«Da Piacenza scaricavamo proprio lì»
«Gli anni novanta erano tremendi. Non si sapeva dove portarli i rifiuti, soprattutto al Nord. E così anche noi da Piacenza li abbiamo scaricati a Napoli». Giacomo Vaciago, uno dei più notì economisti italiani, è stato sindaco della città emiliana tra il 1994 e il 1998 e il primo problema che dovette affrontare fu proprio il nodo dello smaltimento dei rifiuti.
Perché li portavate proprio a Napoli? «Si sapeva in giro per l'Italia che Pianura era un po' la discarica delle discariche. E così quando c'era un problema mandavamo qualche camion lì. Ma anche in altri posti del Napoletano. Però era una cosa nota. Era una discarica regolare. Voglio dire: anche i napoletani lo sapevano».
Che materiali venivano scaricati? «Questo proprio non lo so. Erano tutte cose molto riservate».
Per quanto tempo? «Quando divenni sindaco di Piacenza la discarica di Pianura stava chiudendo come del resto stavano chiudendo un po' tutte le discariche al Nord. Nella mia città la soluzione è stata costruire un inceneritore. Anzi, come si diceva pudicamente, un termovalorizzatore».
Come ha convìnto la popolazione? «Riunii i capifamiglia della zona e dissi: ho trovato tre aree dove costruire l'impianto. Una è questa. Le altre sono in provincia».
Era vero? «Certo. In fondo feci una specie di asta. Spiegai: se accettate avrete il teleriscaldamento. Elimineremo il fumo dai camini e l'aria nel complesso sarà più pulita. Aggiunsi: siete fortunati che c'è la possibilità di farlo qui. Ma se non accettate non c'è problema e lo costruiremo in un altro posto».
Accettarono? «Accettarono. Erano tempi diversi, devo dire. Adesso non so se ci riuscirei. E comunque le popolazioni vanno sempre coinvolte nelle scelte sul territorio. Ricordo che dissi a mia moglie: vieni anche tu, sarà più facile convincerli che non vogliamo prenderli in giro. Ma, anche in questo, erano tempi diversi».
In che senso, scusi? «Se lo immagina adesso un politico che va in giro con la moglie? O non ne hanno nessuna, o ne hanno tre!»