Area vesuviana gli esperti: anche qui più tumori

5 ottobre 2013 - Raffaele Nespoli
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — In Campania sono oltre 500omila le persone con problemi alla tiroide, e l'aumento dei casi riguarda soprattutto le forme autoimmuni e i tumori nei paesi dell'area vesuviana. «Negli ultimi anni — spiega la professoressa Bernadette Biondi, associato di Endocrinologia presso il Dipartimento di Mediana Cllnica e Chirurgica della Federico II —, stiamo osservando l'incremento di due patologie importanti: la tiroidite di Hashimoto e il carcinoma papillifero della tiroide. Dal nostro punto di vista l'aumento eccezionale di queste patologie sul territorio sarebbe attribuibile sia all'inquinamento ambientale che alle radiazioni vulcaniche. Visto che non abbiamo rilevato quantità significative di Area vesuviana gli esperti: anche qui più tumori vanadio, che avrebbe fatto propendere per il fattore vulcanico, l'ipotesi più acaeditata è quella dell'inquinamento ambientale. Del resto uno studio che abbiamo condotto su 500 pazienti ha evidenziato che nei paesi vesuviani esiste un elevato rischio di carcinoma tiroideo rispetto alle altre aree della regione Campania». E quella dell'inquinamento ambientale è un'ipotesi che pare trovare riscontro nei drammatici ritrovamenti, ormai quasi quotidiani, di veleni e fanghi tossici nelle terre martoriare tra Casería e Napoli. Non più tardi di giugno le autorità hanno sequestrato un campo coltivato ad ortaggi creato su una vera e propria discarica abusiva. «Sono trent'anni che faccio questo mestiere - prosegue la Biondi - e ormai mi trovo con famiglie intere con la tiroidite di Hashimoto, addirittura bambini». Iati che ci stimolano ad una stretta sorveglianza della patologia tiroidea e sottolineano la necessità di un registro regionale per i tumori tiroidei nella nostra regione per permettere l'identificazione dei potenziali meccanismi responsabili dell'insorgenza del carcinoma» Va detto che dal tumore alla tiroide, se diagnosticato per tempo, nel 90 per cento dei casi si guarisce. Ecco perché è importante, soprattutto in territori a rischio, portare avanti delle campagne di prevenzione.

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