Dossier choc: sversamenti fantasma e valanghe di veleni giunti dal Nord

Dal Nord a Pianura, fiume di veleni nella discarica

Ecco i registri d'ingresso dei camion: sversate 57mila tonnellate di scorie e fanghi
2 ottobre 2012 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Una marea di veleni intossica non solo l'area nord, ma anche il cuore della città. APianura, uno degli scersatoi più grandi d'Italia, sono arrivate dalle industrie del Nord almeno 57 mila tonnellate di fanghi, morchie di verniciature, resine, terre di fonderia, cosmetici scaduti, e perfino scorie e ceneri di alluminio (una tonnellata e mezzo delle fonderie Riva di Parabbiago. E poi 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui, nel registro di ingresso della Di.Fra.Bi, non risulta la provenienza. E ancora, lo scriveva già nel luglio del 1993 l'allora presidente della commissione provinciale ambiente, Casimori Monti, in una relazione acquisita dalla magistratura, nello sversatorio sono finite 1000 tonnellate di rifiuti provenienti dall'Acna di Cengio. In realtà Monti riporta una nota dell'allora assessore all'ambiente della Provincia, Raffaele Perrone Capano che al ministero dell'Ambiente comunicava l'avvenuto sversamento attestando la conguità dei rifiuti rispetto alle autorizzazioni concesse all'impianto. Una congruità risultante dalle analisi allegate alle bolle di accompagnamento: in pratica ad affermarla era il controllato. Quella che resta sul bordo degli Astroni, una riserva naturale protetta tra le più interessanti della Penisola, è una vera e propria bomba ecologica. Lo sanno tutti. Eppure, mentre si ipotizzano spese straordinarie e il caso Campania, lo ha sottolineato il presidente Napolitano, è diventato un problema nazionale, non solo non è stata avviata la bonifica, ma nemmeno la completa caratterizzazione del sito e la progettazione del risanamento per il quale tré anni fa sono stati stanziati tré milioni e mezzo che la Sogesid, la società del ministero dell'ambiente, dovrebbe assegnare con gara a imprese e progettisti. Una situazione paradossale, come sottolinea Livio Coppola, consigliere provinciale, presidente della commissione d'inchiesta su Pianura. Il documento «Si parla tanto di bonifiche, senza che si sia in grado neanche di spendere i soldi che sono già impegnati. La commissione d'inchiesta da me guidata, oltre ad aver presentato, per la prima volta ufficialmente, l'elenco dei rifiuti prodotti nel settentrione, che sono stati sversati a Pianura, è riuscita a far sbloccare, con provvedimento del ministero dell'Economia, 6 milioni di euro per l'avvio delle opere di bonifica. Le procedure amministrative, non si capisce perché, sono ferme. Non si può più aspettare». In realtà, passaggio dopo passaggio, i milioni sono diventati tré e mezzo e sono restati m cassa. Che a Pianura fosse arrivato di tutto non è certo una novità. E l'esame dei registri di ingresso, lo conferma. Ma l'analisi della documentazione spiega anche che non di tutto il materiale è chiara la provenienza e la consistenza. In molti casi, infatti, si annota solo di «Comunicazione Di.Fra.Bi.» e si segna la data. Solo il completamento della caratterizzazione già avviata nel 2008 (cinque anni fa) dall'Arpac, potrà, però dire con precisione e certezza quanti e quali veleni ancora restano in quell'area. Un'area vastissima, 24 ettari che oltre alla discarica autorizzata della Di.Fra.Bi (la società che ha gestito il sito ed è poi stata colpita da interdittiva antimafia) comprende à ex discarica comunale e quella della ex Citet, più due siti abusivi: quello di Caselle Pisani e quello in in località Spadari. Msanarli non sarà facile, ma è necessario. Altrimenti anche il tema delle bofiche passerà dal tragico al ridicolo.

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