Rifiuti, a Monteforte il sito di trasferenza
Due ipotesi per una soluzione da definire a stretto giro. Magari già stamattina. Quando il neo presidente del Cosmari Av1, Antonio Guarino, incontrerà il generale Giannini e il suo braccio destro Mariantoni. Sul tavolo una richiesta che suona quasi come un sos: la necessità di individuare un'area per la trasferenza dei comuni del bacino del consorzio avellinese. Guarino, che ieri ha tenuto un Consiglio di Amministrazione straordinario allargato ai vertici dell'Asa, presenterà due possibili soluzioni: il Cdr e l'area di stoccaggio del comune di Monteforte. Per l'utilizzo dell'impianto di Pianodardine, però, si dovrà aspettare la definizione e la regolamentazione della procedura di applicazione del Decreto 107, con l'affidamento della struttura alla Provincia. Più fattibile, anche perchè più rapida, l'ipotesi Monteforte. Ieri, Guarino ha presentato una richiesta ufficiale al sindaco che l'ha autorizzata in serata. Oggi, dunque, Giannini potrebbe concedere il via libera per un'area che ha già le regolari autorizzazioni per lo stoccaggio. Basterebbero piccoli adeguamenti per consentire la trasferenza in loco. Già nei prossimi giorni, dunque, i circa trenta compattatori impegnati nella raccolta nei comuni del Cosmari Av1 potrebbero conferire a Monteforte. I rifiuti verrebbero subito trasferiti su bilici di maggiore capacità per essere inviati allo sversatoio di Savignano. Impensabile far arrivare a Pustarza trenta compattatori al giorno solo dal Cosmari Av1. Difficile, nel contempo, immaginare soluzioni diverse. Flumeri, nonostante la possibilità di esclusività sulla seconda linea, resta una soluzione antieconomica (perchè distante dal capoluogo) soprattutto per i comuni più piccoli. Accantonata anche l'eventualità Irm. La struttura, infatti, è privata e il Cosmari non ha mai gestito la trasferenza al suo interno come, invece, erroneamente riportato dall'ordinanza firmata nei giorni scorsi dal generale Giannini e poi revocata. Il caldo di questi ultimi giorni, intanto, rende drammatica una situazione che è di emergenza, anche se non di profonda crisi come il capoluogo e i comuni della zona hanno affrontato pure negli ultimi mesi. Ma a terra ci sono comunque circa mille e 500 tonnellate di pattume, oltre 600 delle quali lungo le strade e i marciapiedi della sola città capoluogo. Gli oltre 30 gradi che, ormai, fa segnare il termometro fanno il resto. L'equazione tra l'apertura di una discarica in Irpinia e la possibilità di smaltire tutti i quantitativi di immondizia prodotti, dunque, è tutt'altro che verificata. Nonostante il valore aggiunto di un'ordinanza per conferimenti straordinari, a Savignano, della città capoluogo, 200 tonnellate giornaliere invece delle solite 70, pari alla produzione. Ieri, complici le solite e ormai note difficoltà logistiche legate all'utilizzo della stazione di trasferenza di Flumeri (sull'unica linea utilizzata in comune con il Cosmari Av2), Avellino è riuscita a conferire solo 70 tonnellate (ovvero la produzione giornaliera del capoluogo). Alcuni dei comuni del bacino, invece, hanno dovuto rimandare a oggi le operazioni. Il problema, dunque, potrebbe non essere solo legato all'impossibilità di smaltire quanto accumulato nelle ultime settimane. Il rischio principale, infatti, è l'inasprimento di una situazione già assai difficile. A quel punto, con il gran caldo di questi ultimi giorni, si rischierebbe una vera e propria bomba ecologica per la città capoluogo e molti dei comuni del bacino. Con disagi e grosse difficoltà legate alla presenza di cumuli di immondizia e al miasma che emanano. Ma, soprattutto, con rischi seri per la popolazione.