Bonifiche, corsia d`emergenza per i fondi
L'assessore regionale Romano: non chiediamo poteri speciali ma strumenti e risorse indispensabili per la gravita della situazione
Un passo indietro per andare avana: lo farà probabilmente il go verno riportando vita i vecchi Sin. Se ne è discusso ieri nel corso del vertice tenuto al Viminale. La richiesta era già stata avanzata dalla Regione Campania e ieri il tema è tornato sul tavolo incontrando l'assenso dei partecipanti, in primo luogo quella del ministro Andrea Orlando. In Campania fino allo scorso anno c'erano sei siti di interesse nazionale (Pianura, il Litorale Domitio negreo e l'Agro Aversano, Bagnoli e Napoli est, bacino del Samo) che comprendevano quasi il settanta per cento del terreno regionale, la norma varata a febbraio dall'allora ministro Corrado Clini, li ha ridotti a due (Bagnoli e Napoli est) limitandoli alle sole aree urbane e industriali. Un provvedimento duramente contestato dalla Regione che già ha presentato un ricorso al Capo dello Stato e ha più volte chiesto il ripristino delle vecchie norme che renderebbero più facile la lotta contro i roghi e soprattutto contro chi inquina. Tre gli aspetti che spingono il governo su questa strada. Il primo è quello della prevenzione. Le normative sui Sin prevedono infatti un maggiore controllo sull'effetto che le nuove attività avranno sul territorio in termini di inquinamento. E questo vale anche per le azioni già in corso se ci sono delle modifiche. Se ad esempio un'azienda decide di impiantare una nuova fabbrica o di modificare l'attività già esistente in un'area compresa in un Sito di interesse nazionale sarà sottoposta a maggiori controlli rispetto a quelli che dovrebbe affrontare in un'area per così dire «normale». E questo indubbiamente rappresenta una garanzia per i cittadini. Il secondo aspetto da considerare è quello degli interventi straordinari: per le aree Sin è prevista una particolare attenzione da parte degli organi governativi per fronteggiare criticità particolari come quelle che si vivono nella Terra dei Fuochi. Il terzo e più significativo elemento è quello degli interventi normativi con deroghe specifiche per il territorio. Un esempio per tutti: durante il periodo dell'emergenza erano state previste pene più severe (fino all'arresto) per chi abbandonava rifiuti illegalmente. La norma è decaduta nel 2010 con lafine dell'emergenza. Ripristinarla servirebbe a rendere più efficace il contrasto all'illegalità. E già gli esperti giuridici stanno studiando modifiche per inasprire le pene per i reati ambientali «Attualmente combattiamo con armi spuntate - spiegai'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano - troppo spesso i criminali se la cavano con sanzioni amministrative. Ma quello che è successo nelle aree delle discariche del giuglianese è un crimine contro l'umanità». Romano commenta con soddisfazione il via arrivato ieri al ripristino dei vecchi Sin: «Si tratta di un provvedimento importante - dice - noi avevamo già fatto ricorso al Capo dello Stato contro l'abolizione dei quattro siti perché era l'unica cosa che potevamo fare. Ora speriamo che il governo riveda le norme come ha già chiesto il governatore Caldoro. Il presidente della Regione non vuole poteri speciali ma gli strumenti e le risorse necessari per affrontare una situazione straordinaria. Alcune norme le abbiamo introdotte con la legge regionale. Ad esempio quella che impedisce il riutilizzo per quindici anni dei terreni attraversati dai fuochi. Ma serve la forza di legge nazionali»