«Sbagliata la violenza, ma basta scempi»

De Magistris al fianco dei manifestanti: sindaci uniamoci, rischio nuove discariche
15 ottobre 2013 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Una città m ostaggio dalle 8 del mattino fino a sera. In Comune minimizzano, ma la realtà è che le battaglie contro gli inceneritori - di cui il sindaco Luigi de Magistris è sicuramente interprete - rischiano di trasformare Napoli in un territorio di pericolosa guerriglia urbana. Almeno così appare dopo quanto accaduto ieri in via De Gasperi. Foto, filmati, tafferugli e un blocco della viabilità raccontano esattamente questo. Inpochi, che pure hanno le loro ragioni, ieri hanno provocato il caos. «Un conto è la violenza altra cosa sono le manifestazioni» questo il blando commento che si fa a Palazzo San Giacomo in merito ai disordini di ieri. Forse oggi il sindaco - questo trapela - potrebbe approfondire la questione. Nessuna condanna esplicita, per ora, riguardo i tafferugli che hanno anche causato due feriti, tra cui un poliziotto. Significa allora che quella andata in scena ieri è tollerata come un'espressione di disobbedienza civile? E le regole, quelle che devono rispettare tutti quando si fanno manifestazioni - basta pensare ai cortei dei disoccupati - perché sono state ignorate? Napoli ha bisogno di normalità. Mentre la realtà è che migliaia e migliaia di napoletani ieri sono stati abbandonati al loro destino: da chi non è potuto arrivare in ufficio a chi ha cercato di muoversi con i bus che erano ancora più un miraggio di quanto non accada solitamente, agli automobilisti imprigionati lungo via Marina fino al casello dell'autostrada. Un incubo. Poche decine di persone hanno paralizzato Na poli e tenuto in ostaggio la terza città d'Italia. Al momento la posizione del sindaco è questa, espressa negli studi di Napoli Tv: «Servono politiche diverse sui rifiuti. No a inceneritori e discariche, non è questa la strada ma un ciclo virtuoso». Poi pretendere dal governo i soldi per le bonifiche». E ancora de Magistris lancia un appello a schierarsi insieme «contro le lobby degli inceneritori e delle nuove discariche» rivolgendosi ai sindaci dell'areametropolitana. «C'è il rischio di una mega discarica daMarano a Quarto: progetti accantonati in un cassetto che per adesso è chiuso a chiave e noi vigiliamo su quella chiave, ma se ci si distrae qualcuno apre quel cassetto e mette in atto il progetto». «Nonio permetteremo - conclude - e non ci fermiamo un attimo, stiamo dimostrando di resistere di fronte a varie manine». Il governatore Stefano Caldoro ha un'idea e un modo di affrontare la questione diversa: «Solo con i no e con la protesta i problemi non si risolvono». Parole dette a Giugliano, epicentro dell'emergenza ambientale e anche della mobilitazione contro la realizzazione di un termovalorizzato rè che smaltisca i milioni di ecoballe accumulati sul territorio. Da lì il presidente della Regione rinnova l'impegno a «fare e dare risposte», come è accaduto per la discarica ex Resit, visitata dallo stesso governatore, dove è stato avviato un percorso di bonifica , in estate, dallo spegnimento delle fumarole che per anni avevano avvelenato l'aria. «È necessario che si risponda ai problemi. Bisogna fare, realizzare le cose come succede in tutta Italia, in tutta Europa, in tutto ilmondo. Un'area della Campania Felix, così straordinaria deve essere recuperata a tutti», insiste Caldoro. Nella mobilitazione di queste settimane sul versante del risanamento «ci sono ele menti di energia positiva, vedi il mondo della Chiesa, le associazioni dei tanti giovani che vogliono capire, sapere, partecipare, essere coinvolti e fare una battaglia chiara contro la camorra e contro le mafie». Secondo il governatore «la partecipazione dei cittadini e dei giovani è essenziale, altrimenti non d si riesce. Però la logica è fare, dare risposte. Solo con i no o con la protesta i problemi non si risolvono. Come dimostra il passato».

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