Cemento, mattoni e lastre di copertura: è quel che resta di un capannone abbandonato ben visibile da Riva Fiorita

Una discarica di amianto sul mare

Discarica di eternit sul mare di Posillipo l`Asl ordinò la bonifica due anni fa
24 ottobre 2013 - Stella Cervasio
Fonte: Repubblica Napoli

UN MARE di amianto. I resti — giganteschi — di uno sversamento abusivo di "onduline", lastre di eternit per un'estensione di circa 200 metri quadrati. E sopra, a strati, materiali edili, interi sacchi di cemento, laterizi, mattoni a pochi metri dal mare di Posillipo. Di fronte, ben visibili, gli scogli di Riva Fiorita.
CHISSÀ quanti napoletani, facendo il bagno, quest'estate e quelle che l'hanno preceduta fino a tornare a circa 15 anni fa, avranno avvistato la "Bagnoli di Posillipo". È appunto in quel periodo che stava per sorgere una costruzione, poi bloccata dalla magistratura, nei pressi di un cantiere navale. Capannoni intestati a una società che avrebbe dovuto provvedere a proprie spese allo smalti mento dei rifiuti speciali. Ma il tempo è passato, e non se n'è fatto niente, nonostante su questa vicenda, in Procura, sezione reati ambientali, vi sia un consistente fascicolo. L'indirizzo è un terrazzamento che si raggiunge procedendo per la strada privata chepartedaviaPosiUipo al civico 54, di fronte al deposito dell'Anm. Basta affacciarsi per capire che non c'è bisogno di andare nella Terra dei fuochi per vedere certi panorami. Qui siamo sul mare, nel golfo dei poeti, il cuore di Napoli. Nell'incartamento che riguardala "Bagnoli di Posillipo", a suo tempo laAsl aveva diffidato la proprietà, una società napoletana, ma per i passaggi di mano nella committenza si determinarono ritardi che hanno prolungato i tempi fino a due anni fa. Amianto a Posillipo Nel 2011 l'Asl chiede la bonifica. I sopralluoghi inunposto che sembra nascosto anche agli occhi dei condomini dell'edificio soprastante (alcuni dei quali hanno presentato più di un esposto), rivelano però la cosa non è cosi semplice. L'erosione degli anni e del mare hanno polverizzato le fibre del materiale a rischio spargendolo in giro, oltre che nell'acqua. Si scopre che occorreràben altro che qualche camion spedito sul posto per portare via i rifiuti. Il cantiere sequestrato ha le travi metalliche dei solai piegate e perciò a rischio crollo. Il piano di lavoro per la rimozione, stilato forse senza andare sul posto, è da rifare.

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