L`esperto: pericolo è anche la diossina del traffico in città

«Il vero pericolo sono i rifiuti radioattivi ma c`è più diossina nel traffico di Napoli»

10 ottobre 2013 - p.t.
Fonte: Il Mattino

Giuseppe Palumbo è ordinario di Patologia generale alla Federico II, ma è anche e soprattutto chimico. «Dell'avvelenamento della Terra deifuochi ho una conoscenza filtrata dalle notizie di stampa» spiega. Ma il suo può essere un punto di osservazione teorico e asettico. Un modo per cominciare a fare chiarezza sui rischi che producono le sostanze che sono (o si sospetta che sono) state sversate o bruciate.
Professore, subito la domanda decisiva: il tipo di inquinamento della Terra dei fuochi provoca neoplasle e tumori? «Senza alcun dubbio. Vivere in un ambiente inquinato può generare nel corpo umano neoplasie».
Come cautelarsi? «Si possono comprare cibi non inquinati e acqua imbottigliata altrove. Ma per l'aria alla diossina come si fa? Mica di può smettere di respirare. Però, voglio dirle, senza creare allamusmi, che a me sembra che ci sia più diossina da inquinamento automobilistico a Napoli città, che inquinamento da diossina nei singoli roghi della Terra dei fuochi. E questa diossina noi larespiriamo costantemente e tutti i giorni. Quindi, all'origine di certe patologie non c'è solo il veleno dei rifiuti tossici, ma anche quello che, sembra meno pe ricoloso, dell'inquinamento quotidiano».
Veniamo ai veleni della Terra dei fuochi. Quali sono ipiù rischiosi? «Difficile dirlo in quanto non è tanto o solo la qualità del "veleno" ma anche la sua concentrazione. Sicuramente le sostanze radioattive, tra le quali occorre fare delle distinzioni. In genere sono derivati da lavorazioni di tipo medicale. Sto parlando del fosforo, dello zolfo, dello iodio che però "decadono", cioè riducono progressivamente i loro effetti negativi in periodi brevi, in qualche mese. Il trizio e il carbonio, invece mantengono le loro proprietà radioattive per un periodo molto più lungo: il trizioperpoco più diundecennio ed il carbonio per più di 5000 anni».
E ce ne potrebbe essere? «Fino a qualche anno fa sostanze contenenti trizio e carbonio radioattivo erano molto usate (oggi se ne usano molto di meno) per cui la loro presenza nei rifiuti potrebbe essere considerevole. Difendersi dalle radiazioni emesse dal trizio e dal carbonio appare piuttosto facile visto che un foglio di cartoncino o guanti di plastica sono sufficienti per difenderci dalle radiazioni emesse. Però possono diventare estremamente pericolosi se entrano nel corpo».
In che modo? «Attraverso l'alimentazione o magari piccole ferite. Una volta nell'organismo, vi rimangono incorporate e localmente possono produrre alterazioni del Dna con conseguenze non prevedibili che includono la comparsa di neoplasie».
Si è contaminati anche mancando un animale o un frutto contandnato? «Sicuramente, anche se nella filiera alimentare la quantità di materiale assorbito in ogni passaggio (dal terreno, alla pianta, all'animale, all'uomo) tende a diluirsi progressivamente. Veniamo alle altre sostanze. «Innanzitutto considererei le sostanze inorganiche costituite principalmente da sali di metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio, cromo ed altri presenti nei rifiuti industriali, nei rifiuti delle concerie, nelle batterie abbandonate, nelle carcasse di oggetti metallici ed altro. O ancora l'arsenico che èmoltodiffuso (anche se m piccole quantità) e che è addirittura un cancerogeno riconosciuto. Alcuni dei sali minerali sono naturalmente solubili, altri lo possono diventare in circostanze determinate dall'ambiente (condizioni metereologiche, pioggia adda, temperature elevate o altro)».
Quando diventano dannosi? «Quando questi composti inorganici diventano solubili, filtrano facilmente nel terreno e ovviamente vanno a contaminare le falde acquifere. Ma c'è dell'altro».
Che cosa? «Sostanze organiche come gli oli esausti, le vernici e i solventi nonché le miriadi di composti che si ottengono dalla combustione dei copertoni e delle sostanze plastiche. La combustione di questo materiale produce e disperde nell'arianotevoli quantità di diossine e furani (in realtà si tratta di più di un centinaio di sostanze diverse). Le sostanze che non si sciolgono facilmente in ambiente acquoso come la diossina si depositano negli strati superficiali del terreno, e in linea di principio sipotrebbe arrivare aunabonifica (parziale ma significativa) togliendo lo strato superficiale del terreno. Ovviamente è più difficile bonificare il terreno dalle sostanze che si infiltrano, comeisali dimetalli pesanti, perché più solubili e non si fissano sul terreno. Immagino che facilmente possano inquinare eventuali falde acquifere».
Come il famigerato percolato? «Sicuro, anche se ritengo che non tutti i percolati siano gli stessi. Vo glio dire che nel percolato ci può essere di tutto, essendo il prodotto di alterazioni chimi che e biologiche di rifiuti molto differenti».

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