Coldiretti: "Basta con gli allarmismi"
«NULLAo poco più sappiano del reale impatto dello sversamento e dei roghi di rifiuti tra napoletano e casertano. Eppure tra la popolazione si sta diffondendo il terrore, l'economia dei questi territorièletteralmenteinginocchio». Lo scrive Coldirettì nella lettera-appello inviata al governatore Stefano Caldoro, agli assessori regionali Daniele NugneseGiovanniRomanoeaisindaci della cosiddetta "Terra dei fuochi". «La gente - sostengono Lucio Sorbo e Gennarino Masiello, rispettivamente direttore e presidente di Coldiretti Campania - ha smesso di acquistare i prodotti privandosi cosi di alcune prelibatezze e creando un danno incalcolabile all'economia. L'unica via per noi, che crediamo ancora in queste terre, è quella della chiarezza: tirate fuori i dati sull'inquinamento della "Terra dei fuochi" e sui prodotti coltivati». L'associazione dei coltivatori dice basta «agli allarmi incontrollati e non sostenuti da dati sicuri che colpiscono un settore composto da oltre 135 mila aziende, Ã8 per cento dell'intero Paese, l'unico in Italia dove si è registrato un boom di assunzioni del 10,6 per cento». Coldirettiricordachel'agroalimentare campano ha realizzato un export da 21 miliardi nel solo terzo trimestre del 2012. Ma le denunce sulla presenza di rifiuti tossici sotterrati nei campi della "Campania felix" diffondono «il terrore tra la popolazione. Quella dei roghi e dello sversamento di rifiuti tossici nelle nostre cam pagne è una innegabile ed enorme tragedia, ma noi abbiamo una responsabilità: dobbiamo pretendere chiarezza e dati certi e che nelle zone realmente inquinate si avviino immediatamente le bonifiche». Secondo Sorbo e Masiello, «solo facendo chiarezza si può placare l'allarmismo. Dire che le terre campane e i cibi sono tutti inquinati è un'affermazione grave e falsa perché non basata su dati certi. È evidente che è all'opera il partito degli speculatori che in maniera parassitaria, come in ogni tragedia, cavalca ed enfatizza le paure della gente per puri scopi personali. Secondo i pochi dati ufficiali che sono stati resi pubblici, le zone interessate daquestatragedia sono limitate mentre la stragrande parte del territorio continua aprodurre eccellenze dell'enogastronomia». Per Masiello «l'allarmismo diffonde lapsicosi. Siparii di me no e si agisca di più. Le istituzioni varino una task force che analizzi la situazione e renda pubblici i risultati. Serve certezza, serve una mappatura dei terreni inquinati. A causa di questi generici allarmi fatichiamo sempre di più a esportare i nostri prodotti che in realtà sono genuini e di prima qualità. Se la Campania perderà fette di mercato ci saranno subito altre regioni che andranno a occuparle». Maleparole pronunciate da Caldoro in consiglio regionale non sono incoraggianti: «Serviranno 80 anni - sostiene il governatore citando una relazione della Procura - per bonificare i territori dell'area Nord di Napoli. La bonifica non sarà completa prima del 2050 e, per quanto riguardail percolato, dovremmo aspettare fino al 2080». E come se non bastasse, il consiglio approva un ordine del giorno che chiede alla giunta di «sospendere il bando per il termovalorizzatore di Giugliano e di studiare un altro metodo per lo smaltimento delle ecoballe a minore impatto ambientale». Intanto, nasce un coordinamento dei Comuni per fronteggiare i roghi tossici. La decisione arriva al termine di un incontro svoltosi adAfragola al qualehanno partecipato i sindaci di Afragola, Acerra, Casalnuovo e Caivano.