Tares Varriale (commissione Federalismo): rischio evasione e crescita dei prezzi

Stangata per bar e pizzerie «Napoli, tassa rifiuti insostenibile Commercio, aumenti del 400%»

Varriale (Copaff): «Una pizzetteria arriverà a pagare più del quadruplo, il triplo fruttivendoli e banchi dei mercati. Il rischio evasione è altissimo»
22 settembre 2013 - Paolo Cuozzo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Chiamarla stangata, forse, è anche poco. L'aumento della tassa dei rifiuti, l'ex Tarsu oggi Tares, in Campania ma soprattutto a Napoli, rischia di mettere in ginocchio famiglie e commercio, «ma soprattutto innescherà un circuito perverso di evasione». Chi parla è Salvatore Varriale, membro del Copaff, la Conferenza per l'attuazione del Federalismo fiscale ed ex assessore al bilancio del Comune di Napoli. «Ho il fondato timore — racconta l'ex assessore, oggi uno dei collaboratori più stretti del governatore Caldoro — che il tessuto economico cittadino non regga l'aumento della Tares approvato in consiglio». I numeri (riportati nella tabella in alto, n.d.r.) rendono chiara l'idea di quanto il commercio ne risentirà e, quindi, a cascata anche il prezzo dei prodotti: dalle pizze alla frutta. Così come pure le famiglie numerose se la vedranno male perché la Tares, che è un moltiplicatore, interviene molto di più e più velocemente sulle persone, quindi sui rifiuti prodotti, che sui metri quadrati. E nel caso di Napoli il dato è il peggiore di tutti «Passiamo dai 164 milio ni della Tarsu del 2012 a 243,65 milioni con un aumento di oltre il 60 per cento che inciderà sulle famiglie ma soprattutto sulle attività commerciali. Le famiglie pagheranno in media 470 euro, ma saranno le imprese a subire un vero e proprio salasso». Già, un vero salasso. Forse maggiore a quello dello scorso anno quando l'Imu ha, in molti casi, cambiato le economie di molte famiglie che pochi anni prima avevano visto addirittura sparire l'Ici. Comunque, molto più forte di quello che si è intuito in questi giorni in cui il Comune di Napoli ha dovuto approvare il bilancio con l'aumento delle tariffe e dei tributi alla luce del predissesto, « f spetto al 2012 — dice ancora Varriale — una pizzetteria pagherà più del quadruplo (427% in più), mentre pagheranno il triplo un fruttivendolo (più 304%) e i banchi di generi alimentari al mercato (più 300%). Ristoranti, pub, bar, trattorie, caffetterie, pasticcerie, oltre il 200 per cento in più. Le comunità religiose il 187 per cento in più. Questa è la realtà». Per Varriale non si può neppure parlare di sacrifici necessari «a mio avviso di dubbia efficacia». Il pensiero toma dietro di qualche anno, «quando il Comune di Napoli raddoppiò il costo della Tarsu nel 2009 il gettito complessivo calò perché aumentò l'evasione fiscale. Succede inevitabilmente se le tasse aumentano troppo».
A palazzo San Giacomo hanno immediatamente messo le mani avanti, raccontando che l'introduzione della Tares è stata voluta dal governo e che il Comune l'ha subita. La Tares, infatti, è un problema per tutti gli italiani, non solo per Napoli. «Ma quello di Napoli, con 79,60 milioni in più complessivi, è un dato superato soltanto da Roma (+82 milioni). Con una ricaduta sul reddito procapite altissima specialmente se confrontata con le aree più ricche del paese. Per fare un esempio di immediata comprensione, a Napoli l'incremento prò capite è di 87,87 euro, mentre a Milano è di 23,28. Con il dettaglio non trascurabile che il reddito procapite a Milano è quasi il doppio di quello napoletano». Che rischi si corrono? Varriale non ha dubbi: «Å' necessario intervenire per tempo, altrimenti sarà inevitabile che il Comune intervenga nuovamente sui suoi conti. Per giunta in un regime di nuova emergenza, quando, probabilmente tra un paio di anni si faranno sentire da una parte gli effetti dei mancati introiti e dall'altra l'ulteriore aumento di peso fiscale sulle piccole aziende locali».
La Tares si pagherà in quattro rate, la prima delle quali il 30 ottobre. Molto prima del 30 novembre, quando si pagava la prima delle quattro rate della Tarsu. Anche questo ha il suo peso. E la quota Tares che andrà allo stato, cioè i 30 centesimi a metro quadrato, saranno caricati dal Comune interamente sulla rata del 30 ottobre perché il governo ha chiesto ai Comuni di riscuotere e girare la quota governativa allo Stato entro il 30 dicembre. Nel caso dei napoletani, la tenaglia è più stretta per la dichiarazione del predissesto del Comune di Napoli, che ha determinato l'innalzamento al massimo delle aliquote dell'Imu, dell'addizionale Irpef e della tassa per l'occupazione del suolo pubblico incrementato del 10 per cento per le struttire fisse. Quindi anche i ristoranti e i bar già tartassati, come si è capito, dalla Tares.

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