Ecoballe bruciate nei cementifici e no all'inceneritore, la Regione apre: ma decida il governo. Terra dei fuochi oggi in marcia

«Missione bonifiche serviranno 80 anni»

Allarme di Caldoro dopo la relazione della procura: va dichiarata l'emergenza nazionale
Caldoro e l'assessore Romano in Consiglio «Dramma nazionale, no a declassificazioni»
8 ottobre 2013 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

L' ambiente per noi è un settore prioritario, insieme ai grandi temi dell'occupazione. Ma serviranno 80 anni per sanificare i territori dell'area Nord di Napoli»: drammatico il quadro disegnato ieri dal governatore Stefano Caldoro, che è intervenuto in consiglio regionale sul tema delle bonifiche. Per liberare i tenitori dai veleni, ha evidenziato Cal doro, sono stati già investiti fondi e sono previste misure nella programmazionedei fondi europei 2014-2020. «Abbiamo un problema di risorse, abbiamo chiesto al governo di essere più attento a questa parte nella programmazione 2014-2020 - ha sottolineato - oppure di attivare procedure significative e consistenti, di tutela ambientale sulla vicenda bonifiche». In aula Caldoro ha citato i datì contenuti nella relazione Balestri redatta per la prò cura della Repubblica che sta indagando sull'inquinamento di quelle terre e ha parlato di «emergenza nazio naie». «Per l'inquinamento dell'area - ha affermato Caldoro - la bonifica non sarà completa prima del 2050 e, per quanto riguardail percolato, senza avviare gli interventi, dovremmo aspettare fino al 2080». Poi il presidente ha ricordato che la Campania è stata per anni «lo sversatoio dell'Italia e dell'Europa» e ha ringraziato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: «Quando è stato qui ha sollevato la questione verso la quale ha sempre avuto grande attenzione». L'assessore all'ambiente, Giovanni Romano, dal canto suo, ha svolto una dettagliata relazione: «II governo regionale - ha spiegato -ha messo in campo la programmazione aggiornando il Piano regionale delle bonifiche redatto nel 2005. Abbiamo scelto un metodo di intervento coraggioso: dividere i siti contaminati da quelli potenzialmente contaminati, puntare l'attenzione su quelli certamente contaminati non individuati singolarmente, ma inseriti in un nuovo contesto, quello dell'Area va sta». L'assessore ha anche auspicato «un intervento forte e una presa di posizione coesa da parte del Consiglio regionale contro la declassificazione delle aree campane da siti di interesse nazionale», disposta nei mesi scorsi modificando il codice ambientale. In Campania c'erano sei Sin (Pianura, il Litorale Domitio Flegreo e l'Agro Aversano, Bagnoli e Napoli est, bacino del Sarno), la norma varata dal ministro Clini li ha ridotti a due (Bagnoli e Napoli est); ma l'inquinamento resta lo stesso. «E una scelta assolutamente ingiustificata - ha sostenuto Romano - e da 8 mesi stiamo cercando di capire dal ministero dell'Ambiente come agire sui siti di interesse nazionali declassificati e di ottenere il trasferimento degli atti». «Per questo la giunta regionale - ha concluso - ha fatto ricorso al Capo dello Stato per ottenere l'annullamento di questa decisione e affinchè i siti campani tornino ad essere di interesse nazionale». Parlando poi della Terra dei Fuochi, Romano ha ricordato che la giunta ha presentato «un importante provvedimento di contrasto all'abbandono e ai roghi di rifiuti, già approvato dalla Commissione competente». Ma l'opposizione resta critica. Antonio Marciano, Pd, so stiene: «I provvedimenti annunciati dalla giunta regionale per contrastare i roghi di rifiuti sembrano essere soltanto una risposta demagógica a un problema serio e da affrontare immediatamente. La videosorveglianza può sì essere un fattore importante, ma deve essere inserita in un progetto di contrasto alle attività illegali che richiede un presidio costante, quotidiano e capillare. Le risorse a disposizione, invece, sono irrisorie rispetto alle necessità dell'area e rischiano di essere sprecate». 

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