Terra dei fuochi, 5 milioni ai Comuni. Ma non per raccogliere i rifiuti
Ai municipi tocca ripulire
Cinque milioni per videosorvegliare le zone a rischio e risistemarle dopo averle liberate da tuta i rifiuti. Dopo. I soldi, infatti, non serviranno allo smaltimento delle immondizie abbandonate lungo le strade, che tocca ai Comuni
Terra dei fuochi: 5 milioni per videosorvegliare le zone a rischio e risistemarle dopo averle liberate da tutto quello che le insozza. Dopo. I soldi, infatti, non serviranno a garantire il prelievo e lo smaltimento dei rifiuti (tossici e non) abbandonati in maniera incontrollata lungo le strade, che tocca ai Comuni. Il piano regionale delle bonifiche censisce 183 siti a provata contaminazione e 3000 aree da analizzare confermando i report del 2008 dell'Arpac che aveva individuato 300 siti e quello del 2011 della Sma che ne aveva trovati 405. Ripulirli tutti, raccogliendo i rifiuti e smaltendoli correttamente, sarà un'impresa lunga e costosa e i soldi della Regione serviranno solo quando le amministrazioni avranno completato gli interventi di loro competenza. Ma nel bando di gara che sarà pubblicato lunedì sul Bure non sono previsti vincoli: i soldi andranno anche a chi non ha ancora rimosso i rifiuti abbandonati da incoscienti ai bordi delle strade. E in quel caso saranno inutili. Un paradosso. L'ennesimo nella pluridecennale emergenza ambientale. L'avviso è rivolto ai 54 Comuni fir matari del Patto per la Terra dei fuochi che potranno presentare progetti da finanziare con somme dai 30 ai 250 mila euro che dovranno, però, essere restituiti se il progetto non decollerà entro un anno. «L'accordo ha una serie di obiettivi - spiega il commissario, il prefetto Donato Cafagna - il primo è evitare la recidiva. E di questo ci stiamo occupando noi. Gli interventi di raccolta e smaltimento toccano, invece, ai Comuni: agli amministratori abbiamo chiesto di varare dei piani che prevedano una gradualità di interventi in maniera da intervenire prioritariamente nelle aree più critiche a ridosso di centri abitati o di scuole». Al momento è stata avviata una raccolta di pneumatici a Giugliano e Scisciano grazie all'intervento dell'Ecopneus, e alcuni Comuni, quallo diNapoli, ad esempio, hanno cominciato la bonifica di alcune aree. Ma un intervento coordinato e complessivo non è previsto. In compenso già sono scoppiatele polemiche. D governatore Caldoro ha scritto su Twitter: «Terra dei Fuochi. La Regione in prima linea con questo provvedimento. Vigilanza e tutela ambiente». Ma il consigliere Marciano, Pd, parla di interventi demagogici e chiede l'intervento dell'Esercito. Come i militari possano smaltire, ad esempio, l'amianto, non è chiaro. Contemporaneamente si ricorda il mancato decollo della società regionale Campania ambiente che dovrebbe riunire le aziende, dalla Astir all'Arpac Multiservizi, che si sono occupate negli ultimi anni delle cosiddette bonifiche leggere e del monitoraggio. Sempre con esiti fallimentari: le partecipate, infatti, non avevano le autorizzazioni necessarie per smaltire le sostanze tossiche. Non avevano, quindi, la possibilità di risolvere il problema centrale. Si gira, quindi, sempre intomo allo stesso nodo.
Spiega l'assessore all'ambiente Giovanni Romano: «La Regione è in prima linea nella Terra dei fuochi ed è venuta incontro alle richieste dei territori interessati in tempi strettissimi. Con l'avvio del bando ha attuato esattamente ciò che le era stato chiesto e ciò che si era impegnata a fare nella sottoscrizione del Patto. Ma occorre, ora, che tutta la filiera istituzionale proceda nella direzione tracciata. Se si ritornasse alla pratica, già attuata in passato, di una Regione che interviene per compiti che non le spettano, si potrebbe addirittura avere l'effetto involontario di rafforzare l'affaire della rimozione dei rifiuti con la logica del "tanto paga Pantalone" ».