Acerra, trecento candele per le vittime della diossina
ACERRA. Fotografie dei bambini morti di tumore, cartoline raccapriccianti da inviare al presidente della Repubblica e candele accese da lasciare davanti alle abitazioni degli avvelenatori del territorio. Quella di stasera ad Acerra, zona al coniine tra le pianure contaminate diNapolieCaserta,saràunafiaccolata contro l'ecomafia ma anche un deciso appello alle istituzioni. Un corteo con i parenti e gli amici delle vittime del male che non da scampo, gente che attaccherà al corpo strisce adesive contro il «biocidio» che sta lentamente trasformando questa terra ³ï una sorta di enorme cimitero senza speranza. Proprio il cimitero di Acerra sarà la tappa finale del corteo. Qui i manifestanti apporranno dei lumi sotto i loculi dei cittadini uccisi dal cancro. Nella sola Acerea i comitati ne hanno contati trecento negli ultimi quattro anni. Ma la mattanza non ha confini qui. Flagella tutto l'hinterland napoletano e casertano.
«Ormai da noi si muore solo di tumore, a tutte le età», raccontano le donne delle associazioni mobilitate per l'iniziativa, al via alle 18. Durante il percorso, lungo le strade del centro storico di Acerra, i partecipanti lasceranno una serie di candele accese davanti alle abitazioni di unanota famiglia di imprenditori locali dello smaltimento deirifiuti, condannati di recente in primo grado per un gigantesco traffico illegale lungo la classica direttrice Nord-Sud, dalle centrali chimiche padane e toscane alle discariche finali di Acerra, Qualiano eBacoli. Imprenditori che qui sono ancora potenti. Gestiscono appalti pubblici nel settore della raccolta dell'immondizia e fanno anche i costruttori. Le ordinanze di abbattimento delle loro discariche illegali non sono mai state fatte eseguire dal comune. «Intanto non sappiamo ancora dove abbiano sepolto tutti i veleni che hanno portato per cui questa sarà l'occasione per chiedergli di pentirsi una volta pertutte, indicando tutti i luoghi contaminati», racconta il giovane e coraggioso Alessandro Cannavacciuolo, figlio di pastori rimasti privi delle loro greggi di pecore, falcidiate dalla diossina. Con Alessandro sfileranno in corteo le tante mamme dei bambini ucdsi dal tumore e i militanti di associazioni che stanno lottando perla bonifica e contro le attuali politiche di smaltimento dei rifiuti: Guardie Ambientali, Endas Acerra, Donne 29 agosto, Coordina mento Fuochi, Pittime della Terra dei Veleni, Comitato Fuochi, Mamme Vulcaniche. Ci sarà don Maurizio Patriciello. «Che cosa ha potuto mangiare un bambino di 6 mesi per avere un tumore più grande del suo cervello?», l'incipit della lettera aperta intitolata «II popolo sovrano» che oggi sarà letta in pubblico. Ma fanno cadere le bracda non solo queste parole. Fa accapponare la pelle soprattutto osservare le cartoline indirizzate a Napolitano con le foto delle giovani mamme campane che reggono le immagini dei loro bimbi uccisi dal cancro.