Con i ministri competenti rafforzeremo il monitoraggio sui prodotti, perche tutelare il prodotto campano significa tutelare i prodotti italiani, e rafforzeremo le azioni di prevenzione e cura della salute con un programma di assistenza rivolto alle popolazioni dell'area». E proprio per giungere alla massima pecentuale di sicurezza alimentare occorrerebbe puntare su indagini meticolose sui «prodotti agricoli finiti». Ma secondo l'assessora regionale all'agricoltura, Daniela Nugnes, le risorse devono essere reperite altrove, dato che la Regione non potrà mai affrontare, da sola, questo sforzo economico. «Per dare sicurezza al territorio e per recuperare la fiducia nei prodotti agricoli campani — ha detto Nugnes in commissione regionale sulla emergenza nella Terra dei fuochi — è necessario effettuare indagini sul prodotto finito, ma si tratta di analisi costose, per le quali l'assessorato non dispone di risorse». L'assessora all'agricoltura della giunta Caldoro ha invitato pertanto tutte le forze politiche a farsi carico del problema, tenuto conto che l'agricoltura corrisponde al 60% del Pii regionale. Nugnes ha ribadito che «da qui a tré mesi la Regione potrà disporre di una mappatura delle diverse analisi sui territori agricoli, ma la vera sfida saranno gli esami isotopici, per stabilire piena certezza della provenienza e as- sicurare la tracciabilità completa dei prodotti agricoli, così come già fatto con la mozzarella. Tra l'altro, anche gli imprenditori del settore hanno mostrato piena disponibilità per concorrere alle spese di questa operazione, a conferma che è interesse soprattutto delle aziende che lavorano in Campania fornire garanzie di qualità». Ma quanto costerebbe avviare un controllo così dettagliato del prodotto agricolo? «Mi hanno riferito che per ogni io ettari di terreno coltivato occorrerebbero dai 50 ai 100 mila euro per la tracciabilità». Considerato che la superficie agricola totale in Campania (dati censimento 2010) è di 722.425 ettari, cioè circa il 52% dell'intera regione, la somma da prevedere sarebbe davvero enorme. Nugnes ha successivamente spiegato «che con i 600 mila euro stanziati sono già in corso, per effetto del protocollo d'intesa stipulato con gli assessorati all'agricoltura e all'ambiente, le analisi dei ter reni, il censimento dei pozzi agricoli e l'analisi degli stessi pozzi nella zona di Caivano e di Casal di Principe. Un progetto pilota — ha aggiunto — che potremo estendere anche ad altre zone. Ï io novembre, tra l'altro, entreremo m possesso di 1500/2000 esiti di analisi, comprensivi di quelle effettuate dal 2008 a oggi nella zona Resit e dove esplose l'allarme diossina. Non si tratta di risultati vecchi — ha tenuto a precisare — ma frutto di un continuo monitoraggio. E in tré mesi avremo anche la mappatura completa dei tenitori a cavallo della provincia di Casería e quella di Napoli».

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