Il Tar riapre lo Stir di Tufino. Caos e traffico in tilt per la protesta anti inceneritore di Giugliano

Rifiuti, ogni napoletano deve 100 euro Rifiuti, maxidebito di Napoli: deve 96 milioni alla Provincia

Morosi tutti i Comuni e la Provincia non può più anticipare
Smaltimento, i Comuni non pagano. E non riscuotono la Tarsu
15 ottobre 2013 - Angelo lomonaco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Rifiuti: tutti i Comuni del Napoletano sono sommersi dai debiti, non incassano la Tarsu se non in quota molto ridotta e quindi non si sa come potranno pagare il servizio quando, a gennaio, uscirà di scena la Provincia. Che vanta un credito di oltre 230 milioni per le anticipazioni del 2010-12. Ð Comune di Napoli deve 96 milioni, in media 100 euro a residente; Giugliano oltre 14, Afragola 7,6. Solo il Comune di Capri ha un minidebito di 178 euro, pochi centesimi per cittadino. Ieri, intan to, il Òàã ha fatto riaprire lo Stir di Tufino e, tra le proteste durate mezza giornata, il commissario ha ammesso entrambe le offerte per il tennovalorizzatore di Giugliano.
NAPOLI — «II Òàã ha accolto il nostro ricorso cautelare e già da questa sera (ieri sera per chi legge, ndr) lo Stir di Tufino riprenderà a funzionare». Parola del presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo. Meglio così. Tuttavia il problema finanziario che sta dietro la crisi degli ultimi giorni è tutt'altro che risolto. Ed è un problema di proporzioni gigantesche, visto che tutti — tutti, nessuno escluso — i Comuni sono fortemente esposti nei confronti della Provincia di Napoli, che finora ha anticipato per loro i pagamenti alla Sapna. Il debito complessivo ammonta a quasi 230 milioni di euro (per la precisione 228.419.276) per il triennio 2010, 2011, 2012. Di gran lunga in testa alla classifica del debito è il Comune di Napoli, che deve pagare arretrati per 88.020.908 euro. E supera quota 96 milioni di debiti se si sommano altri 8.120.000 euro di arretrati (che non risultano nel la tabella a lato) calcolati nell'ambito dei 19 milioni di conguaglio complessivo per il solo 2012. Il secondo nella graduatoria dei Comuni debitori è Giugliano, che per il periodo 2010-12 deve ancora 14.294971 euro (più conguaglio). Certo, con i suoi no mila abitanti, Giugliano è la terza città della Campania (dopo Napoli e Salemo), eppure Torre del Greco, quarta con 85.382 residenti, deve «solo» 4.721.624 euro. Fortemente indebitata è anche Afragola: 7.625.956 euro. E Melito, in rosso per 5.678.581 euro. Considerando l'indebitamento medio per residente, proprio Melito batte tutti perché ognuno dei suoi 37 mila abitanti deve 153 euro. La media è di circa 130 euro a Giugliano, 119 ad Afragola e quasi 100 a Napoli. Tra i 92 Comuni napoletani, uno solo ha un debito irrisorio, a tré cifre: è Capri, che alla Provincia deve appena 178 euro, pochi centesimi a residente. Questi, però, sono i debiti nei confronti della Provincia, non tutti i debiti dei Comuni per i rifiuti. La Fibe vanta ancora un credito complessivo di 140 milioni dai Comuni di tutta regione. Per il periodo 2006-2009, è invece la Protezione civile che attende il pagamento di 150 milioni, sempre dagli enti locali campani. Tornando nell'ambito napoletano, il ruolo di supporto che la Provincia ha svolto finora sta per finire. Perché l'ente non ha più le casse abbastanza floride da poter svolgere un ruolo da ammortizzatore economico, ambientale e sociale e anche perché dal primo gennaio la Provincia uscirà dalla gestione del ciclo dei rifiuti, anche se non è ben chiaro se subentrerà la Sapna o l'Ambito territoriale ottimale. In ogni caso, dall'anno prossimo il servizio sarà affidato a Comuni in forte crisi che rischiano di imballare definitivamente il sistema. Almeno nell'area di Napoli, perché nelle altre province campane tutte queste difficoltà non ci sono. Da cosa nascono tanti problemi finanziari? Innanzitutto dal tasso di insolvenza alla Tarsu, che arriva a superare il 75%. A Napoli la Tarsu annua è aumentata dell'87% rispetto al 2007 e ammonta in mediaa 529 euro a famiglia, a fronte di una media di 270 nel Mezzogiorno, secondo i dati resi noti ieri a Roma da Comieco e Fondazione Sviluppo Sostenibile nell'ambito di uno studio sullo «Sviluppo della raccolta differenziata di carta e cartone nel Sud Italia». Ma, è evidente, il Comune riesce a riscuotere pochissimo. Di fronte a un simile scatafascio finanziario, non stupisce che il servizio funzioni in modo insoddisfacente. Non stupisce neppure che il Comune di Tufino — debitore nei confronti della Provincia per oltre 265 mila euro — «prema» per ottenere i ristori ambientali ai quali ha diritto visto che ospita l'impianto di tritovagliatura. Ristori che per uno Stir si calcolano sulla base di 3 euro a tonnellata trattata. Nel caso di Tufino, il Comune fino al 2005 non ha incassato i ristori dalla Fibe, che allora gestiva l'impianto. Estromessa la Fibe, il commissariato straordinario ha pagato fino al 2009. Dalla fine di quell'anno a maggio 2011, è stata la Provincia a versare i ristori. Successivamente, sulla base di un parere della Corte dei conti la Provincia si è fermata. Ora, in base al regolamento 8 della Regione modificato per chiarire la questione, tocca ai gestori dei siti incassare e pagare, anche i ristori ambientali. Ma come si potrà pagare senza incassare? In attesa di una risposta, e nonostante le proteste di ieri, il commissariato per i termovalorizzatori ha aperto le buste delle Ati guidate da Astaldi e A2A e ammesso entrambe le offerte per l'impianto da realizzare a Giugliano che dovrebbe smaltire le ecoballe. Ora dovrebbe partire la procedure di dialogo competitivo. Se poi sarà effettivamente realizzato o meno è un'altra domanda alla quale non c'è ancora risposta. 

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