Dossier del ministero, Campania al palo ritardi da Pianura al Litorale domizio
Napoli maglia nera per inquinamento ambientale e atmosferico, traffico e mancanza di verde mentre passi in avanti si registrano sulla riduzione dei rifiuti urbani e sulle presenze turistiche. Dal dossier di quasi 700 pagine presentato aRoma dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, viene fuori l'immagine di una città in affanno ma che sta cercando, a fatica, di risollevarsi. Un copione simile, con le dovute differenze, vale anche per altre grandi città della Campania.
La bomba ecologica Sul fronte delle bonifiche la strada appare pericolosamente in salita. Per quanto riguarda infatti i 24 siti contaminati del capoluogo partenopeo, le caratterizzazioni sono state eseguite sul 95 per cento delle aree interessate ma i progetti di bonifica approvati riguardano appenal'l percento. In grave ritardo anche il recupero del sito di interesse nazionale di Pianura: a fronte di una superficie di 1,5 milioni di metri quadrati, le indagini sui suoli sono state eseguite su appena 18mila metri quadrati e l'iter propedeutico alle bonifiche è al palo. Va meglio, ma non troppo, a Bagnoli e Napoli Est, dove i progetti di risanamento avviati sono relativi a poco meno del 20 per cento del territorio. La musica non cambia se si guarda al litorale domizio flegreo e all'agro aversano, in provincia di Caserta: la superficie da riqualificare sfiora i 54 milioni di metri quadrati, eppure le caratterizzazioni e le bonifiche sono a zero.
Rifiuti, primi spiragli La situazione resta grave, soprattutto perché mancano gli impianti, ma qualcosa si sta muovendo. Nel triennio 2008-2010, in particolare, la produzione di rifiuti è calata sensibilmente: a Napoli del 10,5 per cento, a Salerno del 9,9, a Caserta addirittura del 17,2. Evidentemente l'emergenza ha contribuito in parte a sviluppare il senso civico. Così ad esempio nel 2009 rispetto al 2008 la produzione prò capite di immondizia all'ombra del Vesuvio è scesa di 8 chilogrammi per abitante all'anno. Un dato in controtendenza rispetto ad altre grandi città italiane come Milano e Torino. Sulla differenziata gli esperti dell'Ispra scrivono: «Seppur ancora ad un livello più basso di altre città (17,5 per cento), la raccolta ha avuto unaumento rispetto al 2009 di quasi8 punti percentuali». Peccato che ora sia a rischio a causa della mancanza di fondi. Interessanti anche i numeri dell'organico: a Napoli se ne producono 23 kg per abitante. Purtroppo, però, non c'è ancora un impianto di compostaggio sul territorio urbano.
Cercansi parchi disperatamente Sulle percentuali di verde urbano pesano l'abusivismo edilizio, la cementificazione (Napoli maglia nera dopo Genova e prima di Torino) e la densità demografica (qui la più alta in Italia: 8.082 abitanti per chilometro qua drato a fronte dei 6.837 di Milano e dei 6.710 di Torino). Così, a conti fatti, a Napoli ci sono solo 7 metri quadrati per residente: pochissimi rispetto ai 431,4 di Trento. C'è comunque chi sta peggio: Taranto, ad esempio, con appena 1,8 metri di verde per abitante.
Sos depuratori Siamo nel 2013 ma nel capoluogo partenopeo il 20 per cento degli scarichi non è conforme alla legge. Colpa di nuovo delle costruzioni fuorilegge presenti in molti quartieri cittadini. È chiaro che questa quota, piuttosto significativa, incide anche sulla balneabilità delle acque.
Troppi fumatori È ancora elevata, a Napoli e in Campania, la percentuale di baby-fumatori, che si aggiungono agli adulti: m pratica uno su quattro compra ogni giorno le sigarette anche se nel 2011 si è assistito a un calo di vendite del 3,5 percento. I parchi Troppo cemento e abusivismo: 7 metri di verde per ogni abitante I depuratori Non in regola uno scarico su 5: a rischio la balneabilità
Welcome in Naples Dal 2007 al 2011 il numero di visitatori è aumentato del 10 per cento. Un ulteriore incremento, stando ai dati degli enti locali, si è poi registrato con la stagione dei grandi eventi, in primis la Coppa America (ospitata nel 2012 e nel 2013). C'è però da lavorare soprattutto sulla permanenza media, ancora troppo bassa.