Boldrini: «Rifiuti, in provincia di Napoli nascosta una Chernobyl premeditata»
ACCIAROU. «Peggio di Chernobyl. Perché nella "Terra dei fuochi" la devastazione ambientale è stata cosciente, consapevole, premeditata. Lì, non è stato compiuto un omicidio in danno dell'ambiente, ma sono stati colpiti gli uomini e le generazioni future dell'Italia». Quando il presidente della Camera Laura Boldrini lascia il palco dove è stato appena ricordato Angelo Vassallo, il sindaco-eroe ucciso tré anni fa con il suo sogno di una politica pulita, il sole è già finito nel mare di Acciaroli. Solo flash, nel buio. E le sue parole: «È un fatto imperdonabile che, in quei 20 chilometri quadrati di Campania, sia avvenuto un omicidio premeditato, un crimine contro quella popolazione i cui responsabili devono essere individuati». Quel che è certo è che Carmine Schiavone, il pentito dei Gasatesi, ha descritto la Chemobyl di casa nostra, quel disastro voluto dalla camorra nel traffico, ininterrotto e milionario, di rifiuti speciali sotterrati nella terra dei fuochi. Ma il presidente della Camera non siferma alla denuncia. Epromette: «Toglieremo il segreto, che durerebbe fino al 2020, sulle audizioni rese da Cannine Schiavone dinanzi alla commissione ecomafie del Parlamento. L'ufficio di presidenza, nella persona dell'onorevole Marina Sereni, ha già avviato la istruttoria per verificare il rispetto di due esigenze parallele: la prima, dare risposte e garantire verità; la seconda, evitare che la pubblicazione degli atti parlamentari possa intralciare eventuali indagini in corso della magistratura». Un impegno netto perché, aggiunge il presidente della Camera «troppo spesso agli italiani è stato opposto il segreti degli atti per nascondere interessi, anche criminali». Parla della legge elettorale, la presidente. Denuncia il ritardo per la nuova legge: «La promettemmo agli italiani, sei mei fa ed io brutte figure non ne voglio fare, per la credibilità delle istituzio ni». Poco distante c'è il neo procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. «Un magistrato di grande esperienza e capacità che ci assicurerà la verità sull'omicidio di Angelo Vassallo, ucciso perché voleva difendere l'ambiente», dice il vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Ad Acciaroli il palco è sistemato all'arena del mare, alle spalle della torre sulla quale ancora oggi campeggiala gigantografia di Angelo Vassallo che alza al cielo un bicchiere di acqua per mo strare, nel riflesso del sole, la purezza del mare. C'era anche quel giorno dei funerali, quella foto. Tre anni dopo son rimaste le lacrime dei familiari e un killer in libertà e, probabilmente, i mandanti liberi e felici. Quindici sindaci, dall'Emilia alla Calabria, solo tré cilentani con la fascia tricolore, il presidente di Citta Slow International Pier Giorgio Oliveti, passano sotto la torre di Angelo e si fermano. Una preghiera laica, la commozione di Giuseppina Vassallo, l'anziana mamma di Angelo, accompagnata da Angela, la moglie del sindaco che aspet- ta ancora la verità. Insieme a Dario Vassallo, presidente della fondazione: «La verità arriverà, con la grande speranza nel lavoro fatto dal procuratore Roberti. La verità arriva anche dalla condivisione nazionale della tragedia». Annuiscono i sindaci, tra cui l'exprimo cittadino di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, inseguita dalle minacce della 'ndrangheta, e Maria Grazia Lagaña, la vedova di Francesco Fortugno ucciso dalla 'ndrangheta otto anni fa. «Nelle indagini partimmo da una certezza - racconta Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e già capo dei pm salernitani - Quella che Angelo Vassallo era diventato un ostacolo e un problema ai traffici illeciti, a partire dalla droga. L'omicidio di Vassallo ha rappresentato la soluzione del problema per qualcuno». Chi sia ancora nonsi sa, mal'idea di arrivare «alla verità» non ha abbandonato Roberti, perché ha lasciato Salerno ma anche il lavoro compiuto finora da «una eccezionale collega, il pm antimafia Rosa Vol pe». C'è ancora da sfondare qualche muro fin troppo resistente di «omertà, ma invito a chi sa di parlare» aggiunge Roberti. «Ogni giorno che passa è un tormento» confessa Stefano Pisani, il sindaco di Pollica. «Spesso, una passeggiata solitària al porto-gioiello che lui ha voluto e realizzato, mi immalinconisce e, al tempo stesso, mi da forza» aggiunge il sindaco nella giornata che celebra il suo predecessore-eroe. E, ironia della storia, nel giorno in cui il presidente della Camera, Boldrini, denuncia la Chernobyl di casa nostra. Idealmente, un'altra battaglia persa dal sindaco ambientalista nel Sud dove non conviene morire da eroi.