L'intervento
Rifiuti, acqua, ambiente qualcosa ora si muove
17 dicembre 2013 - Alfredo De Girolamo
Fonte: L'UnitÃ
UNO DEGLI ASPETTI POCO DISCUSSO IN QUESTI GIORNI IN CUI SI APPROVA LA LEGGE DI STABILITÀ IN PARLAMENTO, riguarda la futura tariffa puntuale sui rifiuti. Giustamente il dibattito pubblico si è soffermato sulla nuova tassazione locale, la famosa lue, che contiene l'ennesima riformulazione della tassa sui rifiuti urbani, la cosiddetta Tari (che segue alla Tarsu, alla Tia , alla Tia2 e alla Tares). Una formulazione inutilmente complicata e barocca, che mette insieme tassazione immobiliare con una tassa di scopo sulla gestione dei rifiuti che rischia di far fare un grande passo indietro in termini industriali al sistema. Speriamo che il Parlamento in queste ore corregga questa impostazione, consegnando ai Comuni una norma chiara e trasparente ed immediatamente applicabile.
Ma la legge di Stabilità contiene un'importante novità poco sottolineata in questi giorni: la competenza del ministero dell'Ambiente a definire tramite regolamento la «tariffa puntuale» per i rifiuti urbani, quel meccanismo che consentirà a cittadini ed imprese di pagare i rifiuti urbani davvero e soltanto in ragione della quantità prodotta e non più a metro quadro o a quantitativi presunti o stimati. Una piccola rivoluzione che nei prossimi anni dovrebbe sostituire integralmente la tassa/tari e ripristinare in forma ancora più efficace la tariffa dei rifiuti introdotta dal decreto Ronchi e abbandonata due anni fa. Un gruppo di lavoro istituito dal ministro dell'Ambiente ha già svolto il suo lavoro e sarà quindi possibile varare in poco tempo il regolamento attuativo, consentendo il decollo della nuova tariffa puntuale nel 2015 e consentendo, peraltro, a chi già la applica (alcuni Comuni) di continuare ad applicarla fin da adesso.
Il «disegno di legge collegato ambientale alla legge di Stabilità» approvato dal Consiglio dei ministri e che vedrà la luce nei prossimi mesi rappresenta un importante passo avanti nella definizione delle politiche ambientali nazionali in una logica che per la prima volta in modo così evidente collega politiche ambientali a politiche industriali e a scelte economiche innovative.
Il provvedimento si occupa di protezione della natura, valutazione di impatto ambientale, effetto serra, acquisti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, servizio idrico. Un pacchetto di norme a 360 gradi, capaci di attivare politiche ambientali virtuose, semplificando il quadro normativo e rendendolo più moderno ed efficace e al tempo stesso creando le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy.
Importanti le misure di semplificazione: sulla valutazione di impatto ambientale, il recupero di materia, l'adozione di poteri sostituitivi. Strumenti a costo zero, per una politica ambientale più efficace in tutti i settori. Una delle novità più importanti è rappresentata dall'introduzione, per la prima volta nella legislazione italiana, di incentivi e meccanismi di sostegno al «mercato dei materiali e dei prodotti riciclati». Una scelta che si affianca ai dispositivi già esistenti da tempo nel campo dell'energia - efficienza energetica e fonti rinnovabili - e che tende ad attribuire la giusta importanza all'economia del riciclaggio nel quadro della green economy, per troppo tempo confusa spesso o soltanto con gli interventi in campo energetico. Una scelta che punta a colmare un ritardo della legislazione italiana, rispetto all'attuazione della gerarchla europea sulla gestione dei rifiuti, che pone il riciclaggio dei rifiuti «prima» del recupero energetico e non dopo. Una scelta inevitabile, considerato che lo stesso disegno di legge conferma l'obiettivo di riciclaggio del 50% dei rifiuti con una raccolta differenziata al 65% al 2020, obiettivo difficilmente perseguibile senza un sostegno chiaro al mercato dei prodotti e dei materiali riciclati specie nel campo dei materiali più complessi come plastiche e frazione organica. La nuova norma introduce incentivi, accordi di programma e un maggiore impegno nel campo deg
li acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni, per acquistare prodotti riciclati. Interessante anche lo strumento economico utilizzato per finanziare, inizialmente accordi di programma ed incentivi, ovvero l'utilizzo della «addizionale» alla tassa sulle discariche per alimentare fondi regionali destinati esclusivamente a finanziare il sostegno al mercato del riciclo, in attesa dell'attivazione di altri, più consistenti, strumenti economici.
Una novità importante riguarda anche il recupero energetico dei rifiuti, con l'attribuzione al ministero dell'Ambiente del compi- to di individuare la «rete nazionale ed integrata ed adeguata di impianti di impianti di incenerimento dei rifiuti», in modo da disporre in pochi mesi di un quadro chiaro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo. L'obiettivo è quello di definire una strategia nazionale di realizzazione di impianti idonei ad avviare a recupero energetico la quota di rifiuti non avviata a riciclaggio, secondo lagerarchia europea, superando quindi il conferimento in discarica di rifiuti urbani indifferenziati. Un quadro di pianificazione utile per superare le forti disomogeneità territoriali presenti a livello nazionale, completando la rete di impianti senza rischiare fenomeni di eccesso di offerta, come quelli che si registrano attualmente nel nord Europa.
Nel servizio idrico finalmente, dopo anni di richieste, si introduce il fondo nazionale di garanzia per gli investimenti, alimentato da una componente tariffaria utilizzando la cassa conguaglio elettrica. Uno strumento indispensabile per garantire ai gestori la bancabilità dei piani di investimento nel settore idrico, 65 miliardi di euro in 15 anni, garantendo quindi il raggiungimento degli obiettivi ambientali e di qualità dell'acqua richiesti dall'Unione europea, evitando le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi, e mettendo in moto quella «blue economy» da molti considerata una delle poche leve per la crescita immediatamente attivabile. Al tempo stesso, il provvedimento precisa alcuni elementi di garanzia sociale per l'accesso all'acqua come bene primario, garantendo la tariffa sociale per gli utenti a basso reddito e chiedendo all'Autorità per l'energia elettrica e il gas di definire i criteri di gestione della morosità. Si tratta di un provvedimento che quindi punta al rilancio dell'economia verde, come dice lo stesso titolo del disegno di legge, abbinando politiche ambientali e politiche industriali, non a caso frutto di un confronto serrato fra Ministero dell'Ambiente, ministero dell'Economia e ministero delle Attività produttive, in una logica di collaborazione finalizzata al raggiungimento degli obiettivi ambientali.
Ma la legge di Stabilità contiene un'importante novità poco sottolineata in questi giorni: la competenza del ministero dell'Ambiente a definire tramite regolamento la «tariffa puntuale» per i rifiuti urbani, quel meccanismo che consentirà a cittadini ed imprese di pagare i rifiuti urbani davvero e soltanto in ragione della quantità prodotta e non più a metro quadro o a quantitativi presunti o stimati. Una piccola rivoluzione che nei prossimi anni dovrebbe sostituire integralmente la tassa/tari e ripristinare in forma ancora più efficace la tariffa dei rifiuti introdotta dal decreto Ronchi e abbandonata due anni fa. Un gruppo di lavoro istituito dal ministro dell'Ambiente ha già svolto il suo lavoro e sarà quindi possibile varare in poco tempo il regolamento attuativo, consentendo il decollo della nuova tariffa puntuale nel 2015 e consentendo, peraltro, a chi già la applica (alcuni Comuni) di continuare ad applicarla fin da adesso.
Il «disegno di legge collegato ambientale alla legge di Stabilità» approvato dal Consiglio dei ministri e che vedrà la luce nei prossimi mesi rappresenta un importante passo avanti nella definizione delle politiche ambientali nazionali in una logica che per la prima volta in modo così evidente collega politiche ambientali a politiche industriali e a scelte economiche innovative.
Il provvedimento si occupa di protezione della natura, valutazione di impatto ambientale, effetto serra, acquisti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo, servizio idrico. Un pacchetto di norme a 360 gradi, capaci di attivare politiche ambientali virtuose, semplificando il quadro normativo e rendendolo più moderno ed efficace e al tempo stesso creando le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy.
Importanti le misure di semplificazione: sulla valutazione di impatto ambientale, il recupero di materia, l'adozione di poteri sostituitivi. Strumenti a costo zero, per una politica ambientale più efficace in tutti i settori. Una delle novità più importanti è rappresentata dall'introduzione, per la prima volta nella legislazione italiana, di incentivi e meccanismi di sostegno al «mercato dei materiali e dei prodotti riciclati». Una scelta che si affianca ai dispositivi già esistenti da tempo nel campo dell'energia - efficienza energetica e fonti rinnovabili - e che tende ad attribuire la giusta importanza all'economia del riciclaggio nel quadro della green economy, per troppo tempo confusa spesso o soltanto con gli interventi in campo energetico. Una scelta che punta a colmare un ritardo della legislazione italiana, rispetto all'attuazione della gerarchla europea sulla gestione dei rifiuti, che pone il riciclaggio dei rifiuti «prima» del recupero energetico e non dopo. Una scelta inevitabile, considerato che lo stesso disegno di legge conferma l'obiettivo di riciclaggio del 50% dei rifiuti con una raccolta differenziata al 65% al 2020, obiettivo difficilmente perseguibile senza un sostegno chiaro al mercato dei prodotti e dei materiali riciclati specie nel campo dei materiali più complessi come plastiche e frazione organica. La nuova norma introduce incentivi, accordi di programma e un maggiore impegno nel campo deg
li acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni, per acquistare prodotti riciclati. Interessante anche lo strumento economico utilizzato per finanziare, inizialmente accordi di programma ed incentivi, ovvero l'utilizzo della «addizionale» alla tassa sulle discariche per alimentare fondi regionali destinati esclusivamente a finanziare il sostegno al mercato del riciclo, in attesa dell'attivazione di altri, più consistenti, strumenti economici.
Una novità importante riguarda anche il recupero energetico dei rifiuti, con l'attribuzione al ministero dell'Ambiente del compi- to di individuare la «rete nazionale ed integrata ed adeguata di impianti di impianti di incenerimento dei rifiuti», in modo da disporre in pochi mesi di un quadro chiaro a livello nazionale degli impianti esistenti, di quelli in fase di realizzazione e del fabbisogno residuo. L'obiettivo è quello di definire una strategia nazionale di realizzazione di impianti idonei ad avviare a recupero energetico la quota di rifiuti non avviata a riciclaggio, secondo lagerarchia europea, superando quindi il conferimento in discarica di rifiuti urbani indifferenziati. Un quadro di pianificazione utile per superare le forti disomogeneità territoriali presenti a livello nazionale, completando la rete di impianti senza rischiare fenomeni di eccesso di offerta, come quelli che si registrano attualmente nel nord Europa.
Nel servizio idrico finalmente, dopo anni di richieste, si introduce il fondo nazionale di garanzia per gli investimenti, alimentato da una componente tariffaria utilizzando la cassa conguaglio elettrica. Uno strumento indispensabile per garantire ai gestori la bancabilità dei piani di investimento nel settore idrico, 65 miliardi di euro in 15 anni, garantendo quindi il raggiungimento degli obiettivi ambientali e di qualità dell'acqua richiesti dall'Unione europea, evitando le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi, e mettendo in moto quella «blue economy» da molti considerata una delle poche leve per la crescita immediatamente attivabile. Al tempo stesso, il provvedimento precisa alcuni elementi di garanzia sociale per l'accesso all'acqua come bene primario, garantendo la tariffa sociale per gli utenti a basso reddito e chiedendo all'Autorità per l'energia elettrica e il gas di definire i criteri di gestione della morosità. Si tratta di un provvedimento che quindi punta al rilancio dell'economia verde, come dice lo stesso titolo del disegno di legge, abbinando politiche ambientali e politiche industriali, non a caso frutto di un confronto serrato fra Ministero dell'Ambiente, ministero dell'Economia e ministero delle Attività produttive, in una logica di collaborazione finalizzata al raggiungimento degli obiettivi ambientali.