Il caso Assenze annunciate: tensioni tra le «anime» del partito

Disertano Alfano e De Girolamo Terra dei fuochi, è faida nel Pdl

Lorenzin non va ad Avellino Polemiche anche per la mancata visita del ministro prevista oggi
22 ottobre 2013 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

CAIVANO — Qualche settimana fa aveva annunciato via twitter che il 22 ottobre sarebbe stata «nella Terra dei Fuochi con il ministro Aliano perché è nostro dovere difendere il diritto dei cittadini alla salute e tutelare l'ambiente». Poi, pur avendo partecipato alla convention Coldiretti di Cemobbio, ha deciso di dare forfait. Tanto che dal suo partito, il Pdl, ieri si sono chiesti: ma la ministra per le Politiche agricole Nunzia de Girolamo non doveva andare in missione nella Terra dei fuochi? A porre la domanda è stato il senatore Vincenzo D'Anna, componente della commissione sanità e considerato uno dei «falchi» del Pdl. «Non so quali siano gli impegni istituzionali che impediscono al ministro De Girolamo di incontrare don Maurizio Patriciello ed i comitati civici. Stento, però, ad immaginare — ha affermato D'Anna — problemi più urgenti rispetto a quelli dell'inquinamento dei prodotti agroalimentari. Peggiore però -— ha aggiunto — è la latitanza del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando il quale, dopo varie passerelle politiche in provincia di Casería, ancora cincischia intomo ad un problema che minaccia la vita di milioni di persone». Dai democrat, Massimiliano Manfredi ha fatto quadrato intomo a Orlando, giudicando «risibili» gli attacchi di D'Anna. Mentre il consigliere regionale Franco Nappi, del Pdl ma vicino ad Aitano, ha commentato: «Non mi preoccupa se i ministri Aitano e De Girolamo rinviano la propria visita alla Terra dei Fuochi, ciò che conta è che il Governo metta in atto iniziative concrete ed urgenti per dare corso alle bonifiche».
Insomma, persino le drammatiche emergenze ambientali dei territorii tra Napoli e Caserta sono scadute a oggetto di contesa politica. E una ulteriore e imbarazzante prova è stata fornita anche in Irpinia, dove era attesa la visita della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, all'ospedale Moscati. Lorenzin — ha fatto sapere con una nota piccata la consigliera regionale Antonia Ruggiero — non verrà più: «Il ministro ha motivato tale cancellazione per ragioni di ordine politico, sostenendo che avrei dovuto seguire regole non scritte, coinvolgendo non meglio precisati parlamentari di riferimento. Per il ministro, la salute dei cittadini è subordinata a piccole e meschine beghe di partito. In un passaggio successivo — ha proseguito Ruggiero — il ministro ha indicato il deputato Raffaele Calabrò, quale referente». Calabrò ha dovuto lanciare un appello all'unità per tentare di calmare gli animi: «La sanità campana è nel cuore e al centro dell'attenzione di tutto il partito. Evitiamo equivoci». Mentre la portavoce del Pdl alla Camera, Mara Carfagna, ha punzecchiato: «Spero si tratti solo di un fraintendimento, altrimenti sarebbe davvero grave: se si dovessero subordinare questioni così importanti a quelle relative alla vita intema di partito ci troveremmo di fronte a un comportamento inqualificabile indegno del ruolo che si ricopre e irrispettoso nei confronti dei cittadini».
Ieri, l'attenzione riposta dalla commissione ambiente del Senato (che ha scelto di venire a Caivano e nella Terra dei fuochi per compiere dei sopralluoghi nei siti inquinati e ascoltare i sindaci) è finita anch'essa per scivolare sulla ennesima polemica, stavolta innescata dal senatore della Lega Nord, Paolo Arrigoni, il quale, sul suo profilo Facebook, aveva postato un commento sulla situazione ambientale campana: «Come può succedere tutto questo? Dove erano i sindaci, i presidenti di Provincia e della Regione (Bassolino) le Asi, le Arpa, le forze dell'ordine che dovevano controllare? E la conferma che l'Italia è proprio divisa in due! Al Nord c'è la cultura della legalità e della gestione dei rifiuti, anche perché se abbandoni in giro un pezzetto di cemento armato ti prendi una stangata pesantissima. Al Sud, invece, regna il menefreghismo e l'impunità assoluta. ÑÛ pagherà la bonifica della Terra dei fuochi non può essere sempre Pantalone». Ad Arrigoni hanno replicato sia Mará Carfagna («È conclamato che la stragrande maggioranza dei rifiuti tossici presenti in Campania sono frutto di un ignobile accordo mortale tra camorra e certe aziende del Nord») che il presidente del consiglio regionale Paolo Romano («I commenti del senatore Arrigoni sono irricevibili»). La commissione Ambiente del Senato si è recata, quindi, in visita da don Maurizio Patriciello, il prete che sostiene le battaglie dei comitati. Poi, i senatori hanno ascoltato le richieste dei sindad, che hanno insistito sulla necessità di una legge speciale e sulla mappatura delle aree coltivabili. «Non so - ha precisato il presidente della commissione Giuseppe Marinello- se si tratterà di una legge speciale o meno. Bisogna individuare i finanziamenti, ad esempio attingere alle risorse del Fondo Unico Giustizia, fondato sui proventi dei sequestri e delle confische alla mafia». I parlamentari hanno incontrato una delegazione di studenti del liceo scientifico Braucci di Caivano, accompagnati dal professore Giuseppe Esposito. «Nutriamo profonda sfiducia nei confronti dello Stato - ha raccontato Giandomenico De Biase, responsabile d'istituto - e abbiamo chiesto ai commissari trasparenza su quello che accade nel nostro territorio. Qui — ha concluso lo studente — abbiamo più paura dell'inquinamento che della camorra».

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