La Superprocura conferma: Lo Uttaro chiusa
Resta sotto sequestro la discarica de Lo Uttaro. Lo ha stabilito il gip del tribunale di Napoli (in composizione collegiale) che, ai sensi del decreto 90 del 23 maggio scorso, ha ratificato il provvedimento di sequestro emesso nei mesi scorsi dalla magistratura di Santa Maria Capua Vetere. Una decisione importante quella adottata dal gip del tribunale partenopeo su istanza della Superprocura in quanto lo stesso decreto assegna un termine di 30 giorni all’autorità giudiziaria di Napoli per la conferma di misure preventive adottate da altri uffici giudiziari, pena la perdita di efficacia dei provvedimenti stessi. Insomma, se i giudici napoletani non avessero convalidato la decisione del gip di Santa Maria Capua Vetere, la discarica sarebbe stata «ope legis» dissequestrata. Così non è stato. Anzi, il gip in composizione collegiale recepisce «in toto» le conclusioni del gip di Santa Maria Capua Vetere Raffaele Piccirillo che emise il provvedimento nel novembre dello scorso anno. Nelle scorse settimane, invece, la possibilità di riapertura della discarica de Lo Uttaro era stata congelata al termine dell’udienza davanti alla decima sezione del tribunale di Napoli: il giudice Fausta Como si è riservato di decidere solo su questioni di natura pregiudiziale in ordine alla richiesta di revoca del ricorso ex articolo 700 Cpc che nell’agosto scorso aveva portato alla chiusura momentanea della discarica. Tale provvedimento è stato impugnato dall’Avvocatura generale dello Stato che ha chiesto la revoca della misura citando, tra l’altro, una sentenza della Cassazione, in base alla quale, anche in materia di controversie relative al diritto alla salute, a deliberare deve essere il giudice amministrativo. Insomma, questioni da un lato di natura penale, dall’altro di procedura civile e amministrativa, che si intrecciano sulle sorti di una discarica entrata in funzione nell’aprile del 2007 in base a un protocollo d’intesa siglato nell’autunno del 2006 dall’allora commissario di governo Guido Bertolaso (oggi sottosegretario con la stessa delega), dal presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis e dal sindaco della città Nicodemo Petteruti. Un altro - brevissimo - colpo di scena lo scorso febbraio quando il commissario Gianni De Gennaro, chiese all’autorità giudiziaria un dissequestro momentaneo dell’area per effettuare ulteriori sondaggi finalizzati alla verifica della sussistenza delle condizioni per un riutilizzo (anche parziale) del sito. I campioni prelevati furono nella circostanza analizzati dall’Arpac. Appena qualche giorno e fu lo stesso De Gennaro a chiudere la questione con una serie di dichiarazioni a dir poco sorprendenti: «La discarica di Lo Uttaro, in provincia di Caserta, non verrà utilizzata. Sono stati avviati accertamenti per conto dell’autorità giudiziaria, cui spetta il compito di valutarne l’esito al termine dei relativi esami». Dal commissariato parlarono di «esito davvero sorprendente»: insomma, persino tracce evidenti di percolato riscontrate nel terreno dopo che alcuni campioni prelevati erano stati analizzati da un laboratorio dell’Emilia Romagna. «La gente aveva ragione», il commento di De Gennaro in riferimento alle proteste contro l’apertura di discariche rivelatesi a rischio.