Le imprese scendono in campo «L`inceneritore? Discutiamone»

10 ottobre 2013 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Andare oltre la protesta, fermare i veleni e trovare insieme le soluzioni per salvare la Terra dei fuochi. Imprenditori e professionisti di Giugliano tendono la mano alle istituzioni e si dicono pronti a collaborare per scongiurare la morte del territorio. La sfida è realizzare un nuovo patto, concreto ed operativo, che non escluda neppure la costruzione di un piccolo impianto per smaltire le ecoballe. L'idea è di Angelo Punzi, presidente del consorzio «Cig», che riunisce cinquanta aziende del Giuglianese: «II termovalorizzatore? Non è detto che non si debba fare, ma occorre capire cos'è e nel caso va tarato solo sulle reali necessità, senza pensare a un impianto megagalattico». Per Punzi «non si può infatti certo ipotizzare di sversare altri rifiuti in un territorio che ha già dato. Questa è la preoccupazione di chi sta scendendo in piazza, dei lavoratori e di chi abita in queste zone. Io soffro conloro, si sta danneggiando inmaniera irreversibile l'immagine della Campania, Ma il problema esiste e non si risolve facendo le barricate. Stiamo cercando, nonostante la crisi, di reagire. Tuttavia ulteriori batoste rischiano di essere fatali». Il messaggio dell'imprenditore, insomma, è «calma, calma, calma»: «In questo momento dobbiamo sforzarci di essere lucidi e atten dere le valutazioni dei tecnici del ministero dell'Ambiente che si pronunceranno nel merito». «Intanto, però, sarebbe il caso di raccontare le cose come stanno - osserva - Siamo tutti preoccupati, ma nell'attesa a pagare è il tessuto produttivo giuglianese visto chesi è creato questo allarme per il quale vengono respinti prodotti di queste terre solo perché fatti qui. Ho partecipato a diversi incontri con gli Industriali di Napoli e sono pronto a farne altri ai quali potrebbero essere invitate le persone che vivono nella Terra dei fuochi e gli imprenditori del consorzio per affrontare il tema della sicurezza ambientale». Emanuele Carandente, consigliere dell'Ordine dei Commercialisti della provincia di Napoli, condivide l'analisi di Punzi: «È facile e legittimo protestare, ma se non ci si misura sulla proposta si corre un riischio enorme. La priorità è eliminare le ecoballe e procedere subito con le bonifiche. Invito quindi le eccellenze di Giugliano ad avviare una discussione costruttiva, senza pregiudizi, preclusioni o ideologie perché il problema ambientale non deve avere colore politico. Proposte, non solo proteste. Io sono aperto a tutte le soluzioni possibili ma quello che non deve passare, e che purtroppo sta passando, è Ã allarmistico messaggio negativo di Giugliano». Marco DiVaio, presidente del comitato civico «Uternum», non ha dubbi: occorre, è il suo ragionamento, una risposta responsabile e condivisa. «L'emergenza non si risolve con le rivolte, è necessario convocare un tavolo programmatico vero. Bisogna togliere le ecoballe e bonificare finalmente il territorio. Gli amministratori devono allora riunirsi senza preclusioni e senza scartare aprioristicamente nulla. Chi si siede già con l'idea di escludere qualche possibile soluzione non vuole il bene del territorio ». Durissimo il giudizio di Giuliano lacolare, imprenditore nel campo della comunicazione: «In trent'anni quella che era la Campania felixè diventata la Chemobyl italiana. Adesso bisogna voltare pagina. Giugliano può puntare sull'industria del recupero e riutilizzo dei materiali da rifiuti. Le competenze non mancano». Nel dibattito s'inserisce anche Nicola Rega, dirigente scolastico dell'Istituto Minzoni; «A me va bene tutto, purché con le dovute garanzie e purché finisca questa situazione di stallo che aggrava la crisi e le tensioni». Infine don Angelo Parisi, per anni punto di riferimento della comunità di San Marco: «Le bonifiche vanno fatte senza più indugi - avverte - così come va rimosso immediatamente quel disastroso monumento nazionale rappresentato dalle ecoballe».

 

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