Rifiuti, c`è l`ok dell`Ue
Il parere positivo espresso dalla commissione del Parlamento europeo che ha avuto modo di esaminare il nuovo piano regionale per i rifiuti campano è, probabilmente, l'indicatore più evidente del nuovo approccio al problema che sembra caratterizzare l'amministrazione di Palazzo Santa Lucia e altri enti locali della regione. Dopo aver rimediato condanne e sanzioni per anni a seguito della sconsiderata gestione del ciclo rifiuti, oggi si può registrare una valutazione di questo tenore: «Le autorità regionali campane hanno finalmente sviluppato una strategia per i rifiuti più coerente e pratica per la regione». Giudizi, ovviamente, accompagnati da esortazioni a che il piano «dovrà essere adeguatamente ed efficacemente coordinato con le autorità e i livelli provinciali e comunali, garantendo la prosecuzione degli sforzi atti a mantenere il pieno controllo del settore in mani pubbliche». Resta, però, la svolta rispetto al passato. Un nuovo approccio che risulta evidente dall'indicazione degli obiettivi del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Obiettivi che, come si specifica nel documento, «sono radicalmente cambiati nel corso del tempo». Tré gli obiettivi principali che il nuovo piano regionale, redatto dall'assessore Giovanni Romano, si prefigge al fine di giungere allo «sviluppo di una strategia di una gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti»: minimizzazione dell'impatto del ciclo dei rifiuti, a protezione della salute umana e dell'ambiente; conservazione di risorse, quali materiali, energia e spazi; gestione dei rifiuti «after-care-free», cioè tale che ne la messa a discarica ne la termovalorizzazione, il riciclo o qualsiasi altro trattamento comportino problemi da risolvere per le future generazioni. A questi obiettivi primari se ne aggiungono, poi, altri tré: raggiungimento dell'autosufficienza regionale nella gestione dei rifiuti urbani; trattamento in sicurezza ed in tempi ragionevoli dei rifiuti stoccati da anni sul territorio regionale; raggiungimento della sostenibilità economica del ciclo dei rifiuti. Ma non sono solo gli obiettivi da raggiungere a qualificare il nuovo piano rifiuti regionale, quanto piuttosto la sua impostazione generale. Impostazione ben sintetizzata in questo passaggio. «Va considerato - si legge nella parte introduttiva del piano- che la gestione dei rifiuti, ed in particolare le attività connesse alla filiera del riciclo, sono state per anni considerate come attività a basso valore aggiunto e di scarso contenuto di innovazione tecnologica, quasi ai margini dell'economia, talvolta sul confine tra economia legale ed illegale». Pur essendo vero che vi sono ancora rilevanti problemi di efficienza gestionale e tecnologica e, purtroppo, anche gravissimi problemi di rispetto della legalità, soprattutto in Campania, va preso atto che la gestione dei rifiuti ha acquisito a livello nazionale ed europeo una dimensione affidabile di industria di servizi e di generazione di nuovi prodotti e di energia. E' fondamentale, pertanto, che si lavori affinchè si conquistino in tempi ragionevoli gli ampi margini di sviluppo esistenti e si superi, con il supporto e sostegno degli enti locali e delle istituzioni accademiche e di ricerca, la scarsa integrazione ancora esistente tra imprese e ricerca tecnologica. Ciò perché il territorio campano non può ulteriormente essere privato dei benefici ambientali di una gestione eco-compatibile del ciclo dei rifiuti. Si è arrivati, insomma, al ribaltamento della prospettiva: dal rifiuto-problema al rifiuto-risorsa. E che vi sia una inversione di tendenza nell'approccio al problema della gestione dei rifiuti lo dimostrano anche altri elementi, ad iniziare dall'affacciarsi sulla scena imprenditoriale campana di aziende ad alta specializzazione in grado di gestire la raccolta ed il trattamento di rifiuti pericolosi o speciali, trasformando di fatto in opportunità di crescita economica ed occupazione situazioni che in passato rappresentavano solo fonte di esborsi notevoli per la pubblica amministrazione e ghiotte occasioni di guadagno per la criminalità organizzatata.