«Chi inquina non merita la Comunione»
La netta condanna del cardinale Sepe. «Chi inquina nella "terra dei fuochi" attenta alla vita degli altri, non solo danneggia la società ma commette un peccato contro Dio e non può fare la comunione se non si converte e ripara al danno commesso». Le dure parole del presidente Napolitano. «Da quanto tempo chiamiamo quella terra "terra dei fuochi"? Da venti anni. Non possiamo più accettarlo». Condanna e richiesta di riscatto. L'occasione sono le celebrazioni al MascMo Angioino per i settant'anni delle Quattro Giornate di Napoli. Il cardinale accompagna don Maurizio Fatriciello, il parroco di Caivano "voce" di questa terra avvelenata. Lo presenta al Capo dello Stato. «È uno di quelli in prima linea rispetto a queste situazioni camomstiche che inficiano la vita delle persone». Gli spiega il suo impegno al fianco della popolazione inquinata. Il Presidente fa capire di conoscere bene la situazione e dice di «essere molto dispiaciuto». Da l'appuntamento per oggi in prefettura al cardinale e a don Maurizio per parlarne più a lungo. Il sacerdote stringe in mano 11 cartoline che raffigurano le mamme di bambini morti a causa di malattie presumibilmente correlate ai roghi e ai rifiuti tossici interrati fra le province di Napoli e Caserta. Sono parte delle 11 Ornila che in questi giorni stanno partendo dafÌa "terra dei fuochi" indirizzate a Papa Francesco e al Quirinale. Un corale grido d'aiuto. Ma queste dòn Maurizio le vuole consegnare personalmente al Capo dello Stato. Portano le firme di 11 mamme e una semplice e drammatica frase. «Presidente, i nostri figli muoiono». Napolitano le prende, le legge. «È rimasto molto colpito - riferisce don Maurizio - non le ha consegnate a qualche collaboratore ma le ha riposte nella sua agenda personale». Segno di attenzione, come l'impegno a rivedersi oggi. Segno del dramma che vivono queste popolazioni. Le parole del cardinale Sepe sono chi; «Bisogna dare una scossa perché chi atti ta alla vita degli altri non solo danneggi società ma commette peccato contro à un peccato grave e se questi peccai muoiono, Dio li lancerà da lassù». E ricordando le Quattro giornate che servironi napoletani per liberarsi da un «situazioni sopraffazione e ingiustizia», sottolinea i me «oggi devono assolutamente riscati si» da situazioni come la "terra dei fuoci Parla chiaro anche don Maurizio: «Non ñ siamo nasconderei solo dietro la camoi Ci sono stati industriali che hanno sver to qui dal Nord e politici che si sono vene per un piatto di lenticchie in cambio dello scempio delle nostre terre». L'occasion anche un breve faccia a faccia col preside della regione Campania, Stefano Caldi per parlare soprattutto delle bonifiche. «Is bastano le risorse ordinarie - spiega il vernatore -. Servono più fondi, risorse giuntive». E tutti e due si dicono d'acce: sulla proposta di utilizzare parte dei b confiscati alla camorra, responsabile proprio di questo terribile dramma.