Rifiuti, piano anti emergenza
NAPOLI - II blocco del conferimento dei rifiuti nello Stir di Tufino rischia di mandare in ginocchio Napoli e provincia nel giro di pochi giorni. Sono febbrili le telefonate, gli incontri tra centro città e zone limitrofe, per studiare una strategia, anche se tutti sperano che il ricorso al Tar che sarà presentato oggi possa ottenere una risposta vincente e di urgenza che risolva la situazione. In queste ore, infatti, i Comuni stanno valutando la propria autonomia e soprattutto in quei territori dell'area nord che fanno più fatica con la raccolta differenziata, l'emergenza è già cominciata. I conferimenti a Tufìiio, infatti, rappresentano una porzione importante della 'torta' complessiva della spazzatura da smaltire ogni giorni, togliendola dalle strade. Sono novecento tonnellate al giorno, tantissime, che bastano a mandare in tilt la provincia partenopea nel giro di pochi giorni, sommergendola di spazzatura. A Napoli l'emergenza è alle porte, ma il Comune ha fatto una stima dell'autonomia attuale che il territorio ha in caso di mancanti sversamenti a Tufìno. Per i momenti di particolare difficoltà, come già avvenuto due anni fa, il Comune sversa nel sito di stoccaggio dell'ex lem die garantisce al capoluogo par- tenopeo un'autonomia di altri 10 giorni. I disagi, però, sono già cominciati, ma sono quelli endemici della raccolta dei rifiuti a Napoli e che, ovviamente, in questi giorni vengono ingigantiti dall'emergenza del blocco di Tufino. Il sito di via Brecce, usato come sversatoio temporaneo in caso di emergenza, offre dieci giorni di respiro alle strade del capoluogo. Passato quel tennine la città, senza la riapertura dello Stir, si ritroverà sommersa dalla spazzatura come già avvenuto in passato. I disagi sono già cominciati in numerosi comuni della provincia, anche perché gli altri siti campani non possono garantire la copertura di tutte le novecento tonnellate che vengono abitualmente sversate nel Nolano. Così i cumuli per strada fanno già la loro ricomparsa. Dieci giorni di autonomia sono stati assicurati dal Comune di Napoli, dall'assessorato all'Ambiente di Tommaso Sodano, mentre la Provincia, con Antonio Pentangelo, spinge per la riapertura di Tufino: "Io non vedo niente di particolare. Stavolta si "denunciano " le efficienze. Gli impianti di depurazione funzionano correttamente, non c'è caos, mi sembra tutto in ordine. Spero che questa storia abbia presto una fine, perché i problemi strutturali sono altri, e risiedono nella messa a regime di un sistema che a fine anno subirà una radicale trasformazione con la fuoriuscita della Provincia di Napoli nel proprio ruolo ali 'interno della gestione del ciclo dei rifiuti - spiega Antonio Pentangelo, presidente della Provincia - Mi auguro che il Tar intervenga con la dovuta urgenza in merito al ricorso die domani presenterà l'amministratore della Sapna. In ogni caso questa storia nasconde anche altre verità: proteste per ristori ambientali ritenuti non sufficienti, amministrazioni comunali che continuano a non pagare la Sapna determinando situazioni di sofferenza di cui la Provincia non può più farsi carico, una precaria situazione dell'impiantistica che deve finalmente essere affrontata una volta per tutte ". Tra accuse e veleni. Oggi ci sarà il vertice in Prefettura con ü sindaco di Tufino .che resta indagato, e il ricorso al Tar. Il tempo stringe.