Rame della Tav ecco la «centrale» dei ricettatori

In un capannone 12 tonnellate di cavi Per due anni viavai di camion e furgoni
13 ottobre 2013 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Il ferro, il rame già privato della guaina e pronto per essere fuso, le batte rie di auto usate erano nascosti in un capannone, a soli venti metri dai palazzi alti otto piani di via Icaro, a San Pietro a Patiemo. Da oltre due anni qui, nel bei mezzo di un quartiere ad altissima densità abitativa, in questo estremo lembo della periferia nord di Napoli si nascondeva l'ennesima bomba ecologica: un concentrato di materiali e di misce le tossiche, veleni interrati alla buona o - peggio ancora - mai smaltiti a norma di legge. E se ancora tutto questo non bastasse, al di là di quei cancelli messi a protezione del deposito-discarica abusiva succedeva anche dell'altro: durante la notte a quelle porte bussavano i nuovi predoni delle linee ferroviarie, i ladri di rame; andavano in via Icaro a colpo sicuro: perché sapevano di poter contare su una delle più imponenti centrali della ricettazione di metalli attiva a Napoli. Sono stati proprio quei movimenti notturni a insospettire la polizia ferroviaria. Gli agenti, dopo una serie di indagini e di appostamenti, hanno così deciso di intervenire. Il blitz è scattato ieri all'alba. I poliziotti - coordinati dal vicequestore Stefano Valletta - si sono trovati di fronte a uno scenario inquietante: oltre a dodici tonnellate di rame proveniente dai furti ormai continui che vengono commessi con razzie notturne lungo le direttrici della Alta velocità ma anche sulle tratte ferroviarie ordinarie in uno dei capannoni del deposito, intestato a un pluripregiudicato della zona, hanno scoperto centinaia di batterie esauste, radiatori usati di auto e mezzi pesanti e olii di motori. Tutto materiale altamente nocivo per la salute. E appare veramente incredibile che, pur trovandosi a pochissimi passi dal centro abitato di San Pietro a Patiemo, di questa centrale di veleni nessuno si fosse mai accorto; così come di quei continui traffici notturni, con camion e furgoni che vi entravano per scaricare tutta la mercé. Vincenzo Miele, il titolare del deposito, ha candidamente ammesso di non avere, ne di averne mai fatto richiesta, alcuna licenza o autorizzazione necessaria a svolgere lo smaltimento di questi materiali. Una giustificazione che ha rafforzato negli uomini della Polfer la convinzione di trovarsi di fronte non solo una persona che smaltiva illegamente i rifiuti senza farsi scrupolo di niente; ma anche un ricettatore di rame, il nuovo «oro rosso», sempre più oggetto di razzie e furti. Dodici tonnellate di rame, sul mercato nero, valgono molti, tanti soldi. Quello trovato nei capannoni di via Icaro era di tré tipi: in parte già sguainato, in parte nudo e in parte già combusto. La polizia ferroviaria ha anche scoperto le linee di rifornimento e di approv vigionamento sulle quali Miele poteva fare affidamento: una rete robusta di italiani e stranieri (soprattutto romeni) specializzati nei furti di rame dai cavi della elettricità lungo le tratte ferroviarie. Non è escluso che proprio partendo dalla centrale di ricettazione di via Icaro, adesso, possano svilupparsi ulterio ri filoni investigativi anche a carico dei ladri di rame. Ma nonostante quello del rame sia un furto che comporta conseguenze drammatiche in termini di costì per le società ferroviarie che sempre più investono nell'Alta Velocità, i rigori della legge appaiono troppo blandi nei confronti di chi quella legge la viola quotidianamente. Basti pensare che Per Vincenzo Miele, che peraltro presenta anche precedenti specifici, non sono scattate nemmeno le manette. Ha evitato l'arresto, cavandosela con una semplice denuncia in stato di libertà. La polizia ferroviaria ha ottenuto dalla Procura della Repubblica il sequestro dei capannoni. I reatì contestati a Vincenzo Miele sono la ricettazione e la violazione delle leggi in materia ambientale. A questo punto occorrerà anche iniziare a procedere con la bonifica di tutta quell'area e dei capannoniche erano stati trasformati in sversatoio.

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