Feto di cinque mesi gettato in un cassonetto
È stato abbandonato in un cassonetto, avvolto in un asciugamano rosa. Lo ha notato una donna, una clochard che rovistando tra la spazzatura alla ricerca di qualcosa di utile ha spostato il drappo trovandosi davanti alla macabra scena. Le gambe, le braccia, la testa, poco più di una ventina di centimetri di lunghezza: era un feto umano, gettato via come un rifiuto. L'agghiacciante ritrovamento è stato fatto all'altezza del civico 196 del corso Garibaldi, a pochi passi da piazza Carlo III L'allarme ai sanitari del 118 è partito poco prima delle 16 di ieri. In una manciata di minuti l'ambulanza è arrivata sul posto, ma il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto anche carabinieri e polizia, avvisati dal personale sanitario. L'insolita scena di paramedici e forze dell'ordine accanto alla spazzatura ha subito incuriosito i passanti, che sono diventati sempre più numerosi man mano che il passaparola ha diffuso la notizia tra le stradine della zona. In molti si sono avvicinati per sapere, per capire, per vedere il "bambino morto", spinti dalla macabra curiosità che circonda ogni fatto di cronaca nera. Si sono accalcati lungo le transenne sistemate dalle forze dell'ordine, spingendosi con lo sguardo oltre i bordi di metallo del cassonetto, gli occhi a cercare il suda rio improvvisato. Il feto è stato trasportato, dopo i rilievi del caso, all'Istituto di Medicina Legale, presso il Policlinico Federico II, in attesa dell'autopsia. Gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato, ai quali spetta far luce sull'episodio per competenza territoriale, hanno avviato le indagini battendo a tappeto la zona, aUaricerca ditestimoni che possano fornire preziose informazioni. Probabilmente chi ha gettato il feto nell'immondizia risiede nei paraggi e lo ha fatto di notte, approfittando delle uniche ore in cui si può passare inosservati in una strada che è tra le più affollate di Napoli. Si indaga anche negli ambienti della prostituzione, esercitata nella zona da donne per la maggior parte straniere e di varia etnia, e nelle comunità di stranieri, in particolare irregolari, che nei dintorni occupano numerosi alloggi e spesso in virtù della propria posizione preferiscono non rivolgersi alle strutture sanitarie. Al momento i contorni della vicenda sono ancora fumosi, è troppo presto per una ricostruzione che possa fare piena luce sull'accaduto. Secondo indiscrezioni non confermate ufficialmente ü feto sarebbe di un maschio, probabilmente italiano. In attesa degli esami autoptici, non è possibile nemmeno stabilire con precisione le settimane di gestazione, anche se secondo un primo esame visivo il grado di sviluppo farebbe pensare siano tra le venti e le ventiquattro. Gli accertamenti clinici stabiliranno se si è trattato di un aborto spontaneo o se, ipotesi peggiore ma al momento ancora al vaglio degli inquirenti, l'espulsione del feto sia stata causata da violenza o da farmaci assunti ben oltre il periodo utile per una volontaria interruzione di gravidanza. Fin quando i referti non sgombreranno il campo delle ipotesi, non è possibile escludere nemmeno la più atroce delle piste, ovvero che il cadavere, praticamente già formato, appartenga ad un bambino partorito prematuro e poi gettato nella spazzatura.